(Clicca sulla locandina per vedere il trailer).
USA, 2017
119'
Regia: Guillermo del Toro
Interpreti: Sally Hawkins, Doug Jones, Octavia Spencer, Michael Shannon, Richard Jenkins, Michael Stuhlbarg, Lauren Lee Smith.
Vedere qualcosa di così bello mi fa sembrare stupido considerare me stesso un regista.
Questo lusinghiero tweet del collega Kevin Smith da solo potrebbe essere sufficiente a definire il più recente lungometraggio firmato da Guillermo del Toro.
Quello di The Shape of Water-La Forma dell'Acqua è stato un cammino trionfale: prima il Leone d'Oro a Venezia, quindi il Golden Globe per la miglior regia, poi numerosi altri premi fino a giungere agli Oscar.
4 statuette in tutto: miglior film, regia, colonna sonora e scenografia.
Nell'ambito degli Academy Awards, si tratta della vittoria più netta dal 2015, quando a spuntarla fu Birdman di Alejandro G. Iñárritu (toh, un altro cineasta messicano; e l'anno prima Alfonso Cuarón aveva conquistato il premio alla regia per Gravity: a Hollywood dev'essere il loro momento).
Potrà piacere o no, ma una cosa è certa: è questo il film dell'anno.
Primi anni 60, nel pieno della Guerra Fredda.
Un'inserviente muta che lavora in un laboratorio di ricerca militare (Hawkins) si imbatte in un umanoide anfibio (Jones, già visto in Il Circo della Farfalla e Fantastici 4 e Silver Surfer), catturato per scopi scientifici e rinchiuso nella struttura.
L'essere è innocuo, ma un ufficiale viscido e crudele (Shannon, già intenso protagonista di Bug e Take Shelter) lo tortura e non si fa alcuno scrupolo quando i suoi superiori gli ordinano di ucciderlo.
Ma la donna, che col passare dei giorni si è affezionata - ricambiata - alla creatura, decide di intervenire per salvarlo, facendosi aiutare da una collega (Spencer) e da un anziano vicino (Jenkins)...
Autore in grado di coniugare come pochi il cinema impegnato (Il Labirinto del Fauno) a quello d'intrattenimento (Hellboy, Pacific Rim), del Toro ha dato forma a una favola moderna non priva di risvolti sociali, un incrocio tra Il Mostro della Laguna Nera, Il Favoloso Mondo di Amèlie, Il Ponte delle Spie, La Bella e la Bestia e La La Land.
The Shape of Water sembra voler accontentare tutti i palati: c'è la suspense, la storia d'amore, il sangue, la poesia, il messaggio progressista (i protagonisti sono due "diversi" e hanno come unici alleati un anziano gay, una voluminosa donna afro e un sovietico dal cuore d'oro).
Un pastiche ambizioso e un po' ruffiano che è riuscito a ottenere il plauso unanime della critica.
Il regista esplicita il proprio amore per la Hollywood dei tempi d'oro (si vedono spesso qua e là spezzoni di vecchi film in bianco e nero e c'è addirittura una scena in cui la donna e il mostro omaggiano Ginger & Fred) e le proprie idee politiche.
Questa pellicola è chiaramente l'opera di un cattolico liberal che detesta le autorità e i bigotti (rappresentati dai malvagi militari) e non nasconde la propria simpatia per i reietti e gli emarginati (su tutti, il simpaticissimo essere anfibio).
L'unico difetto? Il montaggio: con meno scene di sesso e violenza (alcune sono francamente superflue), questo film sarebbe stato un capolavoro.
Poco male: nella sua bizzaria è comunque diverso da ogni altro, anche perché derivato da un'idea originale.
Finalmente qualcosa di nuovo nel panorama hollywoodiano, ancora troppo fossilizzato su rifacimenti, adattamenti, prequel e sequel!
Forse più un film da festival che da Oscar?
Sì, ma da vedere.
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