mercoledì 26 settembre 2012

I CLASSICI: THE TREE OF LIFE, LA VITA SECONDO MALICK

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA, 2011
139'
Regia: Terrence Malick
Interpreti: Brad Pitt, Jessica Chastain, Sean Penn.


Terrence Frederick Malick è uno dei più grandi registi viventi.
Classe 1943, laureato in filosofia ad Harvard (con lode), è considerato dai più un autore di culto, rango cui assurse fin da subito, dopo soltanto due (notevoli) pellicole: La Rabbia Giovane (1973) e I Giorni del Cielo (1978).
Seguì un silenzio lungo 20 anni (!) che di certo ne solidificò il mito, quindi il ritorno e l’uscita di nuovi “pezzi da novanta”: La Sottile Linea Rossa (1998), The New World (2005) e, appunto, The Tree of Life, cui ora si è aggiunto il discusso To The Wonder, in concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia.

Ma Malick è un cineasta unico non tanto - non solo? - a causa delle proprie idiosincrasie (è riservato fino alla misantropia, non concede interviste e non si mostra volentieri in pubblico, al punto che esistono pochissime fotografie che lo ritraggono) o della scarsa prolificità, quanto piuttosto per le indubbie qualità tecniche, il perfezionismo maniacale e un certo dogmatismo cine-filosofico.

La sua quinta fatica non fa eccezione.
Con la complicità del suo fido direttore di fotografia Emmanuel Lubezki, il maestro ha imposto regole ferree agli operatori (solo luci naturali, camera a mano e messa a fuoco di tutti i dettagli, anche quelli sullo sfondo), consultato la NASA per le immagini della creazione del cosmo e perfino richiamato in servizio - dopo quasi 30 anni di pensionamento - il vecchio Douglas Trumbull di 2001: Odissea nello Spazio come supervisore agli effetti speciali.

E questo non è l’unico punto in comune col capolavoro kubrikiano: come l’autorevole collega, anche Malick parte da storia base – in questo caso le vicende di una famiglia medio borghese degli anni 50: padre severo (Pitt), madre amorevole (Chastain) e tre figli maschi di cui il primo adolescente, tormentato e ribelle – per poi imbastire un discorso più profondo: si passa così dalla formazione dell’universo alla contrapposizione tra Natura e Grazia, dalla ricerca di Dio al senso della vita.

Rileggendo in chiave personale e intimista la biblica storia di Giobbe (le iniziali del protagonista, Jack O’Brien, formano la parola JOB, appunto Giobbe in inglese), il regista riesce nella ambiziosa sfida di realizzare un’opera di ampio respiro in grado allo stesso tempo di riassumere la sua poetica cinematografica, da sempre tesa alla riflessione sul difficile rapporto tra l’uomo e la natura.

E può anche permettersi di girare una sequenza - quella, ormai celebre, dei dinosauri - tanto criticata quanto incompresa: rappresenta la nascita della Coscienza o, se vogliamo, della Compassione, e si inserisce coerentemente nella visione panteo-umanistica del suo autore.

Un posto di rilievo lo occupano infine gli attori, tutti bravi o bravissimi: e se Brad Pitt è ormai una piena conferma, la rossa e sottile Jessica Chastain – un’abitué degli articoli di CINEMA A BOMBA! – è una rivelazione da tenere d’occhio, e non è un caso che sia divenuta in breve tempo una delle attrici più richieste di Hollywood.

PS: di The Tree of Life – o meglio: del confronto tra questa pellicola, Palma d’Oro a Cannes 2011, e il Faust di Sokurov vincitore a Venezia nello stesso anno – avevamo già scritto in un nostro post qualche tempo fa.
Andate a rileggervelo e scriveteci la vostra opinione in merito!

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