I CLASSICI: 300, PAZZIA? QUESTA È... LA REDAZIONE DI CINEMA A BOMBA!
(Clicca sulla locandina per vedere il trailer).
USA, 2007
118'
Regia: Zack Snyder
Interpreti: Gerard Butler, Michael Fassbender, David Wenham, Lena Headey, Dominic West, Rodrigo Santoro, Peter Mensah.
300.
È il numero dei post pubblicati su questo blog, contando quello che state leggendo (per la cronaca, il numero 100 è stato sulle nomination per i premi tecnici degli Oscar 2013, mentre il 200° era la recensione di Hook-Capitan Uncino di Steven Spielberg).
E 300 è banalmente il film che abbiamo scelto per festeggiare con voi questo evento.
Quando ci siamo accorti del numero fatidico, l'accostamento è stato spontaneo, ma era comunque inevitabile che prima o poi dovessimo occuparci di una delle pellicole più influenti e discusse degli ultimi anni.
A maggior ragione in questi giorni nei quali stiamo aspettando il nuovo kolossal firmato dal suo regista, Zack Snyder, ossia l'attesissimo Batman v Superman, che ci auguriamo venga preso meno di mira dai critici.
Il giudizio su 300 da parte di molti di loro, infatti, si è soffermato soprattutto sui difetti: l'assenza di introspezione psicologica; il culto esagerato della perfezione fisica (gli eroi girano spesso a torso nudo con i muscoli definiti ben in evidenza); il manicheismo (tutti i buoni sono virili, leali, coraggiosi, mentre i malvagi sono specularmente deformi, storpi, viscidi, traditori, codardi, sessualmente ambigui o depravati); l'esaltazione della guerra (pacifisti, diplomatici, e in generale i personaggi più inclini al compromesso fanno una brutta fine e una brutta figura); la violenza e la crudezza di certe scene; la scarsa aderenza ai fatti storici...
[Per tacere dell'interpretazione grossolanamente politica che qualcuno ha voluto dare, arrampicandosi in parallelismi con le figure del Presidente USA George W. Bush e di quello iraniano Ahmadinejad, che ai tempi dell'uscita della pellicola erano - eufemisticamente - in freddissimi rapporti diplomatici.]
Principale imputato: lo stesso regista, che alle spalle non aveva una grande esperienza: il suo esordio era stato nel 2004 con Dawn of the Dead, non memorabile remake dell'omonimo film di George A. Romero (in Italia uscito nel 1978 col titolo di Zombi).
Sempre nel 2004 - lo stesso anno delle Olimpiadi di Atene - erano usciti Troy di Wolfgang Petersen con Brad Pitt, Eric Bana, Orlando Bloom e Diane Kruger e Alexander di Oliver Stone con Colin Farrell, Angelina Jolie e Jared Leto.
Non erano stati dei successoni, ma avevano avuto il merito di riaccendere l'interesse nei film epici ambientati nell'antica Grecia.
Nel 2005 aveva fatto faville, invece, il noir Sin City - diretto da Robert Rodriguez, Quentin Tarantino (in qualità di ospite, avendo girato solo una breve sequenza) e Frank Miller -, reso visivamente molto simile alle tavole della graphic novel dello stesso Miller dal quale era tratto tramite una tecnica detta Chroma Key - la stessa, per intenderci, utilizzata nelle previsioni meteo televisive americane - che consiste nel girare le scene davanti a uno sfondo blu o verde e nell'aggiungere in fase di post produzione particolari creati con la grafica computerizzata laddove c'era lo sfondo.
Sfruttando l'onda lunga dei film sopracitati, Snyder decise di trasporre 300 servendosi della medesima, innovativa tecnica di Sin City.
La storia, abbastanza liberamente tratta da un altro fumetto di Frank Miller, narra dell'eroica resistenza nel 480 a.C. di un esiguo numero i Spartani (secondo la tradizione, più o meno 300) che, guidati dal loro re Leonida e assieme a pochi altri alleati, riuscirono a costo della vita a rallentare l'avanzata del potente e numeroso esercito persiano di Serse presso la stretta gola delle Termopili.
Questo rallentamento avrebbe dato tempo alla lega delle città greche di riorganizzarsi e di riuscire ad approntare una risposta contro gli esausti invasori, sconfitti successivamente e definitivamente nella battaglia di Platea.
L'uso massiccio del Chroma Key ha permesso una certa fedeltà all'albo, almeno in termini grafici: il riadattamento fotogramma-per-fotogramma delle tavole dà la stupefacente sensazione che i disegni prendano vita.
