(una foto buffa del regista David Cronenberg)
Caro David (possiamo darci del tu, vero? tanto lo faremmo lo stesso, in ogni caso), abbiamo letto della tua recente tirata contro i cosiddetti "cineblogger"...
Come usa in occasioni come questa, mettiamo le mani avanti affermando che ti stimiamo come artista e rispettiamo il tuo lavoro.
Ad onor del vero non sei tra i nostri autori preferiti, ma ti riconosciamo un talento visionario e una coerenza stilistica non comuni.
Conosciamo la tua filmografia storica, da Scanners a A History of Violence; abbiamo mancato di un soffio il tuo A Dangerous Method a Venezia 2011 (recuperandolo in seguito e apprezzandone soprattutto la componente umoristica); abbiamo seguito il deludente Cosmopolis a Cannes 2012 e siamo curiosi di vedere il nuovo Maps to the Stars che hai presentato a Cannes 2014 (specie per l'attesa performance della premiata Julianne Moore).
Tuttavia, te lo dobbiamo proprio dire: le tue affermazioni sono state del tutto fuori luogo.
In sostanza, ritieni che i social media stiano di fatto sostituendosi ai critici professionisti, delegittimandone il ruolo.
Ammesso e non concesso che i suddetti possano essere delegittimati (considerato che si guadagnano da vivere facendo qualcosa di molto più vicino a un hobby che a un mestiere), la miglior risposta è una citazione di Quentin Tarantino: "When people ask me if I went to film school, I tell them: no, I went to films."
Spieghiamoci meglio.
Se è vero - come suggerisce Quentin - che per farsi una vera cultura filmica è più utile andare al cinema che studiarne i libri dedicati, allora qual è la differenza effettiva fra un critico "vero" e un blogger?
Che uno viene pagato per fare la stessa cosa che l'altro fa esclusivamente per passione.
Sia chiaro, non stiamo equiparando la nostra attività-a-tempo-perso col giornalismo o la saggistica, ma insomma, diamo alle cose la giusta importanza.
Per parlare con competenza di cinema non è necessario avere una laurea (o uno stipendio dedicato): ci saranno sempre blog e altri media che recensiranno e commenteranno i film.
Soprattutto ci sarà CINEMA A BOMBA!, che ha fatto della propria libertà espressiva una bandiera: alle spalle non abbiamo condizionamenti né economici né politici né pubblicitari né di altro tipo.
Se una pellicola vale la segnaliamo, se ci sembra mediocre avvertiamo i nostri lettori e ne discutiamo con loro, senza pregiudizi o partigianerie.
Caro David, tu continua a fare quello che ti viene meglio: gira film e falli proiettare nelle sale.
I commenti lasciali a noi.
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