martedì 4 marzo 2025

OSCAR 2025. S'È FATTA UNA CERTA (AN)ORA

(Dall'alto: Sean Baker con le sue 4 statuette; attrici e attori coi rispettivi Oscar; una scena di Flow, premiato come miglior cartone).


Come si può evincere andando a rileggersi i nostri pronostici, anche quest'anno - modestia a parte - avevamo previsto (quasi) tutto.

Il che non significa che siano mancate le sorprese, anzi.
Confrontando il verdetto di questi Academy Awards con quello dei Golden Globe di poco precedenti, è facile notare come l'uno non abbia confermato l'altro, con qualche eccezione.

Certo, le vittorie di Zoe Saldana e Kieran Culkin come non protagonisti erano scontate (a proposito: complimenti a Gamora dei Guardiani della Galassia e a Fuller di Mamma ho Perso l'Aereo!), quella di Adrien Brody no.

Per conquistare la 2a statuetta della propria carriera, il protagonista di The Brutalist (ma lo ricordiamo anche per Grand Budapest Hotel e Midnight in Paris) ha combattuto fino all'ultimo round contro Timothée Chalamet/Bob Dylan di A Complete Unknown.

Il biopic diretto dal regista dell'ultimo Indiana Jones - James Mangold - ci era piaciuto molto e pensiamo sinceramente che avrebbe meritato di più.

Le stesse aspettative che evidentemente aveva su se stessa la rediviva Demi Moore, il cui sorriso è sparito quando al suo posto è stata chiamata la giovane Mikey Madison di Anora (l'attrice di C'era una Volta... a Hollywood è stata una delle rivelazioni della serata).

E a proposito di delusioni, come si sentirà Diane Warren? La navigata songwriter americana ha collezionato 16 candidature - di cui 6 consecutive - tutte andate a vuoto!
Anziché alla sua canzone, l'Academy ha preferito dare un contentino a Emilia Pérez.

E qui veniamo al film che è stato il grande sconfitto della Notte delle Stelle.
Partito forte grazie ai Globes e alle 13 nomination ottenute, nel giro di poche settimane il musical francese è passato dall'essere il favorito all'essere il più odiato.

Colpa di una clamorosa campagna d'odio online che ha investito sia la protagonista transgender Karla Sofía Gascón sia la pellicola stessa: la prima a causa di una serie di dichiarazioni discutibili; la seconda perché ritenuta irrispettosa nei confronti degli ispanici (è ambientata in Messico), delle vittime dei narcos e - ironia della sorte - della stessa comunità trans.

Chi invece è tornato a casa a testa alta è Flow, lungometraggio d'animazione muto che batte bandiera lettone(!) e da buon Davide ha sconfitto Golia, cioé la corazzata Disney che col seguito di Inside Out sperava di interrompere un digiuno da Oscar che dura dal 2021.

Idem si può dire di No Other Land, documentario israelo-palestinese la cui vittoria nella categoria è una speranza di pace per la striscia di terra più martoriata del Medioriente.
I membri dell'Academy sono stati coraggiosi a premiare un'opera che denuncia apertamente le brutalità dei fanatici sionisti, alleati storici dei vari governi USA.

Infine, veniamo ai grandi vincitori della serata: Sean Baker e il suo Anora.
Nonostante la Palma d'Oro a Cannes 2024, chi avrebbe scommesso fino a qualche settimana fa che questo autore indie si sarebbe messo in saccoccia 4 dei 5 Oscar vinti dal suo lungometraggio (oltra a film e regia, anche sceneggiatura e montaggio)?

Anora, una sorta di anti- Pretty Woman arricchita dall'interpretazione convincente della Madison, è stata la sorpresa che tanti non hanno visto arrivare.
Tanti, ma non CINEMA A BOMBA!


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