domenica 17 aprile 2016

I CLASSICI: INSIDE OUT, TU CHIAMALE SE VUOI... EMOZIONI!

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2015
94'
Regia: Pete Docter, Ronnie del Carmen
Voci originali di: Amy Poehler, Phyllis Smith, Lewis Black, Bill Hader, Mindy Kaling, Diane Lane, Kyle MacLachlan, Frank Oz.


Nella testa di Riley, undicenne del Minnesota appassionata di hockey, convivono 5 emozioni: Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto.
La sua vita cambia quando, insieme ai genitori, si trova costretta a trasferirsi a San Francisco.

Le difficoltà della nuova situazione sono aggravate da alcuni pasticci compiuti dalle emozioni nel Quartier Generale, che rischiano di far perdere a Riley tutti i Ricordi Base.
Toccherà a Gioia e Tristezza unire le forze per evitare che le Personalità della ragazzina finiscano per sempre nel Baratro della Memoria...

In un'era in cui le pellicole d'animazione sembrano spuntare come funghi, non è sempre facile imbattersi in opere di qualità.
Per fortuna, Inside Out appartiene a questa categoria.

Era da un po' di tempo che la premiata ditta Disney-Pixar non ci offriva un prodotto di così alto livello: tolto Frozen (ben 2 Oscar nel 2014), bisogna risalire al bellissimo Up (2009) per ritrovare qualcosa di simile.

Rivolto più a spettatori pre-adolescenti che a bambini (ma è consigliabile anche agli adulti), il film sfrutta un'idea originale e geniale - la personificazione delle emozioni - e la innesta in una storia che è possibile leggere a più livelli.

Consultando psicologi e specialisti del settore, gli sceneggiatori Peter Docter (anche regista), Meg LeFauve e Josh Cooley - candidati un po' a sorpresa ma meritatamente all' Oscar - si sono concentrati su 5 emozioni delle 27 originariamente considerate e quindi le hanno caratterizzate: Gioia assomiglia ad una stella; Tristezza ad una lacrima; Rabbia ad un mattone infuocato; Paura ad un nervo; Disgusto ad un broccolo.

Dopodiché hanno sviluppato (con sensibilità) una storia dal punto di vista principalmente della protagonista, un'adolescente nel bel mezzo dei turbamenti della crescita.

Sebbene vengano toccati quindi argomenti seri, il divertimento tuttavia non manca - anche se bisogna ammettere che si ride meno che in altri film d'animazione più leggeri, superficiali e "facili".

Così, si può apprezzare la buffoneria dei personaggi di contorno, come il collerico Rabbia o l'imbranato ragazzino coi ricci (questi è stato poi protagonista di Il Primo Appuntamento di Riley, spassoso corto/sequel che vi avevamo presentato qualche tempo fa), e godersi i riferimenti tra le righe, i giochi di parole, le scenette di vita familiare, gli sketch.

Nel cast originale - una volta tanto non rovinato, nel doppiaggio italiano, dalla solita pletora di dilettanti pseudovip - si segnalano attori del calibro di Diane Lane (ormai abituata al ruolo di madre: è pure quella di Clark Kent nel recentissimo Batman v Superman), Kyle MacLachlan di Twin Peaks, Frank Oz (era in Una Poltrona per Due, ricordate?) e la coppia Hader/Poehler, già collaudata in Hoodwinked Too.

Che Inside Out sia stato il film d'animazione dell'anno lo attesta anche lo scontato Oscar nella categoria, seguito all'altrettanto prevedibile Golden Globe e al tripudio tributato prima dal Festival di Cannes e poi dagli spettatori in tutto il mondo.

Fa ridere, riflettere e commuovere: non poca cosa per un cartoon.

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