Ogni singola scena ricorda, nei colori e nell'organizzazione dello spazio, il corrispettivo in formato cartaceo.
Poiché solitamente nei comics americani - e il 300 di Miller non fa eccezione - è difficile parlare di verosimiglianza e accuratezza storica, e tutto è esagerato (anatomie, scene di combattimento, dialoghi, trama...), quelle che sarebbero delle assurdità e delle incongruenze in una pellicola a carattere storico passano invece in secondo piano grazie alla natura esplicitamente "fumettosa" dell'opera originale, e quindi della sua versione per il grande schermo.
Liberato pertanto dai vincoli della fedeltà storica, il film viaggia a vele spiegate verso l'iperbole, trascinando con sé lo spettatore ammaliato dalla maestosità e dal dinamismo delle immagini, frutto di effetti speciali digitali sofisticati e di scelte registiche che da un lato strizzano l'occhio al pubblico e dall'altro risultano comunque meticolose e rigorose.
Gli episodi che rimangono più impressi - Leonida che caccia con una possente pedata il diplomatico persiano in un pozzo profondo, l'impeto dei soldati spartani che fa precipitare da un dirupo l'esercito avversario, i combattimenti tra gli schieramenti - infatti, sono sì violenti ma costruiti e pensati in modo tale da alternare movimenti scenografici a rallentamenti che fissano in modo quasi pittorico la scena.
È lo stile che gli studios cercavano per rendere finalmente cinematografiche le tavole dei comics.
Non per niente numerosissimi saranno subito gli imitatori e lo stesso Snyder continuerà il percorso intrapreso: a parte Sucker Punch (2011), scritto da lui, ha diretto in seguito Watchmen (2009, dall'omonima graphic novel di Alan Moore e Dave Gibbons), Il Regno di Ga'Hoole (2010, da racconti fantasy), l'ottimo Man of Steel-L'Uomo d'Acciaio (2013, su Superman), il suo seguito Batman v Superman: Dawn of Justice e dirigerà i successivi sequel tratti dalla serie della DC Comics Justice League.
Del seguito "zarro" 300-L'Alba di un Impero (2014) invece è solo produttore e sceneggiatore.
La sua assenza in regia si fa sentire: qualche cosa buona c'è, ma manca la ricerca della novità, la volontà di creare qualcosa di nuovo ed innovativo.
O perlomeno il coraggio di affidarsi a facce sconosciute ma funzionali: a 300 devono molto il suo protagonista (lo scozzese Gerard Butler), Michael Fassbender ( Hunger è uscito un anno dopo, la Coppa Volpi a Venezia è del 2011, mentre le nomination all'Oscar sono del 2014 e di quest'anno), Lena Headey (poi perfida Chersei Lannister di Game of Thrones-Il Trono di Spade).
Comunque 300 ha avuto il grande merito di aver reso cool a molti teenager la storia antica.
Filtrata, certo, attraverso una graphic novel e un rutilante spettacolo di intrattenimento; ma se molti conoscono le gesta di Leonida e dei suoi Spartani è grazie soprattutto a questo film.
E a frasi pompose e motivazionali - che dubitiamo i veri eroi abbiano mai pronunciato - quali:
Non c'è spazio per la tenerezza, non a Sparta. Non c'è posto per la debolezza. Solo i duri e i forti possono definirsi Spartani. Solo i duri. Solo i forti;
Ricordate questo giorno, uomini, perché questo giorno è vostro e lo sarà per sempre!;
Spartani! Preparate la colazione e mangiate tanto, perché stasera ceneremo nell'Ade!... e via dicendo.
A causa dell'euforia di questi giorni per i 300 post e dato che abbiamo appena visto l'omonima pellicola, non meravigliatevi quindi se, alla vostra eventuale domanda "Qual è il vostro mestiere?", noi risponderemo "Aù!Aù!".
Questa non è pazzia.
Questa è la redazione di CINEMA A BOMBA!
[Magari un po' esaltata per il traguardo raggiunto - e lo slogan sulla locandina non aiuta a smorzare l'entusiasmo.
Ma si sa, 300 è un numero evocativo...]
Etichette: 300, Alexander, Batman v Superman: Dawn of Justice, Butler, Fassbender, Frank Miller, Hook, Hunger, I CLASSICI, L'Uomo d'Acciaio, Quentin Tarantino, Rodriguez, Sin City, Snyder, Troy, Watchmen, Zombi
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