giovedì 8 novembre 2012

RED LIGHTS, C'ERA UNA VOLTA ROBERT DE NIRO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA/Spagna, 2012
113'
Regia: Rodrigo Cortés
Interpreti: Cillian Murphy, Sigourney Weaver, Robert De Niro, Toby Jones, Joely Richardson.


C'era una volta un attore superbo.
Italo-americano, giovane e appassionato, negli anni 70 - insieme ai colleghi Al Pacino e Dustin Hoffman - divenne il principale rappresentante di un noto sistema di recitazione: il cosiddetto Metodo Stanislavskij, imparato al celebre Actor's Studio di New York e basato sulla totale immedesimazione dell'interprete nel personaggio.
Quell'attore si chiamava Robert De Niro.

La sua storia professionale è costellata di notevoli successi e performance memorabili: da Il Padrino - Parte II (primo Oscar) a Taxi Driver, da Toro Scatenato (secondo Oscar) a Mission, da Gli Intoccabili a Heat.
Ma a partire dalla fine degli anni 90 qualcosa cambia: De Niro diventa via via meno selettivo, accetta tutte le parti che gli offrono e rovina la propria fama con prove mediocri in filmetti e filmacci.
Questa pellicola - ahinoi - non fa eccezione.

Presentato in anteprima nel Gennaio 2012 al Sundance Film Festival, Red Lights è l'opera seconda dello spagnolo Rodrigo Cortés, già autore di Buried-Sepolto con Ryan Reynolds, anch'esso proiettato al festival organizzato da Robert Redford due anni fa.

Due studiosi del paranormale (Murphy e Weaver), impegnati a scovare finti guaritori e truffatori vari, si scontrano con un rinomato e popolare "mago" (De Niro) che sembra possedere sul serio pericolosi poteri psichici.

La storia suscita un certo interesse solo nella prima parte, perché andando avanti accumula inverosimilianze e buchi narrativi sempre più ilari, finché nel finale "esplicativo" - poiché di un cosidetto "film a sorpresa" si tratta - deflagra in un'orgia di kitch e ridicolo involontario.

De Niro - come abbiamo anticipato - è qui indifendibile, ma duole anche vedere due bravi attori come Sigourney Weaver (sprecatissima) e Cillian Murphy limitare il proprio talento ad una pellicola di serie B come questa.
Rodrigo Cortés si crede Alejandro Amenábar, ma sembra il peggior M. Night Shyamalan.

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