mercoledì 19 ottobre 2016

I CORTI: ZERO, VEDO LA GENTE CHE FLUTTUA

(Clicca sulla locandina per vedere il corto). 

USA/Spagna, 2015
29'
Regia: David Victori
Interpreti: Ryan Eggold, Felix Avitia, David Atkinson.


Un uomo, rimasto vedovo, cerca con difficoltà di conciliare lavoro e doveri di padre.
Il figlio, orfano, non si dà pace per la morte della madre.
I due vivono un rapporto complicato, chiusi come sono nel proprio dolore.

Un giorno, senza alcuna apparente ragione, la forza di gravità va e viene in modo intermittente.
Il mondo sta forse collassando e ci stiamo avvicinando alla sua fine?

Correva l'anno 2012.
YouTube e la compagnia aerea Emirates hanno lanciato un concorso per cortometraggi riservato a cineasti emergenti.
Dopo una lunga selezione, sono stati scelti 10 finalisti che hanno visto il proprio lavoro proiettato nel contesto della 69a Mostra di Venezia.

Alla fine è stato proclamato un vincitore, al quale è stato assegnato un premio di 500.000 dollari, utile per sviluppare un progetto in collaborazione con Ridley Scott e Michael Fassbender nei panni di produttori esecutivi per conto di YouTube.

Ad aggiudicarsi la vincita è stato il catalano David Victori con La Culpa, che noi di CINEMA A BOMBA! abbiamo visto, apprezzato e recensito.






Il futuro regista di The Martian e il divo - vincitore della Coppa Volpi 2011, bi-candidato all'Oscar nel 2014 per 12 Anni Schiavo e nel 2016 per Steve Jobs, protagonista di 300, Hunger, X-Men:Apocalisse - non si sono poi tirati indietro e, a distanza di tre anni, il successivo progetto si è concretizzato.

Come conferma questo nuovo corto, Victori è un autore che tende al metafisico: la trama e gli (ottimi) effetti speciali sono secondari al significato che sottendono.
A prescindere dal genere, thriller o fantascienza che sia, ciò che conta sono le relazioni tra i personaggi, gli interrogativi che essi si pongono, le risposte - per quanto sibilline - con cui sono chiamati a confrontarsi.

Qui non siamo nello spazio e non c'è Sandra Bullock come in Gravity, ma i temi della perdita, dell'abbandono e - ovviamente - della mancanza di gravità (quindi, metaforicamente, di certezze) li ritroviamo anche qui.

Come ne La Culpa, anche in Zero viene lasciata aperta la porta della speranza: l'uomo (l'umanità?) può ancora arrivare alla redenzione, se si rende capace di perdonare.

L'unico rimedio alla solitudine sembra essere la solidarietà.
E se per non andare alla deriva bastasse prendersi per mano?






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