lunedì 27 maggio 2024

CANNES 2024. IL DECLINO DEL FESTIVAL (E VENEZIA GONGOLA)

Dall'alto: Sean Baker (a destra) con la Palma d'Oro consegnatali nientemeno che da George Lucas; Lucas abbracciato da Francis Ford Coppola; Selena Gomez (a sinistra) e Zoe Saldana migliori attrici.


Come abbiamo visto sabato, è stato Anora, diretto dal regista americano Sean Baker, ad aggiudicarsi la Palma d'Oro di questo Festival di Cannes.

La pellicola indipendente non era stata neppure contemplata nei pronostici, sicché il verdetto ha spiazzato tutti gli addetti ai lavori e generato una slavina di critiche nei confronti della Giuria e in particolare della presidentessa Greta Gerwig.

L'autrice di Barbie sarà abituata, essendo - ammettiamo di non sapere esattamente perché - una delle persone più malviste ad Hollywood.
Ma di certo questa polemica finale è servita almeno a colorare un po' un'edizione piuttosto anonima.

Molti critici hanno storto il naso anche per le altre assegnazioni: ok premiare il sempre più lanciato Jesse Plemons (lo ricordate ne Il Potere del Cane e in Killers of the Flower Moon?), ma era necessario decretare un quadruplo ex-aequo per la miglior attrice (comprendente Selena Gomez di Spring Breakers e Zoe Saldana dei Guardiani della Galassia)?

Ha causato una certa insoddisfazione anche l'esclusione dal palmarès di Megalopolis di Francis Ford Coppola, opera monumentale che - a prescindere dagli effettivi risultati artistici - è già entrata di diritto nella storia del cinema.
L'anziano autore de Il Padrino, Apocalypse Now e Twixt ci ha lavorato per 40 anni, riscrivendone di continuo il copione e spendendo di tasca propria 120 milioni di dollari.

Una pellicola simile presentata qui (fuori concorso) è stata la prima delle quattro(!) parti di Horizon-An American Saga, l'abnorme epopea western ideata e realizzata da Kevin Costner.
Il quasi settantenne regista di Balla coi Lupi e Terra di Confine era visibilmente commosso per la standing ovation tributatagli alla fine della proiezione.

Ma quest'anno ci sono stati pochi altri highligths.
Tra questi, le Palme d'Oro speciali con cui Cannes ha omaggiato l'inossidabile Meryl Streep, il leggendario George Lucas e il mitico Studio Ghibli di Hayao Miyazaki.

Ma se gli unici premi che accontentano tutti sono quelli alla carriera, è un segno inequivocabile che qualcosa non vada.
Era già successo l'anno scorso, ed è l'ennisima dimostrazione del lento declino del Festival, che negli ultimi anni sembra patire la concorrenza della ben più pimpante Mostra del Cinema di Venezia.

Dal Lido, il direttore artistico Alberto Barbera già gongola, in previsione della kermesse di fine agosto.
Adieu, Cannes 2024.


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