martedì 9 febbraio 2016

OSCAR 2016. NOMINATION: FILM E REGIA



Un maggior numero di nomination - 12, in questo caso - può garantire la corona di alloro?

Lo scorso anno Grand Budapest Hotel e Birdman ne avevano avuto lo stesso numero (9), mentre il favorito della vigilia - Boyhood - ne aveva ricevuto 6; la lotta in effetti era stata serrata fino all'ultimo, ma infine a prevalere fu il secondo.

Ma nel 2014 le 10 di Gravity non avevano portato all'affermarsi nella categoria più prestigiosa (però Alfonso Cuarón riuscì ad agguantare la statuetta per la regia), appannaggio di 12 Anni Schiavo.

Peggio era andato l'anno prima al Lincoln di Steven Spielberg: solo due riconoscimenti a fronte di ben 12 nomine, a vantaggio di Argo, che si impose con soli tre Oscar complessivi.

Andando ancora un passo indietro, The Artist aveva trionfato nel 2012 dopo aver raggranellato 10 candidature, ma Hugo Cabret ne aveva avuta una in più.

Il 28 Febbraio The Revenant riuscirà pertanto a invertire il trend degli ultimi anni?

Di primo acchito, l'avversario più temibile dovrebbe essere rappresentato da Mad Max: Fury Road (10 nomination); ma quante possibilità può avere un film di pura azione, sebbene adrenalinico e inventivo?
Gli action movie tradizionalmente non godono di molta considerazione tra i giurati dell'Academy, al di fuori delle categorie tecniche.

Il suo director, George Miller, tuttavia sembra potersela giocare alla pari per la migliore regia col vincitore dello scorso anno, Alejandro González Iñárritu: i favoriti sono loro due, e naturalmente potrebbe avere un certo peso il fatto che i loro film siano stati i più nominati.

Se vincesse il latino-americano sarebbe uno storico bis, riuscito in passato solo al grande John Ford (1941-1942) e a Joseph L. Mankiewicz (1950-1951); e sarebbe la terza statuetta consecutiva made in Mexico (altro record)!

Gli altri registi nominati sono infatti molto poco noti al grande pubblico.
Ma non meravigliatevi: anche negli scorsi anni si era voluto dare visibilità a cineasti talentuosi ma sconosciuti.
Nel 2012 era stata la volta del francese Michel Hazanavicius, che addirittura vinse la statuetta per The Artist; nel 2013 era toccato a Benh Zeitling con Re della Terra Selvaggia; nel 2015 è stato il turno del norvegese Morten Tyldum per The Imitation Game.

Prendiamo Adam McKay.
Il suo La grande scommessa (The Big Short) narra la storia vera di alcuni investitori che, avendo capito ciò stava accadendo sul mercato prima dello scoppio della grande crisi economica iniziata nel 2007, cercano di approfittare della situazione.
Uscito in sordina, sta raccogliendo consensi sempre più diffusi e molti addirittura pronosticano una sua vittoria finale come miglior film (5 le nomination).
Non male per un regista che si è fatto le ossa al Saturday Night Live e che collabora frequentemente col comico Will Ferrell.

Spotlight (6 nomination), presentato fuori concorso a Venezia 2015, tratta del lavoro di un gruppo di giornalisti che riuscì a far luce sugli abusi dei preti pedofili nella Diocesi di Boston, ed è da tempo considerato una pellicola con molte chance di aggiudicarsi la statuetta più prestigiosa.
Il suo regista Tom McCarthy aveva sì diretto altri film prima di questo (tra i quali l'apprezzato L'Ospite Inatteso del 2007) e sceneggiato il pixariano Up ma se a qualcuno la sua faccia ha un che di famigliare è perché lo ha visto recitare in pellicole quali Ti Presento I Miei, Good Night, and Good Luck, Flags of Our Fathers, e altri.

L'irlandese Larry Abrahamson è invece la vera sorpresa della cinquina.
Tipico autore indipendente - piccoli film, incassi bassi, apprezzamento da parte della critica come unico riscontro della bontà del proprio operato -, due anni fa si era fatto notare per il grottesco e drammatico Frank, storia di un cantante che ha sempre in testa un'ingombrante maschera di cartapesta e che vanta la presenza di attori del calibro di Michael Fassbender (è il protagonista), Domnhall Gleeson (il Generale Hux di Star Wars-Il Risveglio della Forza) e Maggie Gyllenhaal (Il Cavaliere Oscuro, American Life, Crazy Heart, Sotto Assedio-White House Down).
Il suo nuovo Room (4 nomination) racconta della vita di una ragazza rapita e reclusa in una stanza per anni da un "orco" assieme al suo figlioletto, che non ha mai visto il mondo.
Un giorno potremmo ricordare questo film come quello che ha lanciato la giovane Brie Larson, autrice di una prova recitativa impegnativa e credibile e candidata all'Oscar.

Tutti e cinque i registi che abbiamo presentato hanno il frutto del loro lavoro nominato anche per il miglior film.

In questa categoria, però, troviamo anche 3 pellicole che sono rimaste "orfane": non ce l'hanno fatta, infatti, due mostri sacri come Steven Spielberg - ma ha già 15 nomine agli Oscar e tre statuette in bacheca (più una alla carriera) - e Ridley Scott (candidato tre volte come regista, non ha mai vinto), nonché l'autore del delizioso Brooklyn John Crowley.

Quest'ultima opera - che ha al centro la vicenda di una ragazza irlandese immigrata negli Stati Uniti divisa tra l'attaccamento alla propria terra di origine e il desiderio di costruirsi una vita nel Nuovo Mondo - ha raggranellato solo tre nomine, ma pesantissime: film, attrice protagonista, sceneggiatura non originale.

I due maestri, tuttavia, possono consolarsi con gli ottimi incassi dei loro Il Ponte delle Spie (6 nomination) e Sopravvissuto-The Martian (7 nomination).

Di alcuni dei film candidati come miglior film vi parleremo più diffusamente tra non molto.
Quali sceglieremo?
Lo saprete solo continuando a seguirci.

Nel frattempo, non perdetevi qui sotto i trailer e le clip dei registi che parlano delle proprie pellicole.
Allora, vi siete fatti un'idea di chi uscirà vincitore dalla notte delle stelle?


MIGLIOR FILM


La grande scommessa (The Big Short), regia di Adam McKay


Il ponte delle spie (Bridge of Spies), regia di Steven Spielberg


Brooklyn, regia di John Crowley


Mad Max: Fury Road, regia di George Miller


Sopravvissuto - The Martian (The Martian), regia di Ridley Scott


Revenant - Redivivo (The Revenant), regia di Alejandro González Iñárritu


Room, regia di Lenny Abrahamson


Il caso Spotlight (Spotlight), regia di Tom McCarthy



MIGLIOR REGIA


Lenny Abrahamson - Room


Alejandro González Iñárritu – Revenant - Redivivo (The Revenant)


Tom McCarthy – Il caso Spotlight (Spotlight)


Adam McKay - La grande scommessa (The Big Short)


George Miller – Mad Max: Fury Road

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