venerdì 23 dicembre 2016

MARVEL. IRON MAN, IL MILIARDARIO DI ACCIAIO

Robert Downey Jr. accanto all'armatura di Iron Man.  


Tony Stark, proprietario delle Stark Industries (multinazionale fondata dal padre, Howard) è un miliardario playboy, arrogante, strafottente, irriverente, narcisista ed egocentrico.
Ma anche un inventore geniale e visionario.

Lo dimostra quando viene rapito in zona di guerra (Vietnam o Afghanistan, a seconda delle versioni): ferito gravemente dall'esplosione di una bomba, anziché costruire armi di distruzione di massa come ordinatogli dai suoi carcerieri, improvvisa una potente armatura che gli permette di salvarsi e di fuggire.

Ritornato in patria ci prende gusto: migliora la sua creazione, la rende tecnologicamente più sofisticata e si trasforma in Iron Man, un uomo di ferro capace di volare grazie a propulsori e di sparare raggi laser dai palmi delle mani.
Un supereroe che impiega le sue qualità per combattere la criminalità.

Da solo o insieme agli Avengers, che contribuisce a fondare.

Nato nel 1963 - testi di Stan Lee e Larry Lieber, disegni di Don Heck (ma la copertina del primo albo è a firma Jack Kirby) - Iron Man è uno di quei personaggi che, al contrario di Hulk, maggiormente ha tratto vantaggio dalla versione cinematografica.

Buona parte del merito va riconosciuta all'attore che lo ha portato sul grande schermo: Robert Downey Jr.
Vale la pena soffermarsi un po' sulla sua biografia.

Figlio di un attore ed ex bambino prodigio, egli ha vissuto un'esistenza segnata da successo, fama, soldi, problemi di tossicodipendenza, arresti per droga, cliniche di riabilitazione, eccessi, cadute, ricadute, rinascite.
Come andamento le montagne russe, in confronto, sono una bazzecola.

Ma la sua è anche una storia di redenzione, seconde (e terze, quarte...) possibilità messe a frutto grazie ad un talento recitativo notevole - il suo cospicuo palmarès può vantare, tra i tanti riconoscimenti, due nomine agli Oscar (nel 1993 per Charlot, nel 2009 per Tropic Thunder) e la vittoria di ben tre Golden Globe (uno speciale per il cast di America Oggi di Robert Altman nel 1994, uno per il telefilm Ally McBeal nel 2001, l'altro per lo Sherlock Holmes di Guy Ritchie nel 2010) e una Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1994 (sempre di gruppo per America Oggi).

Sarà però il 2008 l'anno della consacrazione definitiva.






Iron Man (2008)

Il trailer di Iron Man.

Iron Man, cioè la genesi del supereroe e lo scontro con il primo terribile nemico, il socio e amico di famiglia Obadiah Stane.
Ed è subito successo planetario e incassi alle stelle.

In una sorta di transfert l'attore diventa il personaggio che interpreta. E viceversa.
Il pubblico dimostra di gradire l'eroe sopra le righe, imprevedibile, gaglioffo, esuberante e irriverente e si diverte all'istrionismo scatenato di Downey Jr.: in tempi di politically correct, una vera boccata d'ossigeno.

Emblematica, a tal proposito, la scena in cui Tony Stark svela al mondo la sua identità di supereroe, in barba anche alle convenzioni cinematografiche che vorrebbero mistero attorno al vero volto di un giustiziere mascherato.

A fare da spalla a Downey Jr., un cast notevole: Gwyneth Paltrow (già piccola stella di Hook e poi Oscar per Shakespeare in Love), Jeff Bridges (un film su tutti: Il Grande Lebowski!) e Terrence Howard (Big Mama, a fianco di Martin Lawrence; Crash-Contatto Fisico, miglior film agli Oscar 2006).

Funziona tutto, in questa pellicola: la scelta degli attori, la storia, i dialoghi quasi del tutto improvvisati (gustosi i battibecchi, che ricordano le commedie sofisticate degli Anni Cinquanta/Sessanta, tra il protagonista e la segretaria Pepper Potts, interpretata dalla Paltrow), le scene di azione, i combattimenti...

E poi i costumi, le ambientazioni, gli effetti speciali, la colonna sonora (di Ramin Diawadi, ma con contributi anche di Tom Morello dei Rage Against The Machine), le canzoni nei titoli di testa e di coda (Back in Black degli AC/DC e Iron Man dei Black Sabbath).

