giovedì 14 ottobre 2021

I CORTI: DESTINO, QUANDO WALT DISNEY INCONTRO' SALVADOR DALI'

(Clicca sulla locandina per vedere il cortometraggio). 



USA, 2003
6'32"
Regia: Dominique Monféry
Soggetto: Walt Disney
Sceneggiatura: Salvador Dalì, John Hench


[Premessa: la trama non è molto convenzionale.]

In un paesaggio desertico, una ragazza bellissima si imbatte in un'isolata struttura piramidale sulla cui faccia è rappresentato in altorilievo un uomo - senza volto e con un colibrì al posto del cuore - appoggiato ad un orologio sostenuto da una figura più piccola e da una testa.

La ragazza danza in un misterioso paesaggio fatto di orologi flosci, manichini senza volto; sale lungo una torre che sembra un torso umano, fugge da esseri con un solo grande occhio al posto della testa che la spogliano, si rifugia all'interno di una conchiglia che poi precipita dentro ad un occhio mentre lei ne esce prima e si aggira tra telefoni ammaccati.

Essa si riveste poi d'ombra continua a danzare fino a che la sua testa non diventa un soffione, i cui semi volanti risvegliano la vita: dalle sculture della piramide escono un colibrì, una figura di pietra che poi si trasforma in un uomo, delle formiche che poi assumono la forma di uomini in bicicletta, mentre il tempo riprende a scorrere inesorabile.

L'uomo e la donna si vedono, si innamorano; ma all'improvviso si creano increspature nel deserto e dal nulla appaiono mura che li separano.

Lui vede lei in varchi nelle pareti e nel profilo di due figure misteriose che si incontrano frontalmente.

La donna diventa una figura stilizzata che danza e che muove la propria testa senza volto come se fosse una palla, per poi lanciarla verso l'uomo, che la colpisce al volo con una mazza da baseball.

La palla viene presa da un guantone, che nelle mani dell'uomo si tramuta in un cuore, che egli stringe al proprio fino a farlo sparire.

Alla fine si ritorna alla piramide, intatta e solitaria nel deserto; ma qualcosa è cambiato rispetto all'inizio: da un buco nella struttura, si intravede la figura stilizzata della ragazza che spande semi di soffione.



Salvador Dalì (1904 - 1989) è stato senza dubbio uno degli artisti più significativi e celebri del Novecento, figura di spicco della corrente del surrealismo.

Egli si interessò molto al cinema, considerandolo un mezzo efficace per dare dinamicità e movimento alla sua arte - superando così l'inevitabile staticità della tela.

L'incontro tra l'eccentrico pittore e la Settima Arte diede risultati memorabili - egli lavorò con Luis Buñuel nel 1929 per Un chien andalou (la scena iniziale dell'occhio tagliato da un rasoio è una delle più famose - e tuttora disturbanti - della storia del cinema) e nel 1930 per L'âge d'or, con Alfred Hitckcock nel 1945 per Io ti salverò (in particolare, per la sequenza onirica), e fu coinvolto nell'ambizioso e mai realizzato Dune di Alejandro Jodorowsky del 1975.

Ma sicuramente la collaborazione più sorprendente fu quella con Walt Disney.

L'imprenditore, già molto celebre, conobbe l'artista e gli chiese di occuparsi di un cartone animato che avrebbe dovuto essere ancora più ambizioso di Fantasia del 1940: Destino, nelle intenzioni del primo, avrebbe dovuto essere il trait d'union tra arte e animazione "popolare".

Dalì, da parte sua, in 8 mesi preparò disegni e bozzetti, mettendo molto di suo nell'operazione, che secondo i suoi intendimenti avrebbe dovuto essere una summa della sua arte e una sorta di manuale per comprendere le simbologie alla base dei suoi quadri - orologi floschi, oggetti ammaccati, manichini senza volto, deserti, formiche... -: nel prologo, prevedeva di fare un'apparizione per dare una spiegazione chiara e intelligibile di quanto mosrato sullo schermo.

Tuttavia il progetto si arenò a causa di problemi economici del gruppo e fu accantonato.

Più di 50 anni dopo, esso fu riesumato dal nipote di Disney, Roy, che volle completarlo: affidò agli studios francesi il compito di decifrare, riordinare e montare il materiale lasciato da Dalì e dal suo collaboratore John Hench.

Il risultato è questo cortometraggio di poco più di 6 minuti, uscito nel 2003, realizzato con animazione classica e qualche intervento di computer grafica.

Un lavoro encomiabile, affascinante, che rende giustizia al classico "tocco Disney" e al genio indiscusso di una delle personalità più eclettiche del secolo scorso.

Un cartone animato misterioso e simbolico, unico nel suo genere.

Insomma, un vero capolavoro (non solo di animazione).



Etichette: , , , , , , ,

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page