venerdì 20 gennaio 2017

MARVEL. THOR, DATEMI UN MARTELLO

Chris Hemsworth nei panni di Thor.  


Cominciamo con una precisazione: tra i personaggi principali della Marvel ce n'è uno che non è stato inventato ex novo.

Figlio di Odino (il re degli dei), abitante di Ásgard (in un mondo separato da quello dei mortali), dotato di muscoli possenti e di una forza sovrumana, Thor è il dio del tuono le cui gesta sono narrate dalla mitologia norrena.

La divinità scandinava è spesso rappresentata con in mano Mjöllnir, un gigantesco martello magico capace di colpire gli avversari e di tornare indietro - più o meno come un boomerang - dal suo proprietario, l'unico in grado di impugnarlo.

Stan Lee, Larry Lieber e Jack Kirby, in cerca di un eroe ancora più forte di Hulk (e chi può essere più forte di un dio?), lo hanno preso in prestito e modernizzato, facendone dal 1962 il protagonista di una serie a fumetti.

Le sue avventure sono caratterizzate da uno stile particolare: l'eroe si esprime con locuzioni arcaiche (spesso mutuate da opere di Shakespeare), le atmosfere ricordano opere wagneriane (lo stesso Thor, tradizionalmente descritto con fluenti barba e capelli rossi, è diventato un eroe biondo simile a Sigfrido, ma vestito alla vichinga), le storie sono a volte vere e proprie trasposizioni delle leggende nordiche o ne sono pesantemente influenzate.

L'"americanizzazione" del mito nordeuropeo ha funzionato: il personaggio è tuttora considerato uno dei più rappresentativi della Marvel, la testata a lui dedicata continua ancora oggi (tra i vari cicli di storie ricordiamo quello dello scrittore Warren Ellis, per i disegni di Mike Deodato) e numerose sono state le versioni a cartoni animati.

Ma i fan hanno dovuto pazientare fino al 2011 per lo sbarco sul grande schermo.






Thor (2011)


Il trailer di Thor.

Insolita la scelta del regista: Kenneth Branagh.
Cioè uno dei massimi interpreti a teatro e al cinema delle opere di Shakespeare sia in veste di attore che di regista.
Un artista che può vantare cinque nomination agli Oscar - come regista e attore protagonista di Enrico V nel 1989, miglior cortometraggio per Il Canto del Cigno del 1992, miglior sceneggiatura non originale per Hamlet del 1996, miglior attore non protagonista per Marilyn del 2011) -, cinque ai Golden Globe e un'infinità di altri riconoscimenti.

Ambizioso l'intento: cercare di dare un certo spessore culturale ad un prodotto concepito per l'intrattenimento.
Coinvolgere Branagh non poteva che portare quindi alla "shakespearizzazione" della storia.

La vicenda è centrata sui rapporti problematici tra padre (Odino) e figli (Thor e Loki) e tra i due fratelli ed è intrisa di tradimenti, intrighi, gelosie, sete di potere, colpa: uno scontro tra volontà titaniche - i protagonisti sono pur sempre dei! - del quale sono spettatori inermi gli uomini (normali e quindi più deboli), in balia di eventi che non riescono e non possono controllare.

Tra scene di azione ed effetti speciali, emerge una certa impostazione teatrale, soprattutto quando in scena ci sono Anthony Hopkins (Odino) e Tom Hiddleston (Loki), due attori britannici con molta dimestichezza col palcoscenico.
Ma, mentre il primo aveva una lunga e gloriosa carriera cinematografica alle spalle (tra i tanti riconoscimenti, l'Oscar come attore protagonista nel 1992 per Il Silenzio degli Innocenti), per il secondo si è trattato quasi di un esordio (solo due i lungometraggi a suo attivo) e del ruolo che lo ha portato alla notorietà.

A incarnare il protagonista, un altro semi-sconosciuto lanciato proprio da questa pellicola: l'aitante australiano Chris Hemsworth.
Non pensiamo che le donne si siano soffermate sulle qualità recitative.

Ma se affidare la parte di Thor ad un ragazzone alto-biondo-occhi azzurri è scelta condivisibile (soprattutto per il pubblico muliebre), quella della bella di turno ci lascia un po' perplessi.

