REBEL, NELL'ISOLA FANTASMA DI JAMES FRANCO
Ormai a corto di proiezioni - e in attesa di sbarcare un'ultima volta al Lido - abbiamo deciso di recarci stamane, nonostante la scomodità logistica, all'isola della Certosa.
Qui si trova Rebel, un'installazione audio-visiva realizzata da James Franco (ancora lui!) per la Biennale, costituita da più stazioni dislocate lungo i giardini che dovrebbero - il condizionale è d'obbligo - proiettare cortometraggi sperimentali e, in un caso, anche il film We Can't Go Home Again del regista Nicholas Ray (Gioventù bruciata), un documentario a lui dedicato e il lungometraggio Sal, biopic di Franco dedicato all'attore Sal Mineo.
Purtroppo al nostro arrivo ci rendiamo conto che le cose non stanno propriamente così... Sull'isola non c'è praticamente anima viva!
Non solo: le stazioni sembrano in stato di semi-abbandono; solo due schermi proiettano qualcosa, in alcuni mancano addirittura le cuffie.
Chiediamo spiegazioni per telefono alla Biennale, ma non ci sanno rispondere, genuinamente stupiti della situazione (gli addetti all'installazione si sono forse imboscati?).
Così, in un'atmosfera a dir poco surreale, ci troviamo a vagare sull'isola in completa solitudine, aspettandoci che da un momento all'altro sbarchi James Franco in persona per rimettere in moto il tutto.
Alla fine non arriva nessuno, non ci resta altro che abbandonare l'isola fantasma per altri...lidi.
Qui si trova Rebel, un'installazione audio-visiva realizzata da James Franco (ancora lui!) per la Biennale, costituita da più stazioni dislocate lungo i giardini che dovrebbero - il condizionale è d'obbligo - proiettare cortometraggi sperimentali e, in un caso, anche il film We Can't Go Home Again del regista Nicholas Ray (Gioventù bruciata), un documentario a lui dedicato e il lungometraggio Sal, biopic di Franco dedicato all'attore Sal Mineo.
Purtroppo al nostro arrivo ci rendiamo conto che le cose non stanno propriamente così... Sull'isola non c'è praticamente anima viva!
Non solo: le stazioni sembrano in stato di semi-abbandono; solo due schermi proiettano qualcosa, in alcuni mancano addirittura le cuffie.
Chiediamo spiegazioni per telefono alla Biennale, ma non ci sanno rispondere, genuinamente stupiti della situazione (gli addetti all'installazione si sono forse imboscati?).
Così, in un'atmosfera a dir poco surreale, ci troviamo a vagare sull'isola in completa solitudine, aspettandoci che da un momento all'altro sbarchi James Franco in persona per rimettere in moto il tutto.
Alla fine non arriva nessuno, non ci resta altro che abbandonare l'isola fantasma per altri...lidi.
Etichette: James Franco, Venezia 2011
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page