CANNES 2016. IL RITORNO DEI FESTIVAL?
Il manifesto del 69° Festival di Cannes.
Chissà se Gilles Jacob e Thierry Frémaux - rispettivamente Presidente e Direttore Generale del Festival di Cannes - hanno letto il nostro post di settembre dedicato all'obsolescenza delle grandi kermesse cinematografiche (lasciatecelo pensare, s'il vous plaît).
Fatto sta che dopo qualche annata veramente a ribasso, compresa quella scorsa, i due sono corsi ai ripari offrendoci un programma che - almeno sulla carta - è da leccarsi i baffi.
Scorrendo l'elenco dei film in concorso e non, quest'anno sembra essercene per tutti i gusti.
Si parte con l'immancabile Woody Allen, che apre i 10 giorni di proiezioni con la sua nuova commedia Café Society, prima collaborazione del regista di Magic in the Moonlight col nostro Vittorio Storaro, direttore di fotografia di capolavori come Apocalypse Now, L'Ultimo Imperatore e Dick Tracy.
Nel cast la prezzemolina da Croisette Kristen Stewart e il Jesse Eisenberg di Batman v Superman: Dawn of Justice.
Sempre fuori concorso segnaliamo un tris d'assi davvero notevole.
Il Gigante Gentile è il ritorno del grande Steven Spielberg al genere fantastico e il suo secondo film consecutivo con Mark Rylance dopo l'acclamato Il Ponte delle Spie, che pochi mesi fa ha portato l'attore inglese a vincere un Oscar tanto inaspettato quanto meritato.
In Money Monster rivedremo George Clooney nella doppia veste di protagonista e produttore.
Con Julia Roberts e l'emergente Jack O'Connell al suo fianco, e Jodie Foster dietro la cinepresa, il superdivo ci presenta un thriller che sembra essere molto critico nei confronti del mezzo televisivo e del mondo della finanza.
The Nice Guys rappresenta invece l'anima scanzonata della rassegna: lo sceneggiatore battutaro per eccellenza Shane Black (Arma Letale, L'Ultimo Boy Scout) dirige la strana coppia formata da Russell Crowe e Ryan Gosling - con la Kim Basinger di Batman come terza incomoda - in una commedia thriller che probabilmente strapperà più di una risata.
Nelle sezioni cosiddette collaterali troviamo le uniche pellicole italiane presenti quest'anno in Costa Azzurra: l' anno scorso solo in concorso ce n'erano addirittura tre - Youth-La Giovinezza di Paolo Sorrentino, Mia Madre di Nanni Moretti e Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone.
Sono:
il drammatico Pericle Il Nero di Stefano Mordini con Riccardo Scamarcio, tratto dall'omonimo romanzo di Giuseppe Ferrandino;
il documentario L'Ultima Spiaggia di Thanos Anastopoulous e Davide Del Degan, storia di un muro che in uno stabilimento balneare triestino ancora divide gli uomini dalle donne;
La Pazza Gioia di Paolo Virzì, che narra di un'amicizia al femminile tra due pazienti psichiatriche (che sono poi la moglie del regista, Micaela Ramazzotti, e la sorella dell'ex Première Dame Carla Bruni, Valeria Bruni Tedeschi);
Fiore di Claudio Giovannesi, racconto di un amore in un carcere minorile;
Fai Bei Sogni di Marco Bellocchio, dalla celeberrima opera di Massimo Gramellini.
Per la Selezione Ufficiale in molti casi si è preferito andare sull'usato sicuro: dagli allegrissimi (sarcasmo) fratelli belgi Dardenne al canadese Xavier Dolan, dal coreano Park Chan-Wook all'idolo di casa Olivier Assayas, sono ben pochi i nomi nuovi di quest'edizione.
Tra le vecchie glorie del fronte europeo si segnalano: l'olandese errante Paul Verhoeven (quello di Robocop), che presenta un thriller psicologico probabilmente molto crudo; l'inglese impegnato Ken Loach, che affronta il tema - purtroppo attualissimo - dei nuovi poveri; il danese trucido Nicolas Winding Refn, in affanno nel dimostrare al mondo che Drive non è stato un caso fortuito.
Ben rappresentato il cinema made in USA: tra l'inglese Andrea Arnold in trasferta Oltreoceano (alla presenza della quale avevamo assistito all'anteprima di Wuthering Heights, ricordate?) e il versatile Sean Penn tornato dietro la cinepresa per dirigere Charlize Theron (reduce dai fasti di Mad Max: Fury Road), un occhio particolare lo potrebbe meritare Jeff Nichols.
Il giovane regista dell'Arkansas è uno dei più emergenti talenti della propria generazione: basti rivedere Take Shelter e Mud per farsi un'idea.
Nel drammatico Loving sarà come sempre coadiuvato dal suo attore-feticcio Michael Shannon, che i nostri lettori ricorderanno per Bug e che recentemente abbiamo rivisto - ma era proprio lui o un manichino? - nel succitato Batman v Superman.
Dulcis in fundo, la doppia partecipazione di Jim Jarmusch.
Il cineasta indipendente amico di Joe Strummer presenta in concorso Patterson, con protagonista Adam Driver (il cattivo di Star Wars-Il Risveglio della Forza che aveva vinto la Coppa Volpi a Venezia 2014), e nelle proiezioni notturne Gimme Danger, "rockdocumentario" su Iggy Pop e gli Stooges, i padrini del garage-punk.
La Giuria capitanata da quella vecchia volpe australiana di George Miller (altra scelta geniale!) ha di che lavorare quest'anno.
E se riuscisse a salvare quegli agonizzanti eventi chiamati festival del cinema?
Etichette: Batman v Superman: Dawn of Justice, CANNES 2016, Drive, Il Ponte delle Spie, Mad Max:Fury Road, Magic in the Moonlight, Mud, Oscar 2016, Robocop (1987), Star Wars-Il Risveglio della Forza, Strummer
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