12 ANNI SCHIAVO, SOLOMON UNCHAINED (MA SOLO ALLA FINE)
(Clicca sulla locandina per vedere il trailer)
USA/Regno Unito, 2013
134'
Regia: Steve McQueen
Interpreti: Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Lupita Nyong'o, Benedict Cumberbatch, Paul Dano, Paul Giamatti, Garrett Dillahunt, Alfre Woodard, Quvenzhané Wallis, Brad Pitt.
Quella della schiavitù - una delle pagine più nere della storia americana - è una tematica che ultimamente Hollywood sembra aver riscoperto: prima c'è stato Django Unchained di Tarantino, subito dopo il Lincoln di Spielberg.
Ora è il turno di 12 Anni Schiavo, da poco insignito dell'Oscar per il miglior film.
I giudizi emersi dalla critica oltreoceanica sono stati in realtà piuttosto contrastanti, come evidenzia il contraddittorio verdetto degli Academy Awards: è vero, la pellcola ha vinto nella categoria più prestigiosa, ma è vero anche che di statuette ne ha collezionate in tutto solo 3 (le altre due: miglior attrice non protagonista e miglior sceneggiatura non originale).
Un bottino un po' magro se paragonato ai 7 riconoscimenti di Gravity, forse segno che i giurati ne hanno apprezzato più gli intenti di denuncia che l'effettivo valore cinematografico.
Si tratta quindi di un brutto film? No, niente affatto.
Terza collaborazione di fila tra il filmaker britannico Steve McQueen e il divo irlandese/tedesco Michael Fassbender dopo Hunger e Shame (con cui Fassy vinse la Coppa Volpi a Venezia 2011), 12 Anni Schiavo racconta la storia - purtroppo vera - di Solomon Northup, afroamericano nato libero che nel periodo pre-Guerra Civile viene rapito con l'inganno e trasformato in schiavo, passando da un latifondista all'altro, fino ad arrivare nelle grinfie del sadico Mr. Epps...
Questo crudo resconto di una vicenda di ordinario razzismo è arrivato a Hollywood forte del titolo di film-che-deve-essere-visto per la tematica che affronta, per poi diventare film-che-deve-essere-premiato; ma probabilmente non avrebbe avuto la medesima visibilità se non fosse intervenuto un divo a metterci la faccia e...il portafogli (ma ne è valsa la pena: la pellicola gli ha fruttato la sua prima statuetta, come produttore).
E il divo in questione è niente meno che Brad Pitt, che compare anche in una piccola parte - appena 7 minuti, verso la fine - di bianco di buon cuore con idee e barba alla Lincoln.
McQueen dirige col suo classico stile freddo, quasi documentaristico, con lunghi e virtuosi piani sequenza che esaltano le qualità recitative degli interpreti: più dell'oscarizzata Lupita Nyong'o (esordiente), destano ammirazione l'intenso Chiwetel Ejiofor e il sempre maiuscolo Michael Fassbender nei panni del crudele e ottuso Epps (sono stati candidati per la prima volta in carriera, rispettivamente, come miglior attore protagonista e miglior attore non protagonista; non hanno vinto, ma siamo sicuri che avranno altre occasioni).
La scelta del cast è quindi un altro punto a vantaggio del cineasta inglese, già in passato apprezzato video artist e ora finalmente accettato nel mondo cel cinema-che-conta. Speriamo che i tanti riconoscimenti e apprezzamenti non gli facciano perdere la strada: finora ha dimostrato di essere un autore in grado di distinguersi dalla massa.
Insomma, 12 Anni Schiavo è un film da Oscar?
A noi è piaciuto (meno male che c'è l'happy ending!) e, secondo la nostra opinione, il massimo premio dell'Academy non è immeritato.
Andate a vederlo e fateci sapere che cosa ne pensate... Scatenatevi.
Etichette: 12 Anni Schiavo, 12 Years a Slave, Cumberbatch, Django Unchained, Ejiofor, Fassbender, Giamatti, Hunger, Lincoln, McQueen, Nyong'o, Oscar 2014, Pitt, Quentin Tarantino, Quvenzhané Wallis, Shame, Steven Spielberg
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