lunedì 2 febbraio 2015

I CLASSICI: GRAND BUDAPEST HOTEL, L'UOMO CHE AMAVA LE NONNE

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA/Germania/Gran Bretagna, 2014
100'
Regia: Wes Anderson
Interpreti: Ralph Fiennes, Tony Revolori, Willem Dafoe, Edward Norton, Adrien Brody, Saoirse Ronan, Jeff Goldblum, Mathieu Amalric, Harvey Keitel, Tilda Swinton, Owen Wilson, F.Murray Abraham, Jude Law, Tom Wilkinson, Jason Schwartzman, Léa Seydoux, Bob Balaban, Bill Murray.


Oggi: uno scrittore (Wilkinson) racconta dell'incontro avvenuto al Grand Budapest Hotel a metà degli anni 80 tra se stesso giovane e rampante giornalista (Law) e il vecchio proprietario dello stabile (Murray Abraham), che a sua volta rievoca la propria giovinezza come fattorino al servizio di Monsieur Gustave (Fiennes), concierge del rinomato albergo.

A questo punto inizia la storia vera e propria, che ruota intorno all'omicidio dell'anziana e facoltosa Madame D. (Swinton, truccatissima), di cui viene accusato proprio M. Gustave, focoso amante della stessa vegliarda.
Seguono peripezie e colpi di scena a non finire.

Wes Anderson ha una capacità unica: sorprende e convince sia i critici che il vasto pubblico, rimanendo fedele al proprio personalissimo stile.
Non si spiegherebbero altrimenti gli oltre 175 milioni di euro (!) incassati al botteghino né le 9 candidature agli Oscar (tra le quali quelle per miglior film e migliore regia) del suo nuovo capolavoro, Grand Budapest Hotel.

Giunto all'ottava pellicola (la settima consecutiva con Bill Murray nel cast!), il regista texano lascia a casa i suoi abituali co-sceneggiatori e fa tutto da solo, adattando liberamente i libri dello scrittore viennese Stefan Zweig e aggiungendo al proprio stile una punta di spregiudicatezza e un fondo di amarezza in più.

Con il solito cast da capogiro (ma avete letto tutti i nomi?!), Wes non si limita a predicare ai convertiti e firma la propria opera più ambiziosa.
C'è la forma, cioè lo stile e gli straordinari contributi tecnici ( i costumi di Milena Canonero sono meritatamente candidati, così come fotografia e scenografia), ma anche il contenuto.

Grand Budapest Hotel non è più soltanto la classica commedia surreale "alla Anderson" stile Moonrise Kingdom: è anche un film d'azione, una parabola sull'insicurezza umana e sull'avidità, una riflessione malinconica sul tempo che passa.

Rushmore e Le Avventure Acquatiche di Steve Zissou sono lontani: il film con Ralph Fiennes punta in alto, a una o più statuette, ed è probabile che le aspettative non vengano deluse.

Intanto c'è già il Golden Globe come miglior commedia/musical.
Non male per un regista indipendente.

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