martedì 13 settembre 2016

VENEZIA 2016. È TORNATO LO SPIRITO DEL 2011!

Dall'alto: Lav Diaz con il Leone d'Oro vinto da The Woman Who Left; Tom Ford con il Gran Premio della Giuria; Amat Escalante (a sinistra) e Andrei Konchalovsky (a destra) con i riconoscimenti per la migliore regia; Oscar Martinez con la Coppa Volpi.  


Dopo 4 anni di selezioni imbarazzanti, premi assegnati a casaccio e la conseguente disaffezione di pubblico e critica, finalmente possiamo confermarlo: l'edizione di quest'anno della Mostra è stata la migliore dal 2011.

Finalmente grandi titoli e grandi autori accanto a talenti promettenti, finalmente un'atmosfera glam, finalmente una selezione di film che non sembrano gli scarti degli altri festival, finalmente la percezione che quest'anno Venezia sia meglio di Cannes e Toronto.

Finalmente si è tornati allo spirito e ai fasti delle edizioni della kermesse guidate da Marco Müller, in particolare a quella storica del 2011, infarcita di opere interessanti e stuzzicanti.

Certo, il filippino The Woman Who Left - storia in bianco e nero della redenzione di una donna detenuta per molti anni illegalmente in prigione - coi suoi 226 minuti di durata (!) difficilmente attirerà folle al di fuori della propria patria (e forse neanche là).

Diciamolo: erano presenti altre pellicole di maggiore appeal che potevano essere premiate con il massimo riconoscimento.
Però scegliendo questa, la Giuria presieduta da Sam Mendes ha probabilmente voluto valorizzarne una di una cinematografia "povera", non in grado di far sentire la propria voce nel mercato globale.

L'opera di Lav Diaz sparirà presto dalla memoria (tranne di quelli che se la sono dovuta sorbire), ma per lo meno resterà nelle statistiche.

Già: che cosa resterà di questa 73a edizione del festival lagunare?

Non certo i film italiani: già solo leggendo le trame, i titoli nostrani non sembravano certo i più accattivanti.
Il riscontro di spettatori, critici e giurati ha comunque confermato questa impressione.

A lasciare il segno sono state invece le pellicole statunitensi: tante, di ottimo livello e molto apprezzate.

A partire da La La Land, il musical romantico di Damien Chazelle (già autore dell'ottimo Whiplash) che ha convinto e conquistato tutti.

Oltre all'onore di aprire la kermesse, esso si pone già come serio pretendente agli Oscar 2017 e intanto ha già fruttato a Emma Stone la Coppa Volpi come migliore attrice.
Già candidata all'Oscar per Birdman, la protagonista di Magic in the Moonlight potrebbe fare il bis nella prossima edizione, ma dovrà vedersela con altre due colleghe che hanno raccolto un plauso unanime: Natalie Portman e Amy Adams.

La prima è una convincentissima Jacqueline Kennedy nel biopic a lei dedicato, Jackie, di Pablo Larraín: molti si aspettavano un riconoscimento alla protagonista o al cineasta, ma a essere premiata è stata la sceneggiatura.
Non se la prenda troppo, la diva di Star Wars: nel 2011 ha vinto l'Oscar come attrice protagonista per Black Swan, passato anch'esso dal Lido (aveva inaugurato l'edizione del 2010).
Chissà...

La seconda si è presentata a Venezia con ben due film in concorso: il fantascientifico Arrival di Denis Villeneuve non ha vinto nulla, ma siamo sicuri che avrà possibilità di rifarsi; il thriller molto elegante Nocturnal Animals si è invece aggiudicato il Gran Premio della Giuria (tradizionalmente, una sorta di medaglia d'argento), andato allo stilista-cineasta Tom Ford.
Agli Oscar, la Lois Lane di Batman v Superman ha già collezionato 6 nomination: ne prevediamo un'altra tra pochi mesi e le auguriamo di vincere prima o poi l'ambita statuetta.

Ha sorpreso molti il Premio Speciale della Giuria al controverso The Bad Batch, storia pulp ambientata in una comunità di cannibali diretta dalla giovane Ana Lily Amirpour, unica regista donna presente in competizione assieme alla nostra Martina Parenti (coautrice con Massimo d'Anolfi del documentario Spira Mirabilis).

Fuori concorso si è assistito invece al ritorno di Mel Gibson dietro alla macchina da presa con Hacksaw Ridge, vicenda bellica che narra del primo obiettore di coscienza a vincere la medaglia d'onore al valor militare.
Lasciati alle spalle i tanti scandali degli ultimi anni, il divo è tornato alla grande: se Hollywood lo perdonerà, potremmo avere un altro serio contendente agli Academy Awards 2017.

E gli altri?

La cinematografia latino-americana si sta dimostrando una delle più vivaci.

Dopo l'exploit dell' anno scorso - Leone d'Oro al venezuelano Desde allá di Lorenzo Vigas e Leone d'Argento per la migliore regia all'argentino Pablo Trapero per El Clan - anche questa volta riesce a ritagliarsi uno spazio, con la prestigiosa Coppa Volpi per il miglior attore andata a Oscar Martinez - anch'egli argentino e protagonista della commedia rivelazione El Ciudadano Ilustre - e il premio come miglior regista al messicano Amat Escalante - messicano come Alfonso Cuarón e Alejandro González Iñárritu, vincitori per la regia delle edizioni 2014, 2015, 2016 degli Oscar.

Escalante che però ha dovuto condividere il premio con il russo Andrei Konchalovsky, che lo stesso riconoscimento lo aveva già ricevuto a Venezia 2014.
L'autore di Tango & Cash al momento di essere premiato ha azzardato un discorso di ringraziamento in italiano: il risultato non è stato dei migliori, ma apprezziamo comunque la buona volontà (anche Tom Ford ha parlato nel nostro idioma, cavandosela molto meglio; ma lavorare nel mondo della moda lo ha aiutato maggiormente).

Gloria l'ha ricevuta anche un altro cineasta slavo, il polacco Jerzy Skolimowski, che in Laguna si era già aggiudicato il Gran Premio della Giuria nel 2010 ed era stato in concorso l' anno scorso: a lui e a Jean-Paul Belmondo il Leone d'Oro alla carriera.

Ben 62 anni separano il divo francese (classe 1933) dalla giovane tedesca Paula Beer, vincitrice del Premio Marcello Mastroianni per talenti emergenti: le auguriamo una carriera soddisfacente quanto quelle dei suoi predecessori Gael García Bernal e Diego Luna, Jennifer Lawrence, Jasmine Trinca, Mila Kunis, Tye Sheridan.

Insomma, caro Alberto Barbera, questa Mostra n. 73 ci è piaciuta: dai retta a noi, le edizioni al risparmio non funzionano e non danno agli appassionati paganti quelle emozioni che anche noi avevamo provato vedendo Wilde Salomé, Alois Nebel, La Talpa, Cime Tempestose, Texas Killing Fields e Killer Joe.

Quelle emozioni che solo la Mostra di Venezia può dare, e nessun altro.







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