OSCAR 2016. IL PONTE DELLE SPIE, IL PREMIO OSCAR... SERVIREBBE?
(Clicca sulla locandina per vedere il trailer).
USA, 2015
141'
Regia: Steven Spielberg
Interpreti: Tom Hanks, Mark Rylance, Amy Ryan, Alan Alda, Austin Stowell, Jesse Plemons, Sebastian Koch, Will Rogers.
1957. Brooklyn. Il tranquillo e insospettabile Rudolf Abel (Rylance) è arrestato con l'accusa di spionaggio a danno degli Stati Uniti e in favore dell'Unione Sovietica.
Ad occuparsi della sua difesa, l'avvocato di origine irlandese James B. Donovan (Hanks), che già aveva lavorato nel Processo di Norimberga contro i gerarchi nazisti: l'unico ad accettare una causa già persa.
Nonostante le schiaccianti prove contrarie, riesce ad evitare la condanna a morte per il suo assistito e a proporlo per un eventuale scambio di prigionieri.
1960. Germania. Il pilota di U-2 Francis Gary Powers (Stowell) è abbattuto durante una missione di ricognizione sopra i cieli della Germania occupata dai Sovietici e viene fatto prigioniero.
1961. Berlino. Lo studente statunitense Frederic Pryor (Rogers) si trova nella parte sbagliata della capitale tedesca il giorno della costruzione del Muro, senza la possibilità di rimpatriare.
Tocca di nuovo a Donovan occuparsi dei difficilissimi negoziati per riportare a casa i due connazionali.
E proprio Abel potrebbe essere il suo asso nella manica.
Da molti considerato il più grande autore cinematografico della sua generazione, Steven Spielberg alterna da molti anni pellicole di assoluto intrattenimento (la saga di Indiana Jones, Jurassic Park, Le Avventure di Tintin) ad opere di impegno storico/civile (Shindler's List, Salvate il Soldato Ryan, Lincoln).
Il Ponte delle Spie rientra nella seconda categoria e segna la prima collaborazione tra il regista di Cincinnati e i fratelli Joel & Ethan Coen.
Dall'alchimia tra i tre grandi cineasti è nata una pellicola che sa coniugare tensione, sviluppi, azione del thriller spionistico con l'accuratezza storica.
Che differenza con precedenti film di genere come La Talpa, incapace di tenere vivi attenzione e ritmo!
L'esperienza di Mastro Steven è davvero una garanzia.
La sceneggiatura, scritta assieme a Matt Charman dagli autori di Il Grande Lebowski e altri memorabili film, è - come la maggior parte dei loro script, d'altra parte - particolarmente riuscita, piena com'è di considerazioni "alte" sulla libertà (in pieno stile spielberghiano) e di ironia (e qui si riconosce la mano dei due fratelli).
Gli alleggerimenti umoristici di alcuni dialoghi sono geniali nel non soffocare il tono comunque serio che la storia necessitava.
La candidatura al Premio Oscar ci sembra strameritata.
A valorizzare ulteriormente l'opera troviamo due interpreti in stato di grazia.
Il primo è Tom Hanks, che un recentissimo sondaggio ha decretato l'attore più amato dagli americani: convincente e rassicurante come al solito.
Il secondo è una vera rivelazione: Mark Rylance, di estrazione teatrale (anch'egli nominato come attore non protagonista).
"Lei non si preoccupa mai?"
"Servirebbe?"
Questo botta-e-risposta tra i due protagonisti è già diventato un tormentone, anche grazie all'espressione sardonica del misconosciuto cinquantaseienne inglese, la cui prova sotto le righe gli è valsa il sacrosanto plauso della critica internazionale, la simpatia del pubblico e il ruolo principale nel prossimo film di Spielberg (Il Gigante Gentile).
Il Ponte delle Spie permette di fare luce su un episodio poco noto della Guerra Fredda e regala più di 2 ore di cinema puro, un po' all'antica, senza stancare mai.
Forse non vincerà nessuno dei 6 Oscar cui è candidato (oltre a sceneggiatura e attore non protagonista, ha ottenuto nomination anche come miglior film, colonna sonora, scenografia e sonoro), ma ciò non toglie che sia una delle pellicole più belle e significative dell'anno.
In fondo, l'Oscar davvero... servirebbe?
Etichette: Hanks, il Grande Lebowski, Il Ponte delle Spie, Joel e Ethan Coen, Le avventure di Tintin, Lincoln, Oscar 2016, Rylance, Steven Spielberg, Tinker Tailor Soldier Spy
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