Senza dimenticare la regia pimpante e dal ritmo vivace di Jon Favreau, che ha una particina (ma ha recitato anche in Daredevil e in The Wolf of Wall Street).

Divertente il breve cameo di Stan Lee, che compare nei panni di... Hugh Hefner (sì, proprio il magnate di Playboy!).

Insomma, l'ambizioso primo film del Marvel Cinematic Universe - con tutta una serie di lungometraggi uno collegato all'altro - ha fatto subito il botto.

Ritroveremo il personaggio, quindi, in altri film successivi della saga, tra i quali ancora due da "solista".


Iron Man 2 (2010)

Il trailer di Iron Man 2.

Il primo seguito è di soli due anni dopo, sempre diretto da Favreau, ma con un copione firmato da Justin Theroux (attore caro a David Lynch ed esordiente nella sceneggiatura).

Questa volta il protagonista deve guardarsi dall'Esercito, che vuole impossessarsi del know-how tecnologico delle Stark Industries a scopi bellici, e deve difendersi dagli attacchi di Ivan Vanko, che ha un conto in sospeso con la famiglia Stark.

Questa volta si va ancora di più a tutto rock!

La colonna sonora firmata interamente dagli AC/DC è infatti la vera protagonista di questa pellicola scatenata e frenetica ed è la musica adatta per l'interessante confronto tra due attori "maledetti": Robert Downey Jr., appunto, e Mickey Rourke.

Il divo di L'Anno del Dragone era rinato dopo una vita tormentata grazie a The Wrestler di Darren Aronofsky nel 2008, pur deturpato da interventi di chirurgia plastica mal riusciti che lo hanno reso irriconoscibile.
E in Iron Man 2 offre un'interpretazione sporca e ruvida che ricorda quella del suo film di rilancio.

I due divi gigioneggiano alla pari senza rubarsi spazio e la pellicola assolve la sua funzione di intrattenimento scatenato, pur non rappresentando una novità dirompente come la precedente.

Ottimi incassi al botteghino e ottime vendite per l'album della band, comunque.


Iron Man 3 (2013)

Il trailer di Iron Man 3.

Per ritrovare il suo antagonista storico, il Mandarino, Iron Man ha dovuto aspettare il terzo film.

Costui - interpretato dal Premio Oscar Ben Kingsley - è a capo di un'organizzazione terroristica che compie attentati sanguinari e minaccia la vita dello stesso Tony Stark.

Ancora ottimi riscontri al botteghino, sebbene la pellicola sia nel complesso inferiore alle precedenti.

Jon Favreau è stato sostituito da Shane Black, ma questi non ha risposto alle attese riposte.
Dallo sceneggiatore di Arma Letale, Arma Letale 2, L'Ultimo Boy Scout, Last Action Hero, Spy e regista poi di The Nice Guys (fuori concorso a Cannes 2016), ci aspettavamo un film frizzante e divertente, pieno di quelle battute brillanti e ironiche alle quali ci ha abituato.

Non è che Iron Man 3 non sia divertente ma, viste le aspettative, pensavamo potesse esserlo di più: è un compitino svolto in modo corretto, ma senza grandi guizzi.

I villain - il già citato Kingsley e Guy Pearce - non sono granché memorabili e i combattimenti tendono ad essere un po' ripetitivi, benché spettacolari e coreografici.
La sceneggiatura - che avrebbe dovuto essere il punto di forza di Black - è abbastanza ordinaria.

Ma il film, tutto sommato, si fa vedere e non delude i fan.
Bisogna dire che l'aver mantenuto la coppia Robert Downey Jr. - Gwyneth Paltrow è stata una mossa saggia e dà continuità con gli episodi precedenti: un reboot senza di loro - e soprattutto senza il primo - sarebbe stato catastrofico, anche per il prosieguo della saga.

Occorre però ammettere che, dopo la prima ottima pellicola, Iron Man riuscirà a dare il proprio meglio solo insieme agli altri Avengers.
Ma di questo parleremo in seguito.

Sostenitori del #TeamIronMan, abbiate ancora un po' di pazienza...

Nel frattempo, noi della redazione di CINEMA A BOMBA! auguriamo un BUON NATALE A TUTTI!







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