domenica 15 ottobre 2017

BLADE RUNNER 2049, GLI SPETTATORI DORMONO (E SOGNANO PECORE ELETTRICHE)

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2017
163'
Regia: Denis Villeneuve
Interpreti: Ryan Gosling, Harrison Ford, Jared Leto, Ana de Armas, Sylvia Hoeks, Robin Wright, Mackenzie Davis, Dave Bautista, Barkhad Abdi, Carla Juri, Sean Young.


2049, trent'anni dopo i fatti narrati dal primo film.

L'agente K (Gosling), replicante blade runner (cioè cacciatore di suoi simili ribelli) di ultima generazione, nel corso di una missione trova una scatola contenente resti - resti di una replicante femmina che ha subito un cesareo.

La scoperta potrebbe portare a conseguenze drammatiche: nessuno pensava che le macchine potessero procreare; e se possono procreare, possono riprodursi tutte le volte che vogliono e aumentare di numero senza controllo.

E se i replicanti diventassero più numerosi degli umani potrebbero ribellarsi alla schiavitù nella quale sono costretti a vivere.

Inizia la caccia per trovare e di conseguenza studiare il figlio dell'androide.






C'erano grandi aspettative alla vigilia per il recupero del mondo legato al romanzo di Philip K. Dick Ma gli Androidi sognano Pecore Elettriche? - trasposto sul grande schermo con Blade Runner da Ridley Scott - 35 anni dopo uno dei film di fantascienza più famosi della storia del cinema.

I trailer promozionali che esaltavano la splendida fotografia di Roger Deakins - finora in carriera 13 nomination agli Oscar e neppure una statuetta vinta! Cosa aspetta l'Academy a premiarlo? Speriamo che questa sia la volta buona... -, le ambientazioni e musiche che rimandavano al precedente, la presenza di Harrison Ford erano riusciti a incuriosire gli utenti dei social network e a entusiasmare i fan del cult e di Scott e Ford.

Il cineasta britannico stavolta partecipa nelle vesti di produttore esecutivo avendo lasciato la direzione della pellicola nelle mani del canadese Denis Villeneuve, nominato agli Oscar di quest'anno per la migliore regia di un altro film fantascientifico, quel Arrival presentato nel 2016 alla Mostra di Venezia tra gli applausi e le acclamazioni degli accreditati.

Tuttavia dobbiamo riconoscere che non ha fatto bene.

Blade Runner 2049, pur osannato dai critici, si sta rivelando una grossa delusione per il pubblico, come dimostrano anche gli incassi tutt'altro che stellari e i commenti generali post proiezione.

Tra i delusi ci siamo anche noi della redazione di CINEMA A BOMBA!, che pure nutrivamo grandi speranze sul buon esito dell'operazione.

Cosa è andato storto, considerando che questa produzione colossale poteva vantare la partecipazione di due registi di un certo livello, un direttore della fotografia tra i più talentuosi, un compositore di colonne sonore tra i più amati (Hans Zimmer), un cast popolare che comprendeva Ryan Gosling ( Drive, Le Idi di Marzo, La La Land), Harrison Ford (non ha bisogno di presentazioni), Jared Leto (Joker nel mediocre Suicide Squad, ma Oscar come miglior attore non protagonista nel 2014 per Dallas Buyers Club), Robin Wright ( Wonder Woman), Mackenzie Davis ( The Martian- Sopravvissuto), Dave Bautista (il Drax di Guardiani della Galassia e Guardiani della Galassia Vol. 2)?

Innanzitutto una considerazione.

Se si fa un sequel il confronto con l'originale è inevitabile - e qui ci si sta confrontando con un capolavoro che è stato tra i più innovativi e visionari.

E Blade Runner 2049 purtroppo lo perde.

Il predecessore non era certo adrenalinico, ma le atmosfere plumbee, le sterminate metropoli al neon ascendenti verso un cielo buio che rovescia piogge acide sul brulicante sottomondo, gli androidi con una coscienza, una storia d'amore dolente e disperata... contribuivano a dargli un fascino languido e cupo ineguagliabile.

I paesaggi aridi e asettici del nuovo capitolo invece, sebbene suggestivi, sanno di déja-vu e non aggiungono elementi di novità nell'immaginario fantascientifico.

Non che manchino gli spunti interessanti (la spersonalizzazione dei rapporti umani, l'amore al tempo degli ologrammi, l'invadenza delle macchine nella vita di tutti i giorni, l'intelligenza artificiale portata ad un livello estremo...) - il film è tutt'altro che scemotto e superficiale ed è più un'opera d'autore che di intrattenimento - ma essi sono annacquati da una durata eccessiva della pellicola e inficiati dalla sonnolenza provocata agli spettatori.

Ci si annoia, infatti, in sala: il film è tanto lento da sembrare inerte e si fa fatica a seguire la trama che, pur interessante, già di per sé risulta non molto comprensibile e piena di incongruenze e contraddizioni.
Senza contare che spesso gira a vuoto.
E pensare che è stato coinvolto anche uno degli sceneggiatori (Hampton Fancher) del film del 1982...

Il finale non ha il pathos del predecessore, anche perché i monodimensionali cattivi (interpretati da Jared Leto - avrebbe dovuto essere David Bowie, ma è morto prima: sarebbe stato una scelta più intrigante - e Sylvia Hoeks) non valgono certo il complesso e tormentato replicante Roy Batty di Rutger Hauer e il Rick Deckard di Harrison Ford ha un ruolo tutto sommato non così incisivo - bravo e credibile, invece, Ryan Gosling nella parte dell'androide introspettivo pieno di dubbi.

Pur ambizioso, Blade Runner 2049 non è in fondo molto di più di uno dei soliti "seguiti-nostalgia", cioè quelle pellicole che a distanza di anni ripropongono temi, personaggi, atmosfere di vecchi cult adattandoli ai gusti moderni e strizzando nello stesso tempo l'occhio ai fan di lunga data - Star Wars: Il Risveglio della Forza e Rogue One ne sono un esempio lampante.

Villeneuve avrebbe dovuto prendere piuttosto spunto da Mad Max: Fury Road: non solo splendido da vedere, ma anche vivace, vitale e pieno di innovazioni.
George Miller sì che è riuscito a dare nuovo lustro e nuova vita alla sua creatura!

Vedremo il regista canadese come affronterà il prossimo progetto - il remake di Dune di David Lynch.

Intanto, usciti dal cinema, ci ha fatto venire voglia di rivedere Blade Runner.
Quello vero.





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