(Clicca sulla locandina per vedere il trailer).
USA, 2019
108'
Regia: Taika Waititi
Interpreti: Taika Waititi, Scarlett Johansson, Roman Griffin Davis, Thomasin McKenzie, Stephen Merchant, Sam Rockwell.
Germania, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Johannes detto Jojo (Davis) è un ragazzino appartenente alla Gioventù Hitleriana.
Ha come madre la forte e amorevole Rosie (Johansson) e come amico immaginario... il Führer in persona (Waititi).
Il suo fervente credo nazionalistico inizia però a vacillare quando scopre che il genitore nasconde in casa una ragazza ebrea (McKenzie)...
Ho appena visto Jojo Rabbit: è una pellicola davvero straordinaria, eloquente e bellissima.
Niente male come complimento.
Ancor più se viene da un 95enne di nome Mel Brooks, uno che di umorismo - e, purtroppo, anche di persecuzioni naziste (è un ebreo fuggito dall'Europa) - ne sa qualcosa.
Il vecchio Mel, d'altro canto, si è fatto beffe del Terzo Reich fin dal proprio esordio del 1967, The Producers (nel Belpaese uscì orrendamente rititolato Per Favore Non Toccate Le Vecchiette).
Non suona strano quindi il suo apprezzamento per un'opera che fa sostanzialmente la stessa cosa.
Nonostante ciò, Taika Waititi non potrebbe essere un regista più diverso.
Anch'egli ebreo, è vero, ma maori (è il primo di questa etnia ad aver vinto un Oscar per la miglior sceneggiatura non originale), è diventato famoso per aver diretto Thor: Ragnarok e un episodio della serie tv The Mandalorian.
Oltre a essere un filmmaker, l'eclettico neozelandese è pure un apprezzato pittore/illustratore, uno stand-up comedian e un attore (compare brevemente nell'epico Avengers: Endgame).
Jojo Rabbit è un'opera di notevole spessore: ora inquieta, ora commuove, ora fa genuinamente ridere.
La sua accuratezza storica - cosa abbastanza inusuale per una commedia - è impressionante: tutti i costumi, gli arredi e i veicoli sono fedeli riproduzioni d'epoca.
I colori brillanti della fotografia e la raffinatezza dei costumi contrastano - volutamente, crediamo - con lo standard dei film bellici, solitamente cupi e deprimenti.
La sceneggiatura mette giustamente alla berlina Hitler (interpretato dallo stesso Waititi con buffoneria isterica) e i suoi seguaci, rappresentati come una banda di inetti, ignoranti, bulli, burocrati.
Il succitato Oscar nella categoria è indubbiamente meritato.
In ambito recitativo, emergono almeno due performance maiuscole: quelle di Scarlett Johansson e Sam Rockwell.
La Vedova Nera degli Avengers (a proposito, attendiamo l'uscita della sua pellicola "solista" scritta da Ned Benson) era arrivata alla Notte degli Oscar con una duplice candidatura - come non protagonista qui e come protagonista per Marriage Story-Storia di un Matrimonio - ma in entrambe le categorie non ha vinto.
Davvero un peccato: nel ruolo della madre-coraggio del protagonista, l'attrice americana offre forse la propria interpretazione più raffinata e sofferta.
Quand'è che l'Academy smetterà di considerarla solo come una sensuale bambolina?
Da parte sua, Rockwell dimostra che il premio Oscar conquistato 2 anni or sono per Tre Manifesti a Ebbing, Missouri non è stato un colpo fortuito.
Il suo ufficiale nazi-gay, sarcastico e disilluso, è degno del miglior Bill Murray.
Jojo Rabbit è stata una delle rivelazioni del 2019.
Se vi piacciono le commedie satiriche, o semplicemente se ritenete sacrosanto farsi beffe dei nazisti in stile Iron Sky, non perdetela.
Nessun commento:
Posta un commento