giovedì 13 settembre 2012

VENEZIA 2012. THE MASTER, CERCO UN CENTRO DI GRAVITA' PERMANENTE

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA, 2012
137'
Regia: Paul Thomas Anderson
Interpreti: Joaquin Phoenix, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Laura Dern


Dal nostro inviato alla Mostra del Cinema di Venezia.


E così, come anticipato nel post precedente, ho acquistato il biglietto per una delle opere più attese alla vigilia della Mostra del Cinema di Venezia, The Master, del regista cult Paul Thomas Anderson, autore assai stimato di Magnolia e Il Petroliere e fresco vincitore del Leone d'Argento per la migliore regia.

Opera molto attesa anche perché annunciata come prima, aperta critica cinematografica al controverso e potente movimento di Scientology.

Fughiamo subito ogni dubbio: dopo aver visto il film si ha l'impressione che il regista non fosse tanto interessato ad attaccare l'organizzazione fondata da Ron Hubbard (i riferimenti ci sono, ma sono palesi solo per chi ne conosce la genesi) quanto piuttosto a descrivere la ricerca da parte di un reduce della Seconda Guerra Mondiale inquieto e a disagio nelle relazioni interpersonali (Joaquin Phoenix) di un equilibrio nella sua vita.

Ad un certo punto sembra averlo trovato grazie alla relazione di amicizia, confidenza, fiducia che riesce ad instaurare con il capo di una psico-setta in espansione (Philip Seymour Hoffman).

P.T. Anderson presenta, quindi, la storia di due persone agli antipodi come carattere (ma, come si dice, gli opposti si attraggono) che però non riescono a fare a meno l'uno dell'altro: lo sbandato trova nel guru un senso di sicurezza e questi si sente attratto dall'irrefrenabile anelito alla libertà, dall'agire slegato dai lacci delle convenzioni sociali del suo sodale.

La messa in scena di questo rapporto, che diventa presto di interdipendenza, utilizza immagini magniloquenti ed epiche ad alta definizione, molto nitide, ottenute grazie all'utilizzo della ormai raramente adoperata pellicola formato 65 mm (proiettata in 70 mm), dalla resa assai suggestiva.

Ciò che impressiona maggiormente in The Master non è, però, la trama in sé (un'analisi più approfondita della setta la avrebbe reso forse più pepata), né la perizia registica sopraffina con la quale questa è sviluppata e alla quale Anderson ci ha abituati, bensì le superbe interpretazioni dei due protagonisti, non a caso entrambi premiati ex aequo con la Coppa Volpi per il migliore attore.

Più facile (si fa per dire) la prova di Joaquin Phoenix, che riesce a conquistare lo stesso riconoscimento che aveva consacrato 21 anni fa suo fratello River (per Belli e dannati), per un ruolo di reietto sopra le righe e tormentato che sembra ritagliato apposta su di lui.

Più sottile e con maggiori sfaccettature il personaggio rappresentato da Philip Seymour Hoffman, manipolatore e manipolato, carismatico e succubo, esteriormente rassicurante quanto intimamente sulfureo.
The Master (il maestro) è lui.

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