domenica 10 aprile 2016

BATMAN V SUPERMAN: DAWN OF JUSTICE, L'ALBA DEI SUPER-GILET

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2016
151'
Regia: Zack Snyder
Interpreti: Ben Affleck, Henry Cavill, Gal Gadot, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Diane Lane, Laurence Fishburne, Jeremy Irons, Holly Hunter, Kevin Costner, Jason Momoa, Ezra Miller, Ray Fisher, Michael Shannon, Jeffrey Dean Morgan.


Comincia così. La febbre. La rabbia. Il senso di impotenza che rende gli uomini buoni crudeli.

Bruce Wayne/Batman (Affleck) è stato testimone di morte e distruzione causate dalla lotta tra Superman (Cavill) e gli accoliti del Generale kryptoniano Zod (Shannon), senza aver potuto fare nulla per salvare vite umane.

La frustrazione ed il desiderio di vendetta lo porteranno a considerare il superuomo alieno un potenziale nemico dell'umanità: se egli volesse diventare padrone della Terra non avrebbe difficoltà a riuscirci, in virtù della sua forza prodigiosa e dell'aura da semidio.
Lui, così al di sopra di tutto e di tutti.

Lo stesso Clark Kent è tormentato dai dubbi sul proprio ruolo nel mondo e dai sensi di colpa per via delle numerose perdite umane che le sue azioni hanno portato.

Ad aizzare l'uno contro l'altro i due supereroi ci pensano le macchinazioni di un giovane magnate senza scrupoli di nome Lex Luthor (Eisenberg).

Uomo contro Superuomo: chi vincerà?

L'esito sembrerebbe scontato, ma mai sottovalutare la determinazione dell'Uomo Pipistrello:
Dimmi: tu sanguini? Lo farai!

Lo scontro sarà epico e senza esclusione di colpi.

Un'attesa spasmodica, alimentata da anticipazioni goccia-a-goccia.
Una martellante - e un po' invasiva - campagna pubblicitaria.
Furiose polemiche via web sul nuovo interprete del paladino di Gotham City.
La curiosità di vedere uno contro l'altro i due eroi dei fumetti più famosi e popolari al mondo.
L'inevitabile confronto col florido universo Marvel.

Batman v Superman: Dawn of Justice non poteva che essere destinato a grandi incassi iniziali e a discussioni senza fine.

Bisogna ammettere che affidare la cabina di comando ad un regista divisivo come Zack Snyder non ha aiutato la pellicola dinnanzi ai critici, che precedentemente avevano massacrato il suo 300: le recensioni sono state impietose e stanno cominciando ad avere effetto sull'afflusso del pubblico.

Che cosa viene imputato al cineasta del Wisconsin?
Di aver sprecato una storia potenzialmente esplosiva con tutta una serie di gravi errori: l'assenza di ironia e alleggerimenti in una storia fin troppo cupa e violenta, una certa freddezza nella narrazione, la presenza di troppi particolari nelle singole inquadrature, uno sviluppo un po' abborracciato (eppure lo script è firmato da due ottimi sceneggiatori), goffe velleità pseudo-religiose, la scarsa originalità nella rappresentazione del malvagio Doomsday (in effetti sembra uscito dalla saga de Il Signore degli Anelli)...

Beh, su quest'ultimo punto non possiamo ribattere, ma per il resto noi della redazione di CINEMA A BOMBA! siamo rimasti entusiasti di questo Batman v Superman... e voi sapete quanto siamo esigenti!

I due autori del copione - Chris Terrio (Oscar nel 2013 per Argo) e David S. Goyer (co-sceneggiatore del Batman nolaniano e de L'Uomo d'Acciaio) - hanno attinto da diverse fonti fumettistiche importanti, in particolare Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller (riferimento di quasi tutti i film di Batman realizzati finora) e la Justice League nella versione di Jim Lee e Geoff Johns (quest'ultimo figura nei credits come produttore esecutivo), per contribuire a realizzare un'opera unica nel suo genere.

Eh sì, perché BvS è allo stesso tempo un seguito, un reboot e un prequel.
Un seguito del succitato L'Uomo d'Acciaio, riuscito rilancio cinematografico di Superman; un reboot della lunga saga di Batman, con Ben Affleck come nuovo Uomo Pipistrello; un prequel della futura serie dedicata proprio alla Justice League, corrispettivo DC Comics degli Avengers targati Marvel.

Quella orchestrata da Snyder è un'opera complessa, da "leggere" a più livelli, sospesa tra sogno e realtà.
Richiede spettatori non passivi, tanti sono i riferimenti più o meno nascosti, le sottotrame, gli interludi apparentemente fuori contesto.
E tanti sono i personaggi, gli effetti speciali, i dettagli.

Pensiamo che proprio questo sia uno dei punti di forza: è sconsigliato a quanti sono abituati a recarsi al cinema solo per vedere storie esili infarcite esclusivamente di esplosioni e scazzotatte (che comunque non mancano neppure qui).
Non è un caso che il regista/fumettista Kevin Smith - un vero esperto nel settore - abbia affermato che BvS andrebbe visto almeno due volte.

