MARVEL. HULK, MI RICORDO MUTANTE VERDE
Dall'alto: Hulk interpretato, rispettivamente, da Lou Ferrigno, Eric Bana, Edward Norton, Mark Ruffalo.
"Hulk spacca"!
L'esplosione di una bomba a raggi gamma in un laboratorio espone a radiazioni il timido, introverso, geniale scienziato Bruce Banner che vi stava lavorando.
Risultato? Il malcapitato, ogni qual volta prova un'emozione forte - rabbia, tensione, stress, paura... -, si trasforma suo malgrado in Hulk, una gigantesca creatura dalla pelle verde dotata di un'incredibile forza distruttrice, che egli però non riesce a controllare.
Il personaggio creato dalla fervida mente di Stan Lee (testi) e Jack Kirby (disegni) nel 1962 - coetaneo quindi di Spider-Man e più vecchio di un anno rispetto agli X-Men -, ebbe subito un successo molto buono come fumetto.
Molti lo hanno visto come una versione di Lo Strano Caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde di Robert Louis Stevenson aggiornata ai tempi moderni e visivamente più forte e accattivante per il pubblico degli adolescenti delle sue numerose trasposizioni cinematografiche.
In effetti, i debiti nei confronti del romanzo sono evidentissimi.
Fumettisticamente parlando, il periodo d'oro del personaggio fu a partire dal 1987, grazie all'apporto dello scrittore Peter David che ne curò le storie per 11 anni.
Ma la popolarità di Hulk era già saldissima dalla fine degli anni Settanta, quando venne trasmessa una fortunata serie televisiva a lui dedicata, seguita poi da cinque film Tv.
Ad incarnare il gigante verde fu scelto il culturista professionista Lou Ferrigno, che da allora ne è rimasto indissolubilmente legato: nell'immaginario collettivo, nonostante gli interpreti che si sono susseguiti dopo di lui al cinema, è a lui che si pensa subito quando viene nominato "Hulk".
Nonostante trucco, recitazione ed effetti speciali risultino oggi un po' datati, senza dubbio la serie era originale, divertente, gradevole da guardare e adatta anche ai bambini.
La prima delle famose comparsate di Stan Lee avvenne proprio qui (in un episodio compare come membro della giuria in un processo).
Caso più unico che raro, modernizzare il personaggio e renderlo più "cinematografico", però, non gli ha giovato.
Hulk (2003)
Il trailer di Hulk.
Per primo ci ha provato Ang Lee.
Sì, lo stesso regista di pellicole come Mangiare Bere Uomo Donna (1994), Ragione e Sentimento (1995), La Tigre e il Dragone (2000; Oscar per miglior film straniero, scenografia, fotografia, colonna sonora) e poi I Segreti di Brokeback Mountain (2005; Leone d'Oro a Venezia e Oscar per migliore regia allo stesso Lee, sceneggiatura originale, colonna sonora), Lussuria-Seduzione e Tradimento (2007; altro Leone d'Oro), Vita di Pi (2012; secondo Oscar alla regia e statuette anche per colonna sonora, effetti speciali, fotografia) e autore del prossimo e attesissimo Billy Lynn's Long Halftime Walk.
Cioè uno dei cineasti più importanti e acclamati degli ultimi decenni.
Lo ribadiamo perché il film, clamorosamente, fu un fiasco e rappresenta un passo falso nella brillante carriera del taiwanese.
Cos'è andato storto?
Innanzitutto, proprio la scelta del regista - ci spiace ammetterlo.
Lee, autore di pellicole raffinate ed eleganti, ha provato a fare un film di supereroi "d'autore", profondo e con invenzioni registiche suggestive - notevole l'utilizzo di più sequenze una accanto all'altra costruite e incorniciate in modo tale da far sembrare la scena come la pagina di un albo a fumetti.
Ma da un personaggio che ha come motto "Hulk spacca!" il pubblico non si attende certo grandi momenti di introspezione psicologica, che difatti stridono.
Insomma, non era una pellicola da Ang Lee, e lo stesso non ha saputo o potuto salvare una storia già di per sé piuttosto sconclusionata (si veda il finale, per esempio, con lo scontro padre-figlio).
Né lo ha aiutato il casting.
Salviamo Jennifer Connelly e Sam Elliott; ma Eric Bana è un protagonista inespressivo e senza carisma, mentre Nick Nolte fa Nick Nolte - cioè gigioneggia senza un perché - per tutto il film.
E anche gli effetti speciali - cosa strana per un film di Ang Lee - sono piuttosto grossolani.
Per la pellicola successiva dedicata al gigante verde si decise pertanto di cambiare registro.
L'Incredibile Hulk (2008)
Il trailer di L'Incredibile Hulk.
Uscito cinque anni dopo il predecessore, L'Incredibile Hulk non rappresenta un seguito, ma un vero e proprio reboot.
Dove cambia tutto.
Attori diversi: Edward Norton (anche co-sceneggiatore, benché non accreditato) al posto di Eric Bana, Liv Tyler di Jennifer Connelly, William Hurt di Sam Elliott.
Anche l'approccio è diverso: al fine Ang Lee subentra il più grossolano Louis Leterrier, regista francese di pellicole d'azione quali The Transporter e Transporter: Extreme.
Ciò si traduce in più scene spettacolari, più combattimenti, effetti speciali più fracassoni, una psicologia dei personaggi tagliata con l'accetta.
Insomma, si è barattata l'autorialità con la baracconata; e, paradossalmente, lo scambio ha funzionato meglio: pur non essendo un capolavoro né memorabile, il film si fa guardare.
Ma anche allora gli incassi non furono esaltanti, di poco superiori a quelli del precedente.
Che fare, quindi, con un supereroe che non riesce più a fare breccia nel cuore del pubblico?
La soluzione forse sminuirà il personaggio, ma di sicuro aiuterà a rilanciarlo.
The Avengers (2012)
Il trailer di The Avengers.
Avengers: Age of Ultron (2015)
Il trailer di Avengers: Age of Ultron.
Innanzitutto, si cambia di nuovo attore: questa volta è il turno di Mark Ruffalo, uno degli attori più riconoscibili della sua generazione e candidato agli Oscar nel 2011 (I Ragazzi Stanno Bene), 2015 (Foxcatcher, presentato a Cannes 2014) e 2016 (per il vincitore Il Caso Spotlight, accanto a Michael Keaton).
Poi si inserisce il personaggio all'interno di un super gruppo di supereroi all stars: non più al centro dell'attenzione, quindi, ma parte - seppure importante - di un team, quello degli Avengers, accanto ai leader Capitan America e Iron Man e a Thor, Vedova Nera, Occhio di Falco...
Nei blockbuster campioni di incassi, Hulk fa quello che ci si aspetta da Hulk, ma questa volta riuscendo a tenere in equilibrio i tormenti di Bruce Banner e la furia distruttrice del gigante verde in modo più efficace (anche grazie ad effetti speciali finalmente adatti).
Il pubblico ha gradito e, visti i fiaschi precedenti, ciò rappresenta un ottimo risultato; risultato che ha garantito un futuro più sereno al personaggio.
Ma quale?
Sicuramente lo rivedremo nel 2017 in Thor: Ragnarok, nel 2018 in Avengers: Infinity War e nel 2019 nell'ultima pellicola dedicata ai Vendicatori.
Per ciò che concerne un nuovo film da "