martedì 11 settembre 2012

VENEZIA 2012. LA CINQUIEME SAISON, NON C'E' PIU' LA MEZZA STAGIONE

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

Belgio/Paesi Bassi/Francia, 2012
93'
Regia: Peter Brosens, Jessica Woodworth
Interpreti: Sam Louwyck, Aurélia Poirier, Django Schrevens


Dal nostro inviato alla Mostra del Cinema di Venezia.


Ammettiamolo: venerdì 7 settembre l'obiettivo neppure troppo recondito del nostro inviato era riuscire a vedere l'attesissimo The Company You Keep di Robert Redford, fuori concorso.

Purtroppo, per colpa dei soliti disservizi di Trenitalia, il nostro è arrivato troppo tardi a Venezia e ha dovuto ripiegare su La Cinquième Saison (in italiano: la quinta stagione), presentato in concorso giovedì e riproiettato all'Arena Estiva di Campo San Polo, un cinema all'aperto con maxischermo e numerosi posti a sedere nell'omonimo campo in pieno centro.
Suggestiva cornice per un film visivamente potente.

Narra un aneddoto che Einstein un giorno avrebbe affermato che se le api spariranno dalla Terra all'Uomo resteranno solo quattro anni di vita: niente più api significherebbe niente più impollinazione e quindi niente più piante, niente più animali, niente più uomini.

La vita di un placido villaggio rurale del Belgio comincia a cambiare quando la tanto attesa primavera non arriva: i terreni diventano aridi, le mucche non fanno più il latte, i galli non cantano più, gli alberi si seccano e si schiantano al suolo.
E tutte le api sono sparite.

Il film si apre con la festa del villaggio e si chiude con il villaggio che fa la festa ad un poveraccio divenuto capro espiatorio della conseguente crisi economica: dalla civiltà si passa alla barbarie più feroce, rappresentata dagli abitanti del paese che si avviano a compiere lo spietato sacrificio indossando lugubri maschere con lunghi becchi (come quella della locandina del film) per non farsi riconoscere.

Le ultime inquadrature mostrano un branco di struzzi: il genere umano è regredito ad un livello animalesco ed è divenuto ottuso e vigliacco.
La fine del mondo è proprio vicina.

Questa pellicola, conclusiva di una trilogia che i due registi hanno dedicato al rapporto conflittuale uomo-natura (gli altri titoli sono Khadak, vincitore a Venezia del Leone del Futuro nel 2006 per la migliore opera prima, e Altiplano), parte con immagini bucoliche, ma diventa poi greve, cupa, grottesca.

Pessimistico e apocalittico apologo sulla crisi dei valori, che provoca disaggregazione sociale e odio per chi è diverso, La Cinquième Saison ci avvisa che la fine del mondo arriverà con l'inaridimento della terra. E del cuore degli uomini.

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