lunedì 29 gennaio 2024

LYDIA TAR VS. LEONARD BERNSTEIN: DIRETTORI D'ORCHESTRA A CONFRONTO


A sinistra, Cate Blanchett in Tár; a destra, Bradley Cooper è Leonard Bernstein in Maestro



TAR



USA/Germania, 2022
158'
Regia: Todd Field
Interpreti: Cate Blanchett, Nina Hoss, Noémie Merlant, Mark Strong, Julian Glover, Sophie Kauer, Adam Gropnik.


MAESTRO



USA, 2023
129'
Regia: Bradley Cooper
Interpreti: Bradley Cooper, Carey Mulligan, Maya Hawke, Matt Bomer, Sarah Silverman, Michael Urie, Vinccenzo Amato.


Nella stagione dei premi cinematografici iniziata con i Golden Globe e fresca di nomination agli Oscar (a breve in nostro consueto Speciale), uno dei titoli di punta è sicuramente Maestro.

Presentata in anteprima alla Mostra di Venezia 2023, la biografia per il grande schermo di quello che è considerato uno dei direttori d'orchestra e uno dei compositori statunitensi più celebri e celebrati di tutti i tempi, Leonard Bernstein (suo è lo stranoto musical West Side Story), è l'opera seconda di Bradley Cooper (dopo l'acclamato A Star Is Born).

Curiosamente, un altro attore-regista, il molto meno noto Todd Field, sempre al Lido ma un anno prima aveva portato il suo ritratto di un direttore d'orchestra, una donna: Tár, dal nome della sua protagonista, Lydia Tár.

Mentre il divo di Una Notte da Leoni e American Sniper ha preferito impersonificare direttamente il personaggio principale, Field si è invece affidato ad una delle migliori attrici viventi, Cate Blanchett, che infatti per questo ruolo ha conquistato la Coppa Volpi (è stata tuttavia scippata di un Oscar strameritato a causa della solita stucchevole spartizione dei premi politicamente corretta hollywoodiana).

Lydia Tár e Leonard Bernstein. Entrambi omosessuali (ma lui con moglie e figli, lei con compagna e figlia); entrambi popolari e talentuosi; entrambi capaci, volenti o nolenti, di distruggere le vite delle persone che stanno loro accanto.

E ancora: uno uomo e l'altra donna; uno esuberante, passionale e pieno di vita, l'altra fredda, manipolatrice e cinica; uno realmente esistito e l'altra, allieva dello stesso Bernstein, no.

Tár e Maestro sembrano due film simili e allo stesso tempo speculari.

In entrambi il punto di forza sono le interpretazioni: mimetica, con tanto di naso posticcio, e immersiva quella di Cooper (che sembra abbia impiegato sei anni di studio per una scena di sei minuti, quella in cui il personaggio dirige la sua opera Mass), che però divide la scena con una Carey Mulligan eccellente nella parte di una moglie tradita con altri uomini, dolente e dignitosa; maestosa e terribile quella di Blanchett, che giganteggia su tutti per piglio, carisma e fascino.

Nel destino dei protagonisti le due pellicole divergono: se per Bernstein il trattamento è stato piuttosto indulgente - il film è piaciuto ai figli: ottimo; ma questo è anche un indizio che la sua storia è stata edulcorata, come insegna Bohemian Rhapsody - per Tár l'epilogo è amaro e beffardo.

Esse in comune hanno anche difetti. Uno è che in entrambe, ad un certo punto, la narrazione gira un po' a vuoto e alla fine si sfilaccia; un altro è paradossale: esse sono entrambe incentrate su due direttori d'orchestra, ma la musica ricopre un posto piuttosto secondario rispetto alle vicende personali.

Per renderle giustizia consigliamo di riprendere successivamente, approfondire, riscoprire (o scoprire) e riascoltare da una parte le grandi opere dirette o composte da Bernstein, dall'altra quelle di Gustav Mahler, cavallo di battaglia della virago con la bacchetta.

Vale la pena, tutto sommato, vedere sia Tár che Maestro, possibilmente uno di seguito all'altro.

Quindi, in estrema sintesi. Leonard Bernstein: presente! Lydia Tár: c'è! Niente Mahler!


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