A COMPLETE UNKNOWN, BOB DYLAN DA PROFETA A GIUDA
(Clicca sulla locandina per vedere il trailer).
USA, 2024
140'
Regia: James Mangold
Interpreti: Timothée Chalamet, Edward Norton, Monica Barbaro, Elle Fanning, Dan Fogler, Boyd Holbrook.
Si racconta la prima parte della carriera di Bob Dylan, all'inizio degli anni 60: dagli esordi folk nel Greenwich Village, passando per la rapidissima ascesa a (riluttante) "voce di una generazione", fino alla controversa svolta rock di Newport che divise i suoi fan.
In mezzo ci sono le sue burrascose relazioni: con colleghi, manager, ragazze (l'italoamericana Suze Rotolo, che qui si chiama Sylvie Russo, e la cantautrice Joan Baez) e il proprio pubblico.
A James Mangold devono piacere i biopic sui musicisti famosi: anni fa girò Walk the Line su Johnny Cash, stavolta ha alzato il tiro occupandosi addirittura di un mostro sacro come Bob Dylan.
Cash - amico di Dylan - compare anche qui, ma anziché dal premio Oscar Joaquin Phoenix stavolta è interpretato - piuttosto bene - da Boyd Holbrook.
L'attore di The Sandman non è l'unico a meritare elogi: complici trucco e costumi, l'abilità mimetica del cast è stupefacente.
E se le interpreti femminili - per quanto brave - in verità non assomigliano moltissimo alle loro controparti reali (specie Fanning/Rotolo), Norton nei panni di Pete Seeger e Chalamet come Dylan lasciano a bocca aperta.
Il protagonista di Dune e Wonka non solo ha una buona somiglianza con Bob da giovane, ma si capisce che lo ha studiato a fondo: imita alla perfezione il suo modo di parlare e camminare, la sua postura, le sue espressioni facciali.
E canta esattamente come lui.
Qui sta il bello: gli attori nel film non solo cantano davvero, ma riecono pure a farlo copiando lo stile vocale dei personaggi!
Le canzoni, benché in versioni un po' scorciate, vengono proposte per intero e sono così frequenti che la pellicola potrebbe quasi essere catalogata come un musical.
Il regista di Logan e di Indiana Jones 5, anche co-sceneggiatore, si concentra sulla parte personale e artistica di Bob, trascurando quella socio-politica: si vede il protagonista diventare il riferimento della scena folk, ma non - come nella realtà - anche del contiguo movimento dei diritti civili.
Grazie anche ad un'accurata ricostruzione storica (ottimi costumi e scenografie), ci troviamo di fronte a uno dei film dell'anno, con un Chamalet magistrale che ha già le mani sull'Oscar, al netto della proverbiale miopia dell'Academy.
Rimane intatto il "mistero Dylan" che il film non cerca neppure di scalfire molto: un personaggio contraddittorio ed enigmatico, amato e odiato in maniera altrettanto esagerata, capace però col proprio genio compositivo di cambiare la storia della musica (e non solo: è l'unica persona ad aver vinto il premio Oscar, il premio Pulitzer e persino il premio Nobel alla letteratura!).
Un uomo che, nonostante la fama e il valore del proprio contributo artistico, per il grande pubblico risulta ancora oggi - come esplicitato dal titolo - "un completo sconosciuto".
Etichette: A Complete Unknown, Barbaro, Chalamet, Dune, Dylan, Fanning, Holbrook, Indiana Jones e il Quadrante del Destino, Logan, Mangold, Norton, Oscar 2025, Walk the Line, Wonka
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