I CLASSICI: MOBY DICK, MI STA BALENANDO UN'IDEA DI VENDETTA
(Clicca sulla locandina per vedere il trailer).
USA, 1956
116'
Regia: John Huston
Interpreti: Gregory Peck, Richard Basehart, Leo Genn, Orson Welles.
Vagabondo in cerca di lavoro, Ismaele (Basehart) si imbaraca sul Pequod, nave baleniera guidata dall'ombroso e ossessionato Capitano Ahab (Peck).
Lo scopo della spedizione è ufficialmente la caccia alle balene, dal cui grasso i marinai possono ricavare combustibile per le lampade ad olio, ma in realtà il comandante è interessato unicamente a scovare e uccidere Moby Dick, leggendario capodoglio bianco...
Moby Dick, capolavoro della letteratura firmato da Herman Melville, ha svuto diversi adattamenti sia al cinema sia alla tv.
Ma nessuno più famoso e riuscito di quello operato da John Huston poco meno di 70 anni fa.
Il regista lavorò al progetto per anni, arrivando a spendere una fortuna (per i tempi), tra mille difficoltà tecniche e produttive.
Eppure il risultato ha premiato gli sforzi, merito anche dei preziosi contributi tecnici tra cui quello del direttore di fotografia Oswald Morris, che adottò stratagemmi geniali e innovativi per creare i colori desaturati che vediamo nel film.
In un cast non proprio azzeccatissimo (Peck è troppo giovane per la parte, Basehart troppo vecchio) spunta un quasi irriconoscibile Orson Welles.
Il regista di Quarto Potere (ne avevamo scritto qui, ricordate?) fa capolino all'inizio con un lungo monologo scritto di suo pugno: superfluo ai fini della trama, ma utile a settare il tono della pellicola.
La sceneggiatura, redatta da Huston con l'aiuto di Ray Bradbury (non è un omonimo: è proprio il famoso romanziere di fantascienza!) mantiene la matrice allegorica dell'opera di Melville, con risvolti metafisici.
La sfida tra il Capitano e la Balena diventa quella tra Uomo e Natura, tra Uomo e Dio, tra Morte e Vita.
Una storia che può essere letta con varie chiavi di lettura (compresa quella animalista, che ne ribalterebbe l'etica: è più "cattivo" Ahab che vuole uccidere un solo essere vivente o gli altri marinai che ne vogliono uccidere molti?) e ha il suo punto di forza in scene d'azione altamente spettacolari.
Huston forse non sarà stato troppo interessato alla direzione degli attori (tuttavia Peck, benché fuori ruolo, se la cava), ma le sue qualità di filmmaker sono qui all'apice: basti vedere l'ultimo atto, realizzato con una tecnica artigianale - ossia non digitale, dato che per gli effetti speciali non venivano ancora utilizzati i computer - sbalorditiva, per i tempi.
Moby Dick è un classico immortale, un capolavoro del cinema, una pellicola da vedere o rivedere.
Consigliabile soprattutto d'estate.
Etichette: Bradbury, Gregory Peck, I CLASSICI, John Huston, Mank, Moby Dick, Orson Welles
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