Dall'alto: il regista giapponese Hirozaku Kore'eda con la Palma d'Oro vinta per Shoplifters; Spike Lee con il Grand Prix Speciale della Giuria; Roberto Benigni premia Marcello Fonte come migliore attore; Alice Rohrwacher con il riconoscimento per la migliore sceneggiatura.
In un'edizione che probabilmente non passerà alla storia (vedi il nostro post precedente), la giuria capitanata da Cate Blanchett - e comprendente i registi Ava DuVernay, Denis Villeneuve, Robert Guédiguian, Andreï Zviaguintsev, la cantante Khadja Nin e gli attori Kristen Stewart, Léa Seydoux, Chang Chen - è comunque riuscita a salvare capra e cavoli con verdetti che non hanno scontentato nessuno.
Premesso che in una rassegna cinematografica - piccola o grande che sia - è difficile trovare tutte opere brutte, bisogna dire che quest'anno da Cannes ci si aspettava di più: non che il programma fosse tutto da buttare; però stentiamo a segnalare lavori che possano suscitare vasto interesse al di fuori della Croisette.
L'Italia può tuttavia ritenersi soddisfatta.
Sebbene la Palma d'Oro sia andata ad un delicato film giapponese sulle disuguaglianze sociali - Shoplifters di Hirozaku Kore'eda - parla infatti molto italiano il palmarès del settantunesimo Festival di Cannes.
Il premio per la migliore interpretazione maschile è andato infatti al protagonista di Dogman di Matteo Garrone, Marcello Fonte - già visto in serie Tv (Don Matteo, La mafia uccide solo d'estate) e lungometraggi (in una piccola parte è comparso pure in Gangs of New York di Martin Scorsese!) -, che ha ricevuto il trofeo dalle mani di Roberto Benigni.
Alice Rohrwacher, invece, si è aggiudicata il riconoscimento per la sceneggiatura per Lazzaro felice, assieme a Nader Saeivar e Jafar Panahi (quest'ultimo, anche regista di Trois Visages).
Bella soddisfazione per i nostri due connazionali, che tra l'altro avevano lavorato insieme in Corpo Celeste, esordio dietro alla macchina da presa della cineasta toscana.
Tra le pellicole in competizione, quelle delle quali sentiremo probabilmente ancora parlare in un futuro prossimo sono BlacKkKlansman di Spike Lee e Cold War di Paweł Pawlikowski.
Forse un po' scaltramente, sono state premiate entrambe: la prima ha avuto il Grand Prix Speciale della Giuria e potrebbe rilanciare la carriera di uno degli autori più politicamente schierati degli USA; la seconda, con il premio per la regia, conferma il talento del cineasta polacco dopo l' Oscar a Ida nel 2015.
Dopo tanti proclami sulla parità dei sessi e vista la massiccia presenza muliebre in giuria, ci si aspettava più riconoscimenti per le donne: a parte la gratificazione nell'apposita sezione per l'attrice kazaka Samal Yeslyamova, le vittorie della Rohrwacher e della libanese Nadine Labaki sanno tanto di premio "di consolazione".
Come sa di "contentino" ai Francesi la Palma d'Oro Speciale assegnata all'eterno sperimentatore Jean-Luc Godard.
Qui di seguito vi facciamo conoscere i vincitori.
Speriamo che la prossima edizione del Festival possa suscitare maggiore entusiasmo.
Palma d'Oro: Shoplifters (Manbiki kazoku), regia di Hirokazu Kore'eda (Giappone)
Grand Prix Speciale della Giuria (premio per l'opera più originale o innovativa): BlacKkKlansman, regia di Spike Lee (Stati Uniti d'America)
Prix de la mise en scène (premio per la migliore regia): Paweł Pawlikowski per Cold War (Zimna wojna)
Prix du scénario (premio per la migliore sceneggiatura): Alice Rohrwacher per Lazzaro felice, regia di Alice Rohrwacher (Italia), ex-aequo con Nader Saeivar e Jafar Panahi per Trois Visages, regia di Jafar Panahi (Iran)
Prix d'interprétation féminine (premio per la migliore attrice): Samal Yeslyamova per My little one (Ayka), regia di Sergei Dvortsevoy (Kazakistan)
Prix d'interprétation masculine (premio per il miglior attore): Marcello Fonte per Dogman, regia di Matteo Garrone (Italia, Francia)
Premio della giuria (premio assegnato dalla Giuria): Capharnaüm, regia di Nadine Labaki (Libano)
Palma d'Oro Speciale: Le livre d'image, regia di Jean-Luc Godard (Svizzera)
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