domenica 6 marzo 2016

OSCAR 2016. IL CASO SPOTLIGHT, DAL PULITZER ALL'OSCAR

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2015
129'
Regia: Tom McCarthy
Interpreti: Michael Keaton, Mark Ruffalo, Rachel McAdams, Liev Schreiber, Stanley Tucci, Billy Crudup, Brian d'Arcy James, John Slattery, Paul Guilfoyle, Richard Jenkins (non accreditato).


"Sono stato derubato della mia identità. Se Michael Keaton rapinasse una banca, la polizia arresterebbe me. [...] E' come guardarsi in uno specchio, ma senza avere il controllo della propria immagine."

Con queste lusinghiere parole il vero Walter "Robbie" Robinson, capo del team Spotlight, ha descritto la sensazione di vedere se stesso interpretato sul grande schermo dal mitico ex Batman.

Keaton ha studiato Robinson per mesi attraverso registrazioni audio e filmati video, imparando un po' alla volta il suo modo di muoversi e storcere la bocca, sorprendendosi del suo poco marcato accento bostoniano e imitandolo in maniera così accurata che lo stesso giornalista, dopo averlo incontrato la prima volta, pare gli abbia detto: "Ci siamo appena conosciuti: come fai a sapere così tante cose di me?!?"

Un'interpretazione sublime che tanti critici avevano indicato per un eventuale Premio Oscar, forse memori della clamorosa ingiustizia dello scorso anno, quando Michael - pur favoritissimo, con Birdman - si vide portar via la statuetta dall'Eddie Redmayne de La Teoria del Tutto.

E invece neppure una nomination, quest'anno.
Al suo posto sono stati candidati - come non protagonisti - Mark Ruffalo e Rachel McAdams: pur senza aver vinto, bravi entrambi (specie il primo), ma Keaton di certo avrebbe meritato di più.

Nessuno invece poteva prevedere una vittoria nella categoria più ambita: partito come semplice outsider, Il Caso Spotlight (titolo italiano stupidamente fuorviante: "Spotlight" era il nome del team investigativo, non del caso che gli fece vincere il Premio Pulitzer) ha sbalordito tutti soffiando l'Oscar per il miglior film a Revenant-Redivivo e Mad Max: Fury Road.

È piuttosto inusuale per una pellicola riuscire a vincere con due sole statuette (l'altra, più scontata, è stata per la miglior sceneggiatura): non succedeva dal lontano 1952, quando a spuntarla fu Il Più Grande Spettacolo del Mondo di Cecil B. DeMille.

Diretto da un ex attore di serie B passato alla regia, Il Caso Spotlight forse non è il film migliore dell'anno, ma è un bel film: coinvolgente e dal ritmo serrato, a metà strada tra Tutti gli Uomini del Presidente e Cronisti d'Assalto.

Vengono ripercorsi gli eventi che nel 2001 portarono la redazione del quotidiano Boston Globe a scoprire un'ampia serie di casi di abusi sessuali su minori da parte di membri deviati del clero cattolico (Boston, i cui abitanti sono in larga parte di origine irlandese, è una delle città più cattoliche degli Stati Uniti).

L'indagine fece molto scalpore anche perché venne alla luce la connivenza delle alte gerarchie ecclesiastiche, che per anni cercarono di insabbiare le vicende limitandosi a trasferire i carnefici in altre parrocchie, peggiorando ulteriormente la situazione: le statistiche sul numero delle persone coinvolte nello scandalo riportate alla fine della pellicola sono scioccanti.

Non si tratta né di un'opera a tesi anticattolica né di un'oratoria moralista, ma di un coraggioso e a tratti appassionante documento sul giornalismo investigativo americano, sulla difficoltà di scontrarsi con un potere istituzionalizzato e influente, sulla ricerca della verità in nome della giustizia.

La pellicola di McCarthy affronta un tema delicatissimo col giusto tatto e si appoggia a una squadra di attori in stato di grazia, inserendosi perfettamente nel filone dei grandi film di impegno civile, similmente a Il Ponte delle Spie di Spielberg (grazie proprio al quale Mark Rylance ha battuto Mark Ruffalo nella corsa all'Oscar).

Si discuterà ancora a lungo sulla scelta dell'Academy di premiare col più alto riconoscimento questo film sviluppato in modo tradizionale - i "buoni" sono integerrimi, vengono ostacolati dai "cattivi", ma alla fine prevalgono - anziché uno dei suoi più accreditati e meno convenzionali concorrenti, ma ciò non toglie che Il Caso Spotlight sia un'opera da vedere e da far vedere, anche e soprattutto a chi ha intenzione di intraprendere una carriera giornalistica.

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