GLI INEDITI: IL BOEMO, IL TALENTO È CECO
(Clicca sulla locandina per vedere il trailer).
Repubblica Ceca/Italia/Slovacchia, 2022
143'
Regia: Petr Václav
Interpreti: Vojtěch Dyk, Elena Radonicich, Barbara Ronchi, Lana Vladi, Federica Vecchio, Diego Pagotto, Salvatore Langella, Alberto Cracco, Lino Musella.
Josef Mysliveček (Dyk), figlio di un mugnaio, lascia la natia Praga per rincorrere il suo sogno: diventare un compositore affermato.
Si reca in Italia e, sebbene senza un soldo, grazie al suo fascino seduce donne facoltose e influenti che lo introducono nell'alta società.
Presto le corti e i più importanti teatri della Penisola si accorgeranno del suo talento e se lo contenderanno.
Ma la sua condotta libertina lo porterà alla rovina, mentre il mondo della musica nel frattempo sta per essere travolto dal genio di un giovane ammiratore del Boemo: Wolfgang Amadeus Mozart.
Ogni tanto ci capita di scovare film ben fatti e interessanti che, per provenienza, per difficoltà di promozione, per diffidenza degli spettatori, per scarsa fiducia dei produttori nel successo commerciale... non riescono a raggiungere il grande pubblico.
Noi di CINEMA A BOMBA!, nel nostro piccolo, abbiamo cercato di rendere loro giustizia parlandone nella categoria GLI INEDITI.
E così, negli anni, abbiamo cercato di dare visibilità ad opere meritevoli quali:
- il violento Bronson, con un già impressionante Tom Hardy;
- lo shakespeariano Coriolanus, esordio alla regia di Ralph Fiennes;
- Twixt, ispirato alle atmosfere di Edgar Allan Poe, l'ultimo film di Francis Ford Coppola prima del prossimo attesissimo Megalopolis;
- il criptico Road to Nowhere della coppia Monte Hellman-Steve Gaydos;
- Cristiada, con Andy Garcia, Eva Longoria, Oscar Isaac, Peter O'Toole, che racconta un episodio dimenticato della storia americana;
- Kon-Tiki, sull'audace impresa dell'esploratore norvegese Thor Heyerdahl;
- il drammatico Mud, una delle migliori interpretazioni di Matthew McConaughey;
- il trittico The Disappearance of Eleanor Rigby, A Most Violent Year, Woman Walks Ahead con una sempre straordinaria Jessica Chastain;
- l'ottimo western moderno Hell or High Water;
- l'avventuroso The Aeronauts con protagonista una grintosa Felicity Jones;
- Bombshell, incisivo "J'accuse" contro le molestie sessuali nell'ambiente di lavoro (in questo caso televisivo), tratto da una storia purtroppo vera, con un trio di protagoniste (Charlize Theron, Nicole Kidman, Margot Robbie) in stato di grazia;
- The Green Knight, immaginifico adattamento di un racconto del ciclo arturiano;
- l'horror espressionista The Lighthouse, in un suggestivo bianco e nero, con Robert Pattinson e Willem Dafoe guardiani di un faro solitario sferzato dal mare in burrasca;
- The Burnt Orange Heresy, diretta da Giuseppe Capotondi, cinica critica del mondo dell'arte con un Mick Jagger luciferino.
Questa volta vi proponiamo la vicenda di un compositore ceco dal nome così impronunciabile in Italia da essere chiamato ai tempi, per comodità, "Il Boemo" (o addirittura "Il Divin Boemo").
Autore prolifico, fedele alle convenzioni del teatro italiano e dell'opera seria, Mysliveček servì la patria nella Guerra dei Sette Anni, fuggì in Italia per cercare fortuna, divenne celebre, conobbe personaggi molto importanti, viaggiò parecchio lungo la Penisola, ebbe relazioni amorose piuttosto burrascose.
Contratta la sifilide, che gli deturpò il volto, ricevette lo stigma dell'immoralità - lui che desiderava l'immortalità - e morì solo, evitato da tutti ed eclissato dal successo di Mozart.
Una vita romantica che il regista Petr Václav ha avuto il merito di riportare alla ribalta dopo un meticoloso lavoro di ricerca biografica in tutta Europa (delle opere di Mysliveček si è scritto abbastanza; della sua esistenza terrena, decisamente meno).
Camera a spalla, suono in presa diretta, musiche eseguite dal vivo, luci naturali ad illuminare gli ambienti, costumi sontuosi: Václav guarda a capolavori come Barry Lyndon di Stanley Kubrick e Amadeus di Miloš Forman (ambientati tra l'altro nello stesso periodo storico) e ci mette un tocco di realismo per rendere verosimili le scene.
Mette la musica al primo piano - evitando così il grave errore di Tár e Maestro, film nei quali l'elemento musicale è sacrificato a quello biografico - e ricostruisce la scena musicale italiana nel Settecento con dovizia di particolari (pure nelle rappresentazioni delle opere liriche del Boemo -opere che ai più non diranno molto, ma che citiamo per completezza di informazione: Il Bellerofonte, L'Olimpiade, Romolo ed Ersilia, Il Demetrio).
Ben selezionati gli attori, che parlano italiano in originale - compreso l'azzeccato protagonista, noto musicista-attore ceco, che così rende al meglio la cadenza "esotica" del vero Mysliveček.
Degna di nota è anche la scelta delle location, davvero molto suggestive.
Come seguendo lo spirito del tempo, il cineasta e il suo staff hanno effettuato un vero e proprio Grand Tour in Italia alla ricerca dei posti giusti dove girare, individuati poi in Villa Gavotti ad Albisola Superiore (SV), Palazzo Negrone e Palazzo Spinola-Clavarino a Genova, Castello di Thiene a Vicenza, Villa Chiminelli a Castelfranco Veneto (TV), Villa da Schio a Castelgomberto (VI), Villa Ghellini dell’Olmo a Villaverla (VI), Palazzo Alliata di Pietratagliata e Villa Wirz a Palermo, Teatro Sociale di Como, senza contare i canali di Venezia, i monti delle Madonie, Napoli.
La maniacale cura nei dettagli è evidente ed è esemplificata dalla ricostruzione di una gondola su modello di quelle raffigurate nei dipinti del Canaletto, utilizzata in una breve sequenza.
Il Boemo è quindi un omaggio ad un artista dimenticato, è la riscoperta e la rivalutazione della sua musica, è un'operazione culturale ambiziosa e interessante.
E soprattutto, è uno spettacolo per gli occhi.
Insomma, è musica per le nostre orecchie.
Etichette: Amadeus, Barry Lyndon, Dyk, GLI INEDITI, Il Boemo, Maestro, Petr Václav, Tár
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