Un altro punto di forza, l'unico che abbia messo d'accordo pubblico e critica, è la scelta geniale di Ben Affleck come Bruce Wayne.
La sua è una prova che ha zittito anche gli haters più ottusi: mascella in evidenza, fisico (fin troppo) scolpito e grinta da vendere, il due volte Premio Oscar (come sceneggiatore di Will Hunting-Genio Ribelle e come produttore di Argo) è senza dubbio il miglior Batman dai tempi di Michael Keaton.

A tenergli degnamente testa è l'attrice/modella/ex soldatessa israeliana Gal Gadot (già vista in Fast & Furious 4, 5 e 6), la prima Wonder Woman a comparire sul grande schermo.
Esordio col botto: il suo personaggio è subito piaciuto per piglio, fascino e coraggio - il suo irrompere in scena col costume in una delle sequenze topiche ha scatenato in molte sale applausi scroscianti e approvazioni - e ora molti aspettano con impazienza la pellicola di cui sarà protagonista assoluta (la stanno girando in parte in Italia).

L'inglese Henry Cavill si conferma una buona scelta per il ruolo di un Clark Kent/Superman, deus ex machina poco deus ma molto tormentato, diviso tra l'amore per le donne della sua vita - la fidanzata Lois Lane (la sempre ottima Amy Adams; ma non potevano darle più spazio?) e la madre Martha (Diane Lane) - e i suoi doveri di supereroe.

Pareri discordi ha generato la personificazione di Lex Luthor da parte di Jesse Eisenberg.
Molto lontano dalle caratterizzazioni che anni or sono avevano dato al personaggio Gene Hackman e Kevin Spacey, la nemesi di Superman è ora un piccolo capellone psicotico e nervosetto.
Il candidato all'Oscar per The Social Network va un po' sopra le righe, ma lo richiede il ruolo: abbiamo finalmente trovato un Lex Luthor machiavellico e senza scrupoli, più aderente all'originale rispetto a quello dei suoi predecessori.

Tra gli attori di contorno, spiccano Laurence Fishburne, Michael Shannon (il già protagonista di Bug e Take Shelter non è che abbia proprio una parte: diciamo che compare) e Jeffrey Dean Morgan (quello di Texas Killing Fields; gli avevamo dedicato anche una scheda, ricordate?).

E poi ben tre Premi Oscar!
Jeremy Irons lo ha vinto nel 1991 per Il Mistero von Bulow. Qui fa Alfred, il compassato maggiordomo tuttofare di casa Wayne.
Holly Hunter è stata premiata nel 1994 per Lezioni di Piano. È la senatrice Finch.
Nella parte del padre putativo di Clark Kent ritroviamo invece Kevin Costner: lui, nel 1991, si era portato a casa le statuette per il miglior film e la migliore regia grazie a Balla coi Lupi.

Senza spoilerare nulla - il sottotitolo Dawn of Justice è abbastanza esplicito - possiamo segnalare anche l'introduzione, in piccoli cammei, dei futuri personaggi che andranno a completare la Justice League: Aquaman (Momoa), Flash (Miller), Cyborg (Fisher).
In futuro avranno dei film dedicati, non preoccupatevi.

All'appello manca solo Lanterna Verde: forse verrà recuperato più avanti, forse invece sta pagando il fiasco della sua pellicola "solista" di qualche anno fa, quando a interpretarlo era stato Ryan Reynolds (l'attore canadese si è rifatto ampiamente col recentissimo Deadpool, come sappiamo).

Tuttavia, BvS non è soltanto l'apripista di una lunga serie, bensì un'opera di intrattenimento molto più ricca delle sue omologhe in quanto a contenuti, temi, argomenti di discussione.
E più ambiziosa, più profonda.

Neghiamo quindi con decisione che a questo film - che rimarrà comunque un capitolo fondamentale nella storia del cinema supereroistico - manchi una vera e propria morale, come qualche critico ha affermato.
La morale c'è, e la prendiamo in prestito da Gigi Proietti, parafrasando il suo sketch del Cavaliere Bianco contro il Cavaliere Nero.

Non importa che tu sia il Joker, il Pinguino, Due Facce, l'Enigmista, Mr. Freeze, Poison Ivy, lo Spaventapasseri, Ra's al Ghul, Bane, Lex Luthor, Doomsday o addirittura Superman.

Tu ar Cavaliere Oscuro nun je devi rompe' er ca...!
Sennò son dolori (e i personaggi sopra citati ne sanno qualcosa).

[Curiosità finale: avete notato il curioso proliferare di gilet nel corso del film? Ne indossa uno praticamente ogni personaggio, o quasi.
Che ciò sia un vezzo del costumista Michael Wilkinson, una semplice casualità o che invece sottenda qualcos'altro lo lasciamo decidere a voi...]

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