sabato 20 aprile 2024

I CORTI: SING, DUE VOCI FUORI DAL CORO


(Clicca sulla locandina per vedere il corto). 



Ungheria, 2016
25'
Regia: Kristóf Deák
Interpreti: Dorottya Hais, Dorka Gáspárfalvi, Zsófia Szamosi.


Budapest, 1991. Il coro di una scuola elementare macina riconoscimenti grazie alla guida di Miss Erika (Szamosi), insegnante tanto affascinante e carismatica quanto cinica e manipolatrice.

Il segreto del suo successo? Non far cantare gli alunni meno dotati per fare in modo che risaltino invece le voci degli studenti più intonati.

A farne le spese è la timida e sensibile Zsófi (Hais), appena arrivata nella scuola, che vede nel coro la possibilità di integrarsi e di assecondare la sua passione per la musica.

Le sue speranze sono presto deluse, ma fortunatamente troverà la sponda della prediletta dell'insegnante, Liza (Gáspárfalvi), che prenderà le sue difese.

La maestra riceverà una bella lezione dai suoi alunni.

Egocentrici come Leonard Bernstein ( Maestro), dispotici come Lydia Tár ( Tár), violenti come Terence Fletcher ( Whiplash), dissoluti come Josef Mysliveček ( Il Boemo).

Al direttore d'orchestra (o del coro), nel cinema, è quasi sempre riservata la parte del cattivo: sarà per l'autorità che emana, sarà perché deve coordinare musicisti spesso vanitosi e boriosi (si veda, a titolo di esempio, Prova d'orchestra di Federico Fellini), sarà perché rappresenta un tipo di potere di tipo assolutistico (guai a contraddirlo!).

O forse perché è divorato dall'ambizione e dal successo a tutti i costi.

E' il caso di Miss Erika, personaggio che entra di diritto nella casistica: giovane (o comunque giovanile), bella, all'apparenza affabile e rassicurante, in realtà si dimostra disposta a tutto pur di raggiungere il suo obiettivo - persino a sfruttare o sacrificare i propri alunni.

A farle da contraltare la coppia di giovani protagoniste (molto brave), che in nome dell'amicizia e della solidarietà riusciranno a scardinare un sistema ingiusto e a mettere a nudo le insicurezze e le frustrazioni degli adulti.

Tratto da una storia vera (ebbene sì!), questo cortometraggio molto ben congegnato, recitato e diretto ha vinto un Oscar nel 2017 (seconda statuetta consecutiva per l'Ungheria, dopo la vittoria di Il Figlio di Saul come miglior film straniero l'anno prima).

Riconoscimento meritato, data anche la non banale e coraggiosa riflessione politica sottesa: ricordiamo che il regista, Deák, è ungherese e fresche erano al tempo le riforme più controverse di Viktor Orbán in materia di libertà di espressione e informazione.

Alla luce di questi fatti, i bambini che vengono messi a tacere rappresentano un sinistro simbolo della condizione di chi non la pensa come l'élite dominante.

Sing dimostra che maggiore è il potere, maggiori sono gli sforzi per zittire le voci fuori dal coro.

Ma anche che ciò riavvicina gli oppressi e porta queste voci a farsi sentire.

E a farsi sentire ancora più forte.


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