(Clicca sulla locandina per vedere il trailer)
Italia, 2008
89'
Regia: Daniele Segre
Una morsa allo stomaco.
E' questa la sensazione che si prova dopo aver visto Morire di Lavoro, forse l'opera più conosciuta tra quelle del sessantenne documentarista alessandrino.
A telecamera fissa, quasi sempre su sfondo nero (per aiutare gli spettatori a focalizzarsi su immagini e parole), scorrono i volti e le testimonianze di operai - settentrionali, meridionali e immigrati - e di familiari e amici di vittime sul lavoro.
Molti raccontano gli incidenti, qualcuno parla del proprio mestiere, tutti denunciano l'assenza di sicurezza nei cantieri, le assunzioni in nero, la precarietà, lo sfruttamento dei datori di lavoro, la difficoltà di vivere lontani da casa con uno stipendio da fame e nessuna prospettiva di pensionamento.
Segre ha il merito di lasciare la parola alle vittime senza indulgere in morbosità o sensazionalismi, senza commentare né mostrarsi alle telecamere (come fanno alcuni suoi colleghi con un'oncia di narcisismo in più...), concedendosi un'annotazione polemica solo nel finale, con l'immagine dell'Altare della Patria accompagnata dall'Inno di Mameli: ai morti sul lavoro non è riconosciuta la stessa dignità dei morti in guerra.
Un documento duro ma importante, che Segre distribuisce a proprie spese e che andrebbe proiettato nelle scuole e nei posti di lavoro.
Anche questa è l'Italia, purtroppo.
PS: incontreremo il regista in occasione della proiezione del suo recente lavoro Sic Fiat Italia. L'appuntamento è venerdì 24 c.m. a Quiliano (SV) in località Le Tagliate, nell'ambito di I Ribelli della Montagna, il Campeggio Resistente organizzato anche quest'anno dall'infaticabile sezione provinciale dell'ANPI.
Non mancate!
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