martedì 20 settembre 2011

I PROTAGONISTI DI VENEZIA 2011: JEFFREY DEAN MORGAN


Numerosi applausi dagli spettatori (più tiepidi quelli dai critici) ha ricevuto Texas Killing Fields, opera seconda di Ami Canaan Mann.
La trama di questo thriller di pregevole fattura è ispirata a fatti realmente accaduti. Ecco qual è stato l'approccio della regista:

"Ai margini di una piccola cittadina chiamata Texas City, situata trenta minuti a sud di Houston, sono stati trovati i corpi di quasi sessanta vittime di omicidio. Alcuni di donne, altri di ragazze, prostitute, scolarette. Tutte vittime di assassini diversi. Tra la grande quantità di documentazione che corredava la straordinaria sceneggiatura di Don Ferrarone ho trovato una mappa allegata all’articolo di un quotidiano locale. Mostrava i volti delle vittime vicino a dove erano stati trovati i loro corpi. Capelli lisci stile anni ’70, frangette anni ’80, striati alla anni ’90. Decenni di ragazzine che si fanno il trucco e i capelli la mattina del loro ultimo giorno di vita, ignare che l’immagine che vedono allo specchio finirà anni dopo su una mappa delle vittime nelle mie mani. Molte sono foto di scuola. Gli occhi puntati dritti verso l’obiettivo, come si fa quando ci dicono di sorridere a scuola nel “giorno delle foto“. Su quella mappa, sembrano bei volti di fantasmi i cui occhi ti trapassano, alla ricerca di una voce. Ed è questa realtà, credo, che ha spinto me, il cast e la troupe a cercare di raccontare una storia difficile nel modo più elegante possibile. Come raccontare la loro storia? Come dare voce a coloro la cui voce è stata soffocata?"

La Mann lo fa narrando gli sforzi di due poliziotti - un giovane texano irruento e un più maturo padre di famiglia newyorchese - per risolvere il caso di una ragazzina misteriosamente scomparsa nelle paludi (i cosiddetti Killing Fields del titolo) presso la cittadina di Texas City e per trovarne un'altra, sparita nel frattempo.

Molto valide le interpretazioni dei protagonisti: Sam Worthington cerca di scrollarsi di dosso il personaggio che lo ha reso celebre, quello di Jake Sully, protagonista del campione di incassi Avatar, e ci riesce; Jessica Chastain, star in ascesa, è ancora una volta bravissima ma è sotto utilizzata; la giovanissima Chloe Grace Moretz, alle prese con un ruolo non facile, è efficace.

Ma è Jeffrey Dean Morgan a sorprendere.
Volto noto per le sue comparse in numerosi telefilm (ne citiamo solo alcuni: Walker Texas Ranger, E.R.-Medici in Prima Linea, C.S.I.-Scena del Crimine, Grey's Anatomy) e in qualche film (P.S. I Love You; ma è ricordato soprattutto come il Comico in Watchmen di Zack Snyder), è stato scelto per interpretare l'ispettore Brian Heigh.
Rimarchevole, questo personaggio: non del tutto impeccabile, è però sensibile e generoso, altruista, comprensivo, cattolico (ha in ufficio una foto di Papa Giovanni Paolo II) nelle convinzioni e nei fatti concreti: insomma, un poliziotto con la coscienza, caso piuttosto atipico per un film thriller.

Morgan lo tratteggia in modo magistrale. La sua prova attoriale è molto fisica ma, nello stesso tempo, misurata; intensa, e sotto le righe. Il suo lavoro sul personaggio è notevole e denota uno sforzo nel renderlo credibile.
Ami Canaan Mann, da parte sua, fa di tutto per far prendere agli spettatori le sue parti (e ce la fa).
Se il film avrà la promozione che merita, la sua interpretazione rimarrà impressa in molti spettatori. E chissà che non ci scappi pure una nomination all'Oscar o qualcosa di più... Sinceramente ce lo auguriamo.

Comunque, non è un caso che la redazione di CINEMA A BOMBA l'abbia nominato miglior attore di quest'edizione della Mostra del Cinema.

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