martedì 10 febbraio 2015

THE THEORY OF EVERYTHING, PER AMARE NON CI VUOLE UNA SCIENZA

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

Regno Unito, 2014
123'
Regia: James Marsh
Interpreti: Eddie Redmayne, Felicity Jones, Charlie Cox, David Thewlis, Emily Watson, Stephen Hawking (voce).


Stephen Hawking - fisico, matematico, cosmologo, astrofisico britannico - è probabilmente lo scienziato vivente più famoso e conosciuto del mondo, per almeno due ragioni.
La prima è di sicuro la sua immagine pubblica: malato di SLA dall'età di 21 anni (ma più probabilmente di atrofia muscolare progressiva), è costretto all'immobilità e a parlare tramite un sintetizzatore vocale.

L'altra ragione è rappresentata dalle sue teorie innovative: dallo Stato di Hartle-Hawking (secondo cui l'universo non avrebbe confini) alla Radiazione di Hawking (ossia la scoperta che i buchi neri emettono calore), passando per il multiverso (ipotesi che prevede l'esistenza di universi alternativi e paralleli al nostro).

Come tutti i biopic che si rispettino, la vicenda è raccontata con uno schema classico e rodato: giovinezza-amore-successo, poi tragedia-lotta-affermazione, infine complicazioni-risoluzione-lieto fine, non senza qualche sorpresa lungo il cammino.

La Teoria del Tutto, uscito da pochissimo nelle sale e candidato dall'Academy a 5 statuette (esattamente come Whiplash, Foxcatcher e Interstellar), è tratto dal libro autobiografico di Jane Wilde, prima moglie di Hawkins.
E come tutti i biopic che si rispettino, è sviluppato secondo uno schema classico e rodato: giovinezza-amore-successo, poi tragedia-lotta-affermazione, infine complicazioni-risoluzione-lieto fine.

Se l'Oscar per il miglior film - dovendo competere contemporaneamente con Birdman, Boyhood e Grand Budapest Hotel - sarà difficile da conquistare, per quelli relativi a miglior sceneggiatura e colonna sonora le possibilità sono più numerose.

Ma il piatto forte della pellicola sono le interpretazioni: non a caso i due protagonisti - Eddie Redmayne e Felicity Jones - sono entrambi candidati.
Il primo, apprezzato attore teatrale, era nel supercast di Les Misérables (nella parte di Marius), ma è questo ruolo che lo ha reso famoso e gli ha fatto vincere numerosi riconoscimenti, come il Golden Globe per il miglior attore drammatico.

La sua trasformazione in Hawking è impressionante e credibile, frutto di un lungo e complicato lavoro di preparazione fisica e studio delle espressioni facciali.
È lui il più insidioso rivale di Michael Keaton nella conquista della statuetta per la migliore interpretazione maschile, forte anche del debole che tradizionalmente l'Academy ha per i personaggi con disabilità dotati di talento (si veda, a titolo di esempio, Rain Man e Il Mio Piede Sinistro, i cui protagonisti - rispettivamente Dustin Hoffman e Daniel Day-Lewis - sono stati infatti premiati con l'Oscar).

Certamente è favorito sull'amico Benedict Cumberbatch - anch'esso presente nella stessa categoria - che, ironia della sorte, è stato il primo ad interpretare il celebre scienziato invalido (in un film per la Tv).

La seconda, nella parte di Jane Wilde, è invece il volto decisamente meno noto tra tutte le attrici nominate - l'altra non famosissima è la Rosamund Pike di Gone Girl, che però è stata Bond Girl in La Morte può attendere a fianco di Pierce Brosnan - ma è riuscita a spuntarla su Amy Adams (Big Eyes) e Jennifer Aniston (Cake).
La nomination quasi certamente non porterà all'Oscar - salvo clamorosi colpi di scena dovrebbe essere Julianne Moore ad aggiudicarselo - ma servirà comunque a farla conoscere e a darle opportunità: in questo film se la cava egregiamente e non sfigura accanto al bravo collega.

Oltre alla scelta del cast, apprezziamo il tocco con il quale il regista James Marsh e lo sceneggiatore Anthony McCarten hanno trattato la vicenda umana di Hawking: il rischio era di risultare lacrimevoli e pietistici.
Scampato pericolo: La Teoria del Tutto si fa vedere, senza risultare troppo pesante.

In fondo, più che la storia di un disabile, La Teoria del Tutto è una realistica storia d'amore (con colpo di scena finale).

PS: come il film suggerisce, Stephen Hawking è anche una persona dotata di grande umorismo e autoironia. A titolo di esempio, andatevi a guardare qui le sue apparizioni in Star Trek e I Simpson!

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