I DOC: LO SGUARDO DI MICHELANGELO, IL TESTAMENTO DI ANTONIONI
(Clicca sull'immagine per vedere il documentario)
Italia, 2004
15'
Regia: Michelangelo Antonioni
Interpreti: Michelangelo Antonioni.
Il 29 Settembre di cento anni fa nasceva a Ferrara Michelangelo Antonioni, cioé quello che sarebbe diventato uno dei registi più innovativi ed originali del nostro Paese.
Autore di opere che affrontano i moderni temi dell'incomunicabilità, dell'alienazione e del disagio esistenziale, nel corso della sua lunga esistenza (è morto il 30 Luglio 2007, lo stesso giorno di un altro gigante del grande schermo, Ingmar Bergman) ha ottenuto numerosi e prestigiosi riconoscimenti: Oscar alla carriera nel 1995 (conquistato dopo le nomination per la migliore regia e la migliore sceneggiatura), Leone d'Oro e Leone d'Oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia, Palma d'Oro e Premio della Giuria (due volte!) a Cannes, Orso d'Oro al Festival di Berlino, Pardo d'Oro al Festival di Locarno, David di Donatello per la migliore regia, diversi Nastri d'Argento...
Tra i suoi film: Cronaca di un amore, Il grido, L'avventura, La notte, L'eclisse, Il deserto rosso, Blow-Up, Zabriskie Point, Professione: Reporter, Al di là delle nuvole (assieme a Wim Wenders).
Per rendere omaggio a questo importante cineasta CINEMA A BOMBA! vi presenta, per I DOC, la sua ultima opera (del 2004): Lo Sguardo di Michelangelo.
Lo sguardo è quello dello stesso regista, che scruta rapito il Mosè di un altro stranoto Michelangelo, Buonarroti, quasi a voler carpirne i segreti e a disvelarne il senso.
In questo documentario muto e dalla scarna colonna sonora, una parte centrale la giocano i contrasti: il candore del marmo della tomba del Papa savonese Giulio II e il buio della penombra della Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma; la figura stessa di Antonioni, già malato da tempo e dal passo incerto, in contrapposizione alla prestanza e al vigore della statua del Patriarca biblico; la perfezione anatomica di questa e il corpo dell'anziano malato.
C'è un particolare che unisce idealmente i due protagonisti, però: gli occhi.
Sono occhi che non si accontentano di guardare o di vedere; sono occhi che cercano una realtà più grande dell'apparire fenomenico, una Vita di armonia e perfezione che va al di là della malattia e della morte.
Lo Sguardo di Michelangelo è in fondo una metafora della vita.
Si apre con Antonioni che varca la soglia del tempio, passando dalla luce del sole all'ombra.
A rischiarare il cammino è la luce, che qui è l'epifania dell'incontro dell'Uomo con l'Arte.
E l'Arte è l'attività umana più alta, perché in grado di interpretare la realtà e di rappresentare la bellezza, quella bellezza che, come disse Papa Giovanni Paolo II, salverà il mondo: l'Artista - scultore o regista, non importa - può quindi diventare un tramite tra lo spettatore e il trascendente.
Forse è proprio questo che ha capito il grande cineasta mentre si allontana e si avvia a oltrepassare la soglia della chiesa e dell'esistenza, ritornando alla luce.
Etichette: Antonioni, I DOC, Lo Sguardo di Michelangelo
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