I CLASSICI: HALLOWEEN, L'ASSASSINO DELLA PORTA ACCANTO
(Clicca sulla locandina per vedere il trailer)
USA, 1978
91'
Regia: John Carpenter
Interpreti: Donald Pleasence, Jamie Lee Curtis, P.J. Soles, Nick Castle.
Il cosiddetto "horror moderno" deve il suo rinnovamento a...Star Trek!
Non ci credete? Allora sappiate che la celebre maschera inespressiva del folle killer di Halloween – divenuta istantaneamente un’ icona del genere – era stata ricavata da una maschera del Capitano Kirk, acquistata con un dollaro in un negozio di periferia e opportunamente dipinta di bianco.
La cosa verrà scoperta solo anni dopo, per il divertimento di un lusingato William Shatner.
Ma andiamo con ordine.
Alla fine degli anni 70 John Carpenter è un giovane regista di belle speranze, che ha esordito con una bizzarra opera di fantascienza a budget minimo (Dark Star) e si è fatto notare per un violento western metropolitano (Distretto 13).
Eclettico e poliedrico (oltre che regista, è sceneggiatore e autore dell’inquietante colonna sonora), il nostro cambia ancora genere e firma così uno dei film di paura più riusciti della sua carriera.
E della storia del cinema.
Con un virtuoso incipit da antologia, girato in soggettiva giocando con le percezioni degli spettatori (occhio ai particolari!), scopriamo la storia di Michael Myers, psicotico in fuga dal manicomio nel quale era stato rinchiuso da bambino 15 anni prima, per aver massacrato la sorella con un coltello da cucina.
Tornato nella sua cittadina natale alla vigilia di Ognissanti, il nostro vorrebbe fare una strage di teenager, ma la giovane Laurie (Curtis) e il saggio Dott. Loomis (Pleasence) gli danno filo da torcere.
Un vero cult movie, da cui scaturì una lunghissima serie (ma i seguiti oscillano tutti tra il medio e il mediocre) e che fu in seguito imitato fino alla nausea da altri franchise di genere, come Nightmare e Venerdì 13, solo per citare i più noti.
Gli ingredienti sono pochi ma ben assortiti: trama lineare, ritmo incalzante, tensione palpabile, interpreti adeguati, poche (o nessuna) concessioni allo splatter e pure un minimo di approfondimento psico-sociale.
Il talentuoso regista scombina le carte, affidando ad un caratterista specializzato in ruoli da cattivo – il grande Pleasence – la parte dell’eroe buono, e all’amico Nick Castle (futuro co-sceneggiatore di 1997: Fuga da New York, poi divenuto a sua volta regista) quella dello spaventoso protagonista.
Ma soprattutto costringendo lo spettatore ad identificarsi col killer piuttosto che con le vittime, attraverso l’uso di virtuose soggettive di chiara derivazione hitchcockiana.
Una curiosità per chiudere: Halloween è stato anche il film che ha dato il via alla stagione dei cosiddetti "horror moralistici" degli anni 80!
Sarà anche una coincidenza - come da sempre sostiene lo stesso Carpenter - ma sta di fatto che tutte le vittime dell’omicida vengono uccise dopo aver fatto sesso, mentre a salvarsi è l’unica vergine...
Sessuofobia a parte, resta una pellicola magistrale nel suo genere.
Una pietra miliare nella carriera di un autore sottovalutato e fuori dagli schemi.
Etichette: Carpenter, Castle, Dark Star, Distretto 13, Fuga da New York, Halloween, I CLASSICI, Jamie Lee Curtis, Nightmare, Pleasence, Soles, Venerdì 13
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