VENEZIA 2012. I VINCITORI, OVVERO QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DE LUNGOMARE MARCONI
Dall'alto: Laetitia Casta sul red carpet nella serata della premiazione; Kim Ki-duk con il Leone d'Oro; Philip Seymour Hoffman mostra la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile.
Dal nostro inviato alla Mostra del Cinema di Venezia.
E' consuetudine ormai consolidata nel tempo che i film vincitori dei premi più importanti della Mostra del Cinema di Venezia vengano riproposti al pubblico subito dopo la cerimonia di premiazione (quest'anno hanno deciso di ritrasmettere le pellicole che hanno conquistato il Leone d'Oro per il miglior film e il Leone d'Argento per la migliore regia).
Problema: spesso vengono scelti titoli che lasciano perplessi (l' anno scorso, per esempio, sono stati premiati Faust di Aleksander Sokurov e un regista cinese).
Non avendo potuto assistere alla visione di alcun film, ecco che, arrivato a Venezia per fare la cronaca degli ultimi scampoli della Mostra, la possibilità di vedere film interessanti era legata esclusivamente ai gusti di una giuria quanto mai eterogenea: i registi Michael Mann, Matteo Garrone, Peter Ho-Sun Chan, Ari Folman, Ursula Meier, Pablo Trapero, le attrici Laetitia Casta e Samantha Morton, l'artista Marina Abramovic.
Data per certa la vittoria del coreano Pietà di Kim Ki-duk (Kim è il cognome), che in effetti ha conquistato il Leone d'Oro ma che non avevo particolare voglia di vedere, non mi restava che sperare nel Leone d'Argento.
Un urlo di terrore mi si è strozzato in gola quando hanno annunciato che il premio per la migliore regia era stato assegnato a... Ulrich Seidl, autore di un film-scandalo che molto ha fatto discutere (e proprio il suo film era l'unico che mi ero riproposto di non vedere assolutamente), mentre un contentino, il Premio Speciale della Giuria, era andato a The Master di Paul Thomas Anderson (che avrei visto volentieri).
Bene, ho pensato, mi tocca scegliere tra due film che non mi interessano.
Ma mentre mi stavo mettendo il cuore in pace e incamminando per andare ad acquistare il biglietto per il film coreano che ero sicuro avrebbe vinto (tuttavia chi ha assitito alla proiezione mi ha confidato che si tratta di una pellicola veramente bella ed importante: magari in futuro potrei vederla lo stesso), colpo di scena!
Durante il discorso di ringraziamento di Seidl, si alza Laetitia Casta, si scusa e annuncia che gli ultimi due premi sono stati invertiti!
Che gaffe! Ma meno male che è andata così: CINEMA A BOMBA! ha così potuto fare la recensione di un film del quale sentiremo ancora parlare.
Comunque, un motivo in più per ammirare la stupenda modella corsa.
Qui di seguito tutti i premi, assegnati tra le immancabili polemiche, che hanno investito soprattutto il giurato Matteo Garrone, reo di non essersi imposto sufficientemente per far vincere un premio importante ad uno dei film italiani in concorso.
Polemiche stupide: a Garrone la nostra piena solidarietà.
LEONE D’ORO per il miglior film a PIETA di Kim Ki-duk (Corea del Sud)
LEONE D’ARGENTO per la migliore regia a THE MASTER di Paul Thomas Anderson (Stati Uniti)
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a PARADIES GLAUBE di Ulrich Seidl (Austria, Germania, Francia)
COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix nel film THE MASTER di Paul Thomas Anderson (Stati Uniti)
COPPA VOLPI per la migliore interpretazione femminile a Hadas Yaron nel film FILL THE VOID-LEMALE ET HA’CHALAL di Rama Bursthein (Israele)
PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore o attrice emergente a Fabrizio Falco
nel film BELLA ADDORMENTATA di Marco Bellocchio (Italia) e nel film È STATO IL FIGLIO di Daniele Ciprì (Italia)
PREMIO OSELLA PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a Olivier Assayas per il film APRES MAI di Olivier Assayas (Francia)
PREMIO OSELLA PER IL MIGLIORE CONTRIBUTO TECNICO, PER LA FOTOGRAFIA, a Daniele Ciprì per il film È STATO IL FIGLIO di Daniele Ciprì (Italia)
Dal nostro inviato alla Mostra del Cinema di Venezia.
