giovedì 2 aprile 2020

I DOC: SUL 45° PARALLELO, VIAGGI PUNK TRA PADANIA E MONGOLIA

(Clicca sulla locandina per vedere il documentario). 

Italia, 1997
50'
Regia: Davide Ferrario
Con: Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Davide Ferrario, Gianni Celati, Attilio Concari, Giorgio Canali, Bruno Danovaro, Riccardo Bertani.


Un viaggio nella Pianura Padana di un regista alla ricerca di storie.
Un viaggio in Mongolia di due musicisti alla ricerca di ispirazione.

Storie di uomini, volti, suoni lungo il 45° parallelo, a metà strada tra il Polo Nord e l'Equatore.






Metà del mese di Settembre, anno 1997.
Il mercato discografico subisce un clamoroso blackout: è imperante il brit-pop degli Oasis e delle Spice Girls, è appena esploso il fenomeno Andrea Bocelli, Luciano Ligabue, gli 883, Jovanotti e Pino Daniele continuano a macinare successi; ma a dominare la classifica degli album più venduti (sebbene per una settimana sola) è... Tabula Rasa Elettrificata, terzo lavoro del gruppo punk indie C.S.I. - acronimo di Consorzio Suonatori Indipendenti che rimanda anche alla Comunità degli Stati Indipendenti, che prese il posto della dissolta Unione Sovietica (sigla in cirillico: CCCP, che poi era pure il nome precedente della band).

Molti si chiesero chi fossero costoro, data la loro notorietà piuttosto underground; ed essi stessi probabilmente si sorpresero molto dell'eco mediatica, poco avvezzi com'erano ai grandi numeri.

Un vasto pubblico così si accorse di un album di grande qualità e di un collettivo di talento, composto da Giovanni Lindo Ferretti (cantante e paroliere), Massimo Zamboni (chitarrista e compositore), Giorgio Canali (chitarra ritmica e cori), Gianni Marroccolo (bassista), Francesco Magnelli (tastierista), Gigi Cavalli Cocchi (batterista) e da un'unica donna, Ginevra Di Marco (voce e cori).

E scoprì che Tabula Rasa Elettrificata è il frutto di un viaggio, un viaggio in una meta insolita, la Mongolia, che Ferretti e Zamboni hanno girato in lungo e in largo, traendone ispirazione e suggestioni che poi sono diventate canzoni.

Questa peregrinazione è stata testimoniata da un interessantissimo documentario, Sul 45° Parallelo, che vi proponiamo.

Il regista Davide Ferrario, autore poi di pellicole di un certo successo, come Tutti Giù Per Terra, Figli di Annibale, Guardami, Dopo Mezzanotte, doveva inizialmente partire per la spedizione, ma problemi burocratici l'hanno costretto a rimanere in Italia e a ripensare pertanto l'intero lavoro.

Così, mentre i due musicisti e parte della troupe raccoglievano materiale nel Paese asiatico, Ferrario decise di fare altrettanto, ma lungo le sponde del fiume Po.

Il risultato è il resoconto in parte parallelo e in parte convergente di due viaggi in altrettanti Paesi in fondo non così distanti tra di loro, uniti certo dall'essere attraversati dal 45° parallelo, ma anche dal vivere come sospesi in un tempo infinito e indefinito, con paesaggi sempre uguali ed elementi "di stacco" comunque insignificanti - quei paesaggi che, attraversati in treno o in autostrada, non attirano più di tanto l'attenzione.

Eppure, se ci si ferma, questi posti dimostrano di saper offrire storie e aneddoti, voci e personaggi interessanti.

Per accompagnare e allacciare le immagini fascinose dall'una all'altra parte del mondo sono stati utilizzati efficacemente i brani dell'album, inseriti nella narrazione in modo suggestivo e funzionale.

Abbiamo già notato quanto le musiche possano essere importanti in un documentario e quanto possano essere funzionali ai fini del racconto - pensiamo a The Smog Of The Sea, Kurt Cobain:Montage of Heck, Valley Uprising, Il Futuro Non è Scritto, Pearl Jam Twenty, Stop Making Sense.

Quelle di Sul 45° Parallelo non fanno eccezione; anzi.

In più ricordiamo che i C.S.I. sono un gruppo punk.

E molto punk è pertanto anche il finale.

Non ve lo sveliamo - siamo contrari agli spoiler, lo sapete - ma possiamo solo anticipare che la dichiarazione finale di Giorgio Canali (che, ricordiamo, fa parte della band e che imbraccia una chitarra seduto su una sedia all'interno di una piscinetta gonfiabile) e la canzone che parte subito dopo sono un epilogo spiazzante, beffardo e dissacrante.

In pieno stile C.S.I.




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