Il problema non è tanto l'avvenenza di Natalie Portman - chi la mette in dubbio? - quanto piuttosto il fatto di non aver voluto sfruttare (né appieno né in parte) il talento di una delle attrici più brave dei nostri tempi: se qualcuno non è convinto delle qualità espresse nella seconda trilogia di Star Wars, si riguardi almeno Closer di Mike Nichols (nomina agli Oscar, ma vitoria ai Golden Globe come attrice non protagonista), V per Vendetta, Black Swan di Darren Aronofsky (che le valse il Premio Oscar come migliore attrice nel 2011), Knight of Cups di Terrence Malick, oppure vada al cinema a vedere il recente Jackie di Pablo Larraín (molti applausi per la sua prova alla Mostra di Venezia 2016, dov'è stato presentato in anteprima, candidatura ai Golden Globe e...).
Qui fa la parte della ragazza un po' secchiona, sfigata, tutta sospiri: è capace di ben altro.

Tra i personaggi di contorno, segnaliamo la sempre bellissima Rene Russo, il caratterista Stellan Skarsgård (già in Will Hunting-Genio Ribelle), la simpatica Kat Dennings (la stagista casinista), l'allora poco noto Idris Elba e il solito Stan Lee.

Thor si distingue quindi per l'ottima fattura, la trama avvincente e i dialoghi tutt'altro che banali.
Clamorosamente ed inaspettatamente, il tono non è solo epico, ma anche leggero: si ride in più di un'occasione e ci sono scenette piuttosto divertenti.
Non era così scontato, soprattutto se pensiamo che è un film su Thor.

Peccato che Branagh non sia stato confermato anche per il capitolo successivo, dove infatti la sua assenza si fa sentire, come vedremo.

Nel frattempo, il dio del tuono è tra i protagonisti del campione di incassi The Avengers.


The Avengers (2012)


Il trailer di The Avengers.


Avengers: Age of Ultron (2015)


Il trailer di Avengers: Age of Ultron.

Senza anticipare troppo - sui Vendicatori ci soffermeremo più dettagliatamente - del primo possiamo dire che Loki è l'antagonista di turno, deciso a distruggere il mondo con un esercito di mostri alieni (i Chitauri).

Essendo un dio, Capitan America, Iron Man & C. saranno messi a dura prova e chiederanno l'aiuto di Thor, che così si unirà al supergruppo di supereroi per difendere la Terra e proteggere il genere umano.

Nel secondo, invece, il figlio di Odino ha un ruolo marginale e deve lasciare spazio a Capitan America, Iron Man & C.

In Captain America: Civil War, addirittura, non compare proprio.
Speriamo che nelle future pellicole abbia un ruolo più incisivo.


Thor: The Dark World (2013)

Il trailer di Thor: The Dark World.

Facciamo un passo indietro.
Nel secondo film da solista, Thor dovrà allearsi con l'intrigante fratello per salvare l'universo dagli Elfi Oscuri, che vogliono impossessarsi di un potente materiale fluido (che si trova in un'altra dimensione, nel cosiddetto "Mondo Oscuro" - da cui il titolo) che, sfruttando un raro allineamento di pianeti, può riportare tutto ad una oscurità primordiale.

La trama, come avrete capito, non è delle più chiare e non è in effetti il punto di forza del film, che continua pervicacemente a far sospirare la povera Natalie Portman e l'Oscar che ha in bacheca. E noi con loro.

Neanche i cattivi sono dei più memorabili; ma Tom Hiddleston è ancora convincente: è ancora il suo il personaggio più interessante.
E occhio ancora una volta alla consueta comparsata di Stan Lee.

Buoni effetti speciali, buon ritmo.
La pellicola è tutto sommato gradevole, ha degli spunti e dei guizzi buoni; ma certo quella diretta da Branagh è molto migliore.

Speriamo che Thor: Ragnarok (i "Ragnarǫk", nella mitologia norrena, indicano quei fatti che rappresentano lo scontro finale tra potenze della luce e delle tenebre), che uscirà verso la fine dell'anno, sia meno arzigogolato e più ambizioso.

Il dio del tuono Thor...nerà alla grande?




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