domenica 19 marzo 2017

OSCAR 2017. MOONLIGHT, E SE SI TRATTASSE DI UN MALINTESO?

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2016
111'
Regia: Barry Jenkins
Interpreti: Trevante Rhodes, Ashton Sanders, Alex Hibbert, Mahershala Ali, Janelle Monáe, Naomie Harris, André Holland


3 capitoli della vita di un afroamericano povero di Miami, che corrispondono ad altrettanti periodi della sua crescita.

Chiron è un bimbo (Hibbert) gracile, piccolino, introverso e di poche parole, senza padre (andato via?) e con una madre (Harris, la Miss Moneypenny nei film di James Bond interpretati da Daniel Craig) tossicodipendente e anaffettiva.

Lasciato solo a se stesso, viene bullizzato dagli altri bambini e trova conforto nella compagnia dello spacciatore Juan (Ali) e della sua donna Teresa (Monáe).

Da adolescente (Sanders), la sua situazione peggiora con il perpetuarsi di atti di sopraffazione e scherno nei suoi confronti sempre più pesanti.

Ha un casuale e fugace momento di intimità con l'amico di sempre Kevin (niente di troppo scabroso, eh...), che però successivamente tradisce la sua fiducia.

Sconvolto e fuori di sé, Chiron decide di sfogare la sua frustrazione aggredendo in classe il bullo più prepotente e finirà nei guai.

Trasferitosi ad Atlanta e divenuto un giovane uomo (Rhodes), ritorna nella sua città, ritrova Kevin e...






Moonlight, con un budget di soli 1,5 milioni di dollari (quello di Pirati dei Caraibi-Oltre i Confini del Mare, il film più costoso in assoluto, era di oltre 400 milioni, per darvi un'idea), è la pellicola più economica ad essere riuscita ad aggiudicarsi l' Oscar per il miglior film - dopo aver vinto precedentemente il Golden Globe com migliore pellicola drammatica.

Ce l'ha fatta al termine di una troppo politicizzata e mal organizzata cerimonia di premiazione e di numerosi riconoscimenti raccolti precedentemente.

Le associazioni LGBT e i liberal di tutto il mondo, dopo averlo pompato per mesi, hanno salutato con entusiasmo la sua vittoria, considerata la prima di un film apertamente a tematica omosessuale.

Ma se si trattasse di un equivoco?

Di I Segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee, per esempio, se ne può parlare tranquillamente come di una storia "gay", narrando esplicitamente di una passione travolgente tra due mandriani.

Lo stesso si può dire di Moonlight?

Il regista Barry Jenkins - giovane (classe 1979) e molto bravo: speriamo di sentirne parlare ancora - lavora per sottrazione sia in fase di regia che di sceneggiatura (per la quale ha vinto una statuetta: la potete leggere qui): fa parlare poco i personaggi e toglie elementi e particolari alla narrazione.

In questo modo, questa diventa meno chiara e più indefinita e suscita più interrogativi che certezze.

Così, Chiron prova veramente un'attrazione verso le persone del suo stesso sesso (in fondo, dopo quella fugace con Kevin, non ha altre relazioni) o il suo è soltanto un bisogno di essere considerato, compreso, trattato con un affetto che nessuno gli ha mai dato?
C'è da considerare anche il fatto che egli non è perseguitato dai suoi aguzzini perché omosessuale (nessuno conosce le sue inclinazioni, né lui le palesa), ma in quanto debole e apparentemente indifeso.

Anche l'ultima scena, nella quale i due amici sono ripresi mentre uno mette la testa sulla spalla dell'altro, non aiuta a dirimere la questione.

Che in fondo non è poi così importante da dirimere, anche perché toglie spazio agli altri temi affrontati: il bullismo, la condizione di degrado alla quale sono spesso condannati a vivere i giovani afroamericani, la solitudine e l'abbandono.

Moonlight è quindi un'opera più ricca e complessa di quanto sia stata superficialmente dipinta ed etichettarla come "pellicola LGBT" l'ha certamente aiutata da una parte, ma fortemente penalizzata dall'altra - nell'interesse del pubblico e negli incassi, tra le altre cose.

Peccato: è una piccola storia, ma raccontata con maestria da Jenkins.
Che riesce a creare un'atmosfera dolente utilizzando le tonalità di blu, colore non scelto a caso: il film è tratto dall'opera teatrale inedita di Tarell Alvin McCraney (ne avevamo già parlato qui, a proposito della candidatura per la migliore sceneggiatura non originale, per la quale poi ha vinto l' Oscar) In Moonlight Black Boys Look Blue, traducibile come "Alla luce della luna i ragazzi neri sembrano blu", dove però "blue" in inglese vuol dire anche "triste, depresso, malinconico".

Buona anche la sua direzione degli attori: il caratterista Mahershala Ali (che molti ricorderanno nella serie tv House of Cards) ha vinto l'Academy Award come attore non protagonista; la Harris è stata nominata come attrice non protagonista; la Monáe, oltre che cantautrice eclettica, dimostra di saper dire la sua anche in campo recitativo.

Azzeccata la scelta degli interpreti di Chiron: credibili i giovani Alex Hibbert e Ashton Sanders, mentre l'ex atleta Trevante Rhodes sarà nel super cast del nuovo film di Terrence Malick Song to Song (precedentemente chiamato Lawless e Weightless)- cast che comprende (a scanso di tagli) Michael Fassbender, Ryan Gosling, Rooney Mara, Natalie Portman, Cate Blanchett, Christian Bale (questi ultimi tre già presenti nel precedente Knight of Cups), Val Kilmer, Benicio del Toro, Patti Smith, Iggy Pop, John Lydon (vi dice niente il nome Johnny Rotten?), i Black Lips e gli Arcade Fire: wow!

Insomma, ci aspettiamo che il talento di Jenkins venga considerato in futuro al netto di valutazioni di correttezza politica e di colore della pelle, sennò ne risentirà la sua carriera e gli si farà un grande torto.





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