venerdì 9 settembre 2011

FAUST, L'UOMO SENZA DIO SI PERDE



Il Dottor Faust, senza più fede né valori, per amore della bella sorella dell'uomo che ha accidentalmente ucciso, cede la propria anima al diavolo.
Finirà per restare infelice per sempre.

Aleksander Sokurov usa come pretesto la figura di Faust, uno dei simboli della cultura germanica, per una riflessione sui temi della ricerca di Dio e della mancanza della fede.
Temi sempre attuali e decisamente alti, che il regista ha affrontato con una certa sensibilità e con scelte registiche (sequenze che sembrano quadri in movimento, fotografia, ambientazione) suggestive.

Ma il risultato finale è deludente. Molto.
Il film è esasperatamente lungo (più di due ore; ma sembrano sei) e lento; la trama è difficilmente comprensibile; i personaggi sono più macchiette che tipi; certe scene, che probabilmente dovevano essere grottesche, risultano invece ridicole e, in alcuni casi, non funzionali alla storia.
Insomma, una pellicola decisamente pesante.

Alla vigilia della presentazione, il maestro russo aveva dichiarato che il suo Faust sarebbe stato un punto di incontro tra la cultura europea e quella russa.
Siamo ancora distanti, ma provaci ancora Sokurov!


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