I CLASSICI: MEGALOPOLIS, LA CADUTA DELL'IMPERO AMERICANO
(Clicca sulla locandina per vedere il trailer).
USA, 2024
138'
Regia: Francis Ford Coppola
Interpreti: Adam Driver, Nathalie Emmanuel, Giancarlo Esposito, Aubrey Plaza, Jon Voight, Shia LaBeouf, Laurence Fishburne, Taila Shire, Jason Schwartzmann, Dustin Hoffman, Grace VanderWaal, Balthazar Getty.
In un futuro non troppo lontano gli Stati Uniti d'America sono in un periodo di forte decadenza economica, morale, sociale.
In tale contesto di incertezza e smarrimento, il sogno di un giovane e geniale architetto, Cesar Catilina (Driver), di reinventare la megalopoli di New Rome utilizzando un materiale in grado di "vivere" e di adattarsi anche al tempo, si scontra con la visione più pragmatica del poco popolare sindaco della città, Francis Cicero (Esposito).
Accanto a loro si muovono il ricchissimo e potente Hamilton Crasso (Voight), l'ambizioso e dissoluto Clodio (LaBeouf), la vendicativa e intrigante giornalista Wow Platinum (Plaza), la dolce figlia del sindaco Julia Cicero (Emmanuel).
Presentato in pompa magna al Festival di Cannes 2024, Megalopolis rappresenta per Francis Ford Coppola la realizzazione di un'idea accarezzata per una quarantina d'anni, il frutto di decenni di appunti, spunti, intuizioni.
Il mitico regista ha creduto così fortemente nel progetto da ritornare dietro alla macchina da presa dopo ben 13 anni dal suo ultimo lavoro (lo sperimentale Twixt) e da impegnare buona parte del suo patrimonio per produrlo (tra le altre cose, ha dovuto vendere una parte della sua nota azienda vinicola californiana).
Alla sua prima uscita, il film ha diviso nettamente la critica tra chi lo ha osannato come un capolavoro immaginifico e chi lo ha stroncato senza pietà; il riscontro di pubblico è stato invece inequivocabilmente negativo.
Noi di CINEMA A BOMBA! avevamo aspettative alle stelle, ma una volta arrivati ai titoli di coda...
Non giriamoci troppo intorno: fa troppo male vedere come quello che potrebbe essere il canto del cigno di uno dei più grandi cineasti viventi sia in realtà un pasticcio sconclusionato, caotico, incomprensibile, a tratti imbarazzante, dozzinale, kitsch, dove gli spunti interessanti sono travolti da uno tsunami di pseudo-sperimentalismo esasperato ed esasperante, di esagerazioni, contraddizioni, eccessi.
Ciò che vi proponiamo di seguito non è quindi un commento sul Megalopolis che abbiamo visto, ma, per rispetto all'autore della trilogia di Il Padrino e di Apocalypse Now, piuttosto una recensione sul film che probabilmente Coppola avrebbe voluto fare e dedicare alla moglie allora recentemente scomparsa e che noi avremmo voluto vedere; insomma, è una recensione sulle intenzioni.
Un tormentone social di qualche mese fa si chiedeva "Ma quante volte pensi all'Impero Romano?"
Coppola, a quanto pare, ci pensa da decenni, visto che il suo Megalopolis parla del presente - crisi delle istituzioni, l'emergere di un populismo becero, fake news, disinformazione, speculazione edilizia, violenza e criminalità nelle strade... - guardando ad un futuro utopico e attingendo a piene mani proprio al passato dell'Antica Roma.
Il declino della megalopoli New York/New Rome sembra in tutto e per tutto simile a quello degli ultimi anni dell'Impero Romano d'Occidente, soffocato dalla corruzione, da intollerabili disuguaglianze sociali, dall'inettitudine della classe dirigente, da continue congiure e da lotte di potere senza esclusione di colpi.
Il regista innesta in queste suggestioni citazioni (da Marco Aurelio, l'imperatore filosofo, ma non solo) e una sua personale versione della congiura di Catilina che vede nel golpista che voleva sovvertire l'ordine costituito della Repubblica un alfiere del cambiamento, un rivoluzionario che impugna la fiamma del progresso, in contrapposizione a Cicerone, qui considerato come il più pervicace fautore della conservazione, un politico senza una visione del futuro.
Passato (l'Antica Roma, con tutta la sua grandezza e le sue contraddizioni), presente (l'America del trumpismo dilagante), futuro (utopico, ideale, umanista): quella di Coppola in fondo è una profonda, ambiziosa e colta riflessione su uno dei grandi temi dell'esistenza umana: il tempo.
Lo scorrere del tempo, le radici della nostra civiltà, l'uso del tempo che ci è dato da vivere, il tentativo (infruttuoso) di fermare il tempo (uno dei poteri del protagonista), l'eredità che lasceremo ai posteri: Megalopolis è il testamento di un uomo che si avvia al tramonto, conscio della propria situazione, ma ancora ostinatamente ottimista e animato dalla speranza in un mondo migliore.
Francis, nonostante tutto, ti vogliamo bene lo stesso.
Etichette: CANNES 2024, Driver, Emmanuel, Esposito, Fishburne, Francis Ford Coppola, LaBeouf, Megalopolis, Plaza, Voight
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