lunedì 5 maggio 2025

CONCLAVE - HABEMUS PAPAM, LA SCELTA DEL NUOVO PAPA AL CINEMA




CONCLAVE

Regno Unito/USA, 2024
120'
Regia: Edward Berger
Interpreti: Ralph Fiennes, Stanley Tucci, Isabella Rossellini, Sergio Castellitto, John Lithgow, Lucian Msamati, Carlos Diehz, Roberto Citran.




HABEMUS PAPAM

Italia/Francia, 2011
102'
Regia: Nanni Moretti
Interpreti: Michel Piccoli, Nanni Moretti, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Margherita Buy.


Papa Francesco è morto il 21 aprile 2025, Lunedì dell'Angelo.

La morte di un Pontefice innesca una serie di rituali, cerimonie, commemorazioni che si concluderanno con l'annuncio del nuovo Papa e che non hanno uguali per sfarzo, fascino, suggestioni, coinvolgimento emotivo e religioso (soprattutto se il defunto è stato amato e apprezzato come lo è stato l'argentino Jorge Mario Bergoglio).

Anche il cinema non è rimasto insensibile a questo fenomeno mediatico che unisce in modo così efficace tradizione e modernità, fede e mondanità, speculazioni sui papabili e fiducia nell'azione dello Spirito Santo.

Particolarmente attuale (purtroppo) è risultato uno dei fenomeni cinematografici degli ultimi mesi, quel Conclave che agli Oscar ha vinto "solo" una statuetta per la sceneggiatura non originale (è tratta dall'omonimo romanzo di Robert Harris), pur potendo vantare la bellezza di ben 8 nomination.

Il film diretto dall'austriaco Edward Berger (autore di Niente di nuovo sul fronte occidentale, premiato come miglior film straniero nella Notte delle Stelle 2023) ha ottenuto tuttavia un ottimo successo di pubblico, alimentato in questi giorni anche dall'attualità.

I suoi punti di forza sono da ricercarsi in un cast eccezionale (Ralph Fiennes, Stanley Tucci e Isabella Rossellini meritatamente nominati; ma non possiamo non lodare anche Sergio Castellitto), nello script di Peter Straughan (migliore del materiale originale: apprezzabile, dal nostro punto di vista, il non essersi soffermato troppo sul grande colpo di scena finale, che era il fulcro del romanzo ma che qui rappresenta il tallone di Achille di un thriller comunque molto ben congegnato e avvincente), nelle fastose scenografie (la Cappella Sistina e gli ambienti di Santa Marta sono stati ricostruiti fedelmente a Cinecittà), nelle musiche che danno un senso di inquietudine e di attesa.

Ovviamente è centrale il conclave, visto come manifestazione delle ambizioni, della corruzione, degli intrighi di certi porporati e della fede, dell'umiltà e del dubbio di altri.

Riguardo a quest'ultimo punto non possiamo non citare il seguente intervento del cardinale Lawrence (Fiennes), il decano chiamato a coordinare il lavoro degli altri porporati destreggiandosi tra i progressisti guidati dal cardinale Bellini (Tucci), i tradizionalisti del carismatico cardinale Tedesco (Castellitto), i moderati che hanno nel cardinal Tremblay (Lithgow) il proprio punto di riferimento, il gruppo degli africani:

C’è un peccato che sono arrivato a temere più di ogni altro: la certezza.
Se ci fosse solo la certezza e nessun dubbio, non ci sarebbero misteri.
E quindi nessun bisogno di fede.


Notevole.

Ma Conclave affronta un altro tema spinoso: il ruolo delle donne nella Chiesa.

Relegate a posti di rincalzo, esse invece sono spesso forza trainante nella vita della comunità, occhi e orecchie attenti, amministratrici e organizzatrici concrete ed efficaci.

Qui è la suor Agnes di Isabella Rossellini a rappresentarle (breve ma incisivo ruolo), ma sono tantissime le religiose e le laiche attive a livello parrocchiale e diocesano: la Chiesa ne dovrà tenere sempre più conto.

La scelta del nuovo Papa è stata al centro anche di un film italiano del 2011 di Nanni Moretti.

Se Berger ha prediletto i toni drammatici, più leggeri (ma non per questo più superficiali) sono stati quelli utilizzati dal regista di Mia Madre.

In Habemus Papam i cardinali non sono mossi dall'ambizione di un Magistero più alto ma, al contrario, sperano di non essere eletti e il malcapitato scelto per questo ruolo di così grande responsabilità, il mite cardinal Melville (un encomiabile Michel Piccoli), pur non avendo dubbi sulla propria fede, non si sente degno del compito, si spaventa e fugge via, lasciando la Chiesa nell'incertezza (due anni dopo Papa Benedetto XVI si dimetterà: c'è chi ha considerato questo film come "profetico"...).

Le scene divertenti non mancano (ad esempio, il torneo di pallavolo tra porporati) e il film è attraversato da un'ironia bonaria e rispettosa, ma il finale lascia un senso di malinconia e pessimismo ed è paradossalmente "apocalittico" rispetto a quello di Conclave.

I due film si incontrano nella descrizione dei Cardinali come di esseri umani pieni di difetti, fallibili - la Chiesa è pur sempre fatta di uomini, di peccatori - e nel fascino senza tempo dell'estetica - e perché no, anche dell'etica - del Cattolicesimo.

Tra poche ore risuonerà nella Cappella Sistina l'Extra Omnes e da quel momento tutti gli occhi di credenti e non saranno rivolti ad un comignolo sul Colle Vaticano, in attesa di una fumata bianca.

Confidiamo che lo Spirito Santo venga ascoltato e accolto e auguriamo in anticipo un buon lavoro al nuovo Pontefice.

Non avrà vita facile (e non serve il cinema per rendersene conto).


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