E' consuetudine ormai consolidata nel tempo che i film vincitori dei premi più importanti della Mostra del Cinema di Venezia vengano riproposti al pubblico subito dopo la cerimonia di premiazione (quest'anno hanno deciso di ritrasmettere le pellicole che hanno conquistato il Leone d'Oro per il miglior film e il Leone d'Argento per la migliore regia).
Problema: spesso vengono scelti titoli che lasciano perplessi (l' anno scorso, per esempio, sono stati premiati Faust di Aleksander Sokurov e un regista cinese).
Non avendo potuto assistere alla visione di alcun film, ecco che, arrivato a Venezia per fare la cronaca degli ultimi scampoli della Mostra, la possibilità di vedere film interessanti era legata esclusivamente ai gusti di una giuria quanto mai eterogenea: i registi Michael Mann, Matteo Garrone, Peter Ho-Sun Chan, Ari Folman, Ursula Meier, Pablo Trapero, le attrici Laetitia Casta e Samantha Morton, l'artista Marina Abramovic.
Data per certa la vittoria del coreano Pietà di Kim Ki-duk (Kim è il cognome), che in effetti ha conquistato il Leone d'Oro ma che non avevo particolare voglia di vedere, non mi restava che sperare nel Leone d'Argento.
Un urlo di terrore mi si è strozzato in gola quando hanno annunciato che il premio per la migliore regia era stato assegnato a... Ulrich Seidl, autore di un film-scandalo che molto ha fatto discutere (e proprio il suo film era l'unico che mi ero riproposto di non vedere assolutamente), mentre un contentino, il Premio Speciale della Giuria, era andato a The Master di Paul Thomas Anderson (che avrei visto volentieri).
Bene, ho pensato, mi tocca scegliere tra due film che non mi interessano.
Ma mentre mi stavo mettendo il cuore in pace e incamminando per andare ad acquistare il biglietto per il film coreano che ero sicuro avrebbe vinto (tuttavia chi ha assitito alla proiezione mi ha confidato che si tratta di una pellicola veramente bella ed importante: magari in futuro potrei vederla lo stesso), colpo di scena!
Durante il discorso di ringraziamento di Seidl, si alza Laetitia Casta, si scusa e annuncia che gli ultimi due premi sono stati invertiti!
Che gaffe! Ma meno male che è andata così: CINEMA A BOMBA! ha così potuto fare la recensione di un film del quale sentiremo ancora parlare.
Comunque, un motivo in più per ammirare la stupenda modella corsa.
Qui di seguito tutti i premi, assegnati tra le immancabili polemiche, che hanno investito soprattutto il giurato Matteo Garrone, reo di non essersi imposto sufficientemente per far vincere un premio importante ad uno dei film italiani in concorso.
Polemiche stupide: a Garrone la nostra piena solidarietà.
LEONE D’ORO per il miglior film a PIETA di Kim Ki-duk (Corea del Sud)
LEONE D’ARGENTO per la migliore regia a THE MASTER di Paul Thomas Anderson (Stati Uniti)
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a PARADIES GLAUBE di Ulrich Seidl (Austria, Germania, Francia)
COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix nel film THE MASTER di Paul Thomas Anderson (Stati Uniti)
COPPA VOLPI per la migliore interpretazione femminile a Hadas Yaron nel film FILL THE VOID-LEMALE ET HA’CHALAL di Rama Bursthein (Israele)
PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore o attrice emergente a Fabrizio Falco
nel film BELLA ADDORMENTATA di Marco Bellocchio (Italia) e nel film È STATO IL FIGLIO di Daniele Ciprì (Italia)
PREMIO OSELLA PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a Olivier Assayas per il film APRES MAI di Olivier Assayas (Francia)
PREMIO OSELLA PER IL MIGLIORE CONTRIBUTO TECNICO, PER LA FOTOGRAFIA, a Daniele Ciprì per il film È STATO IL FIGLIO di Daniele Ciprì (Italia)
Etichette: Assayas, Casta, Ciprì, Fabrizio Falco, Garrone, Kim Ki-duk, Mann, P.T. Anderson, Phoenix, Pietà, Seymour Hoffman, The Master, Venezia 2012, Yaron
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