mercoledì 4 gennaio 2023

ARGENTINA 1985, L'ORA È GIUNTA PER LA JUNTA

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 



Argentina, 2022
140'
Regia: Santiago Mitre
Con: Ricardo Darín, Peter Lanzani, Alejandra Flechner, Claudio Da Passano, Laura Paredes, Gina Mastronicola, Héctor Díaz, Marcelo Pozzi.


L'Argentina negli anni Settanta non era certo un posto tranquillo: nel 1973 ritornò al potere dopo l'esilio Juan Domingo Perón, già presidente dal 1946 al 1955 (quando fu rovesciato da un colpo di stato militare).

Ma dopo circa un anno morì e il suo posto venne preso dalla terza moglie Isabel Martinez/Isabelita, decisamente meno popolare della seconda (la celeberrima, carismatica Eva Duarte/Evita, deceduta prematuramente nel 1952), che si trovò a gestire una situazione esplosiva dal punto di vista sociale: gruppi armati di estrema destra (particolarmente efferata era la cosiddetta Trilpa A: l'Alianza Anticomunista Argentina) e di estrema sinistra (il marxista e guevarista ERP-Ejército Revolucionario del Pueblo e i cosiddetti Montoneros, guerriglieri di ispirazione peronista) seminavano morte e terrore in tutto il Paese.

Nel 1975 un nuovo golpe portò al potere i generali, guidati dal comandante dell'esercito Jorge Rafael Videla.

I militari non si fecero troppi scrupoli a continuare la cosiddetta guerra sporca, inaugurata sotto la presidenza di Isabelita, contro guerriglieri di estrema sinistra o semplicemente oppositori politici, utilizzando metodi brutali che comprendevano violenze, sopraffazioni, stupri, minacce, intimidazioni, rapimenti (anche di neonati), voli della morte (persone buttate spesso vive da un aereo sul Río de la Plata, cioè l'ampio estuario dei fiumi Uruguay e Paraná, o nell'Atlantico).

Numerosi (decine di migliaia) furono i desaparecidos, dissidenti, uomini e donne, fatti sparire nel nulla.

La giunta militare cadde nel 1983 sotto i colpi della crisi economica e del fallimento della guerra delle Falkland/Malvinas un anno prima.

Ma la nuova democrazia che si instaurò era ancora troppo debole e il tanto auspicato processo ai militari per i crimini perpretrati durante la dittatura incontrò parecchie resistenze.

Ad occuparsene furono il procuratore capo Julio César Strassera (Darín) e il suo giovane staff, coordinato da Luis Moreno-Ocampo (Lanzani), che riuscirono - pur subendo minacce, intimidazioni, campagne denigratorie - a mettere alla sbarra nove membri della giunta militare (compresi i capi di Stato) e a raccogliere numerose testimonianze di vittime e di familiari di vittime e un'imponente mole di prove degli orrori di cui si macchiarono gli imputati.


Presentato e accolto dagli applausi alla Mostra di Venezia 2022, Argentina, 1985 è un film giudiziario che ricorda una delle pagine più buie della storia mondiale.

Film di questo tipo sono dolenti, potenti, ma rischiano di essere gravati dal peso della propria solennità e da una visione quasi superomistica dei protagonisti.

La bravura (o l'abilità) del regista Santiago Mitre è stata invece quella di riuscire a calibrare in modo eccellente la necessaria drammaticità degli eventi - costruita senza flashback, ma con il solo potere evocativo della testimonianza, della parola - con momenti di alleggerimento inaspettati.

I protagonisti non sono classici eroi: sono uomini che svolgono onestamente il proprio lavoro, che hanno una vita, preoccupazioni quotidiane fuori dall'ufficio, che ridono e scherzano, che hanno dubbi, che esitano, che si arrabbiano, che si indignano.

Sono umani e sentono il peso della Storia e di storie più grandi di loro, ma si aggrappano all'ironia, allo sberleffo dei potenti per non venir sovrastati dalla tragedia.

Significativa, in questo senso, è la figura del figlio di Strassera: spesso i ragazzini, in questo tipo di legal thriller, sono ridotti al ruolo di comparse all'ombra dell'eroe della vicenda; ma questo attraversa con passo felpato il film come un folletto irriverente e inafferrabile per dare una mano al padre: a ben pensarci, un'idea molto funzionale per rendere il tono della pellicola meno cupo.

Bravo e simpatico, quindi, il giovanissimo attore.

Bravissimi gli altri giovani interpreti, soprattutto l'emergente Peter Lanzani.

Straordinario, come al solito, Ricardo Darín.

L'espressivo protagonista di Nove regine, Il figlio della sposa - che hanno avuto una certa notorietà anche al di fuori della madrepatria - e soprattutto Il segreto dei suoi occhi (clamoroso, ma meritatissimo Oscar per il miglior film straniero nel 2010) offre un'altra memorabile prova attoriale e dà linfa vitale ad una pellicola formalmente di fattura abbastanza ordinaria, ma comunque ben congegnata.

Il suo Nunca más!, pronunciato al culmine del climax del film, è un dolente e potente grido di rivolta, il grido degli oppressi che anelano alla libertà, il grido di chi si oppone corraggiosamente alla dittatura.

Argentina, 1985 è il primo film originale per Amazon Prime Video del Paese sudamericano.

Speriamo che la presenza nel catalogo della piattaforma di streaming gli dia quella visibilità che merita ampiamente.


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