martedì 10 marzo 2015

I CORTI: WHIPLASH, JAZZ SO' PAZZO

(Clicca sull'immagine per vedere il corto) 

USA, 2013
18'
Regia: Damien Chazelle
Interpreti: J.K. Simmons, Johnny Simmons.


2013. Un regista ventottenne di belle speranze, che si è fatto le ossa come sceneggiatore di horror (The Last Exorcism-Liberaci dal male) e thriller (Il Ricatto con Elijah Wood e John Cusack), ha in curriculum una sola pellicola: Guy and Madeline on a Park Bench, piccola storia d'amore con protagonista un trombettista jazz.

Il suo nome è Damien Chazelle, e per la propria opera seconda ha le idee molto chiare: un'altra vicenda d'ambiente musicale, permeata di suspense psicologica, che vede il giovane allievo di un conservatorio alle prese con un direttore d'orchestra che assomiglia piuttosto ad un istruttore dei Marines.

Peccato però che il nostro non riesca a trovare fondi sufficienti.
Così trasforma il progetto in un cortometraggio, lo presenta al Sundance Film Festival (la celebre rassegna del cinema indipendente ideata da Robert Redford) e vince il Gran Premio della Giuria.

Il resto è storia: dopo questo successo Whiplash ridiventa un lungometraggio per mezzo di nuovi finanziamenti (grazie, tra gli altri, a Jason Reitman), ottiene a sorpresa 5 nomination agli Oscar - compresa quella per il miglior film - e vince in 3 categorie: miglior attore non protagonista (il caratterista J.K. Simmons nel ruolo della vita), miglior montaggio e miglior sonoro.

Il corto in questione rappresenta solo una scena di quella che sarà poi la pellicola vera e propria, ma quasi tutto il cast e i collaboratori tecnici sono gli stessi.
Praticamente solo il protagonista è diverso: qui Johnny Simmons (nessuna parentela con J.K. Simmons), là Miles Teller.

Però anche il tono è complessivamente differente: in questi 18 minuti scarsi si respira più pessimismo.
Il ragazzo, pur volenteroso e pieno di speranze, viene stroncato subito dal suo maestro: per lui non c'è rivincita né redenzione.
Il messaggio che Chazelle vuole trasmettere sembra dunque questo: il mondo - e quello della musica non fa eccezione - non è fatto per i sognatori, destinati a soccombere in una sorta di darwinismo sociale.
La sconfitta rappresenta banalmente solo il brusco ritorno alla realtà.

Chi ha visto il lungometraggio naturalmente sa che la storia del giovane batterista non finisce qui.
A chi invece non l'ha fatto consigliamo di rimediare al più presto, magari iniziando proprio da questo corto.
Potreste scoprirvi anche voi... pazzi per il jazz.

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