venerdì 26 agosto 2016

SUICIDE SQUAD, QUELLA SPORCA (E CATTIVA) MEZZA DOZZINA

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2016
123'
Regia: David Ayer
Interpreti: Margot Robbie, Will Smith, Jared Leto, Viola Davis, Joel Kinnaman, Jai Courtney, Jay Hernandez, Scott Eastwood, Cara Delevingne, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Karen Fukuhara, Common, Ezra Miller, Ben Affleck.


Superman è un alieno dotato di poteri ben superiori a quelli degli uomini. Però - per fortuna - sta dalla loro parte.
Ma cosa succederebbe se la Terra dovesse affrontare un'entità altrettanto potente ma più ostile?

Naturalmente, è proprio ciò che accade: una strega malvagia entra nel corpo di un'archeologa (Delevingne) e decide di distruggere la razza umana.

Per fermarla, un'agente governativa senza scrupoli (Davis) fa allestire a o' surdato 'nnamurato Rick Flagg (Kinnaman, già inespressivo nuovo RoboCop) una squadra composta di supercriminali pronti a tutto: alcuni umani, altri solo per metà (infatti sono chiamati "metaumani").

Ecco allora il cecchino infallibile Deadshot (Smith, con un look alla Isaac Hayes), la squinternata Harley Quinn (Robbie) - fidanzata del Joker (Leto) -, l'australiano Captain Boomerang (Courtney), la giapponese Katana (Fukuhara), l'incendiario El Diablo (Hernendez) e l'uomo-coccodrillo Killer Croc (Akinnuoye-Agbaje; il Mr. Eko di Lost, per intenderci).

Suicide Squad è il terzo film del franchise DC Extended Universe, il primo non diretto da Zack Snyder.
Prima c'erano stati Man of Steel-L'Uomo d'Acciaio del 2013 e Batman v Superman: Dawn of Justice di pochi mesi fa. Questo è invece una sorta di spin-off: i protagonisti sono quasi tutti antagonisti dell'Uomo Pipistrello & C.

L'idea di fondo era quindi stuzzicante: mettere insieme una squadra di super cattivoni per vedere se insieme riescono a combinare qualcosa di buono.

Ovviamente era facile prevedere un piacevole intrattenimento: si sa, i buoni dormono meglio, ma i cattivi da svegli si divertono di più (cit. Woody Allen).
Tuttavia, il risultato complessivo è un po' al di sotto delle aspettative.

La trama sembra un semplice pretesto per presentare la squadra e mettere in piedi una baraonda fracassona e confusionaria condita con una scatenata colonna sonora pop.

L'anello debole è la sceneggiatura, riscritta: quella precedente era più "seria", ma dopo il mezzo flop di BvS, a cui era stato imputato di essere poco divertente, i produttori hanno deciso di dare alla pellicola un tocco più brillante.

Ma la fretta, com'è noto, è una cattiva consigliera: Ayer - che già aveva scritto Training Day e diretto gli apprezzati End of Watch e Fury - ha dovuto in fretta e furia rimettere mano allo script, con il risultato che questo, alla fine, conserva delle sequenze drammatiche che mal si amalgamano con quelle più scanzonate, risultando poco fluido e non molto coerente.
Guardando il film con attenzione si possono quasi distinguere quali scene sono state girate prima della revisione e quali dopo.

Anche lo spazio dato ai singoli personaggi probabilmente risente del cambio.

Compaiono molto, giustamente, il Deadshot di Will Smith - un protagonista di tipo tradizionale, cioè carismatico e trascinatore - e la Harley Quinn di Margot Robbie.

Ci permettiamo, a proposito, di spendere due parole a favore della bellissima australiana, lanciata da Martin Scorsese in The Wolf of Wall Street e ora attrice molto richiesta.

Nel suo ruolo non mette in mostra solo il fisico statuario, ma anche una vitalità esuberante da bad girl innamorata, "maledetta" e imprevedibile, risultando il vero motore comico del film.

Una scelta azzeccata, quella di affidarle la parte e di fare del suo personaggio - già iconico - l'effettivo fulcro della pellicola, ma che ha portato al risultato di oscurare il suo partner sullo schermo: il Joker in versione metrosexual di Jared Leto.

L'attore premio Oscar per Dallas Buyers Club ha cercato di distinguersi dai predecessori Jack Nicholson (nel Batman di Tim Burton) e Heath Ledger (in The Dark Knight-Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan): il suo villain è meno esuberante e oscuro dei suoi antecedenti, semmai più dandy, romantico e decadente.

Tuttavia i suoi sforzi sono stati vanificati dai tanti tagli in fase di montaggio che ne riducono il ruolo a semplice comparsa, tra l'altro superflua ai fini narrativi. Con suo grande disappunto, rimarcato più volte nelle interviste.
Non possiamo giudicarlo appieno: compare troppo poco.

Non così necessarie, ma funzionali alla continuità dell'universo DC, sono invece le brevi apparizioni di Ben Affleck nei panni di Batman (quattro in tutto) e di Ezra Miller in quelli di Flash (una, giustamente molto... rapida).
Il Batfleck è ormai oggetto di culto, le sue comparsate sono spesso accompagnate da vere e proprie ovazioni; il velocista rosso è trainato dalla popolare serie tv (dove però è interpretato da un altro attore).

E gli altri?
Praticamente non pervenuto il personaggio di Slipknot, trovano troppo poco spazio Captain Boomerang e Killer Croc, mentre è adeguato quello riservato all'agente Waller e a El Diablo e Katana.

Eccessivo, al contrario, quello concesso al Rick Flagg di Kinnaman e alla spietata Incantatrice della celebre top model Cara Delevingne, che ancheggia e bamboleggia senza costrutto per metà film ed è surclassata in ogni campo dalla Robbie.

Detto questo, tuttavia, non ce la sentiamo di stroncare del tutto Suicide Squad come la stragrande maggioranza dei critici cinematografici, e neppure di incensarlo come hanno fatto Kevin Smith e i fan oltranzisti.
Questi ultimi hanno addirittura promosso una petizione per chiedere la chiusura del sito di aggregazione di recensioni Rotten Tomatoes, reo di aver bocciato senza appello la pellicola.

Insomma, siamo di fronte pur sempre ad un tipico prodotto hollywoodiano di intrattenimento senza impegno, benché certamente, a livello di spasso goliardico, I Guardiani della Galassia e Deadpool siano un'altra cosa.

Però il divertimento alla fine c'è, l'azione pure, i personaggi sono sufficientemente accattivanti e simpatici.
Da una pellicola espressamente pensata per la stagione estiva non si può pretendere molto di più.

Anche perché quella sporca mezza dozzina, in fondo, tanto cattiva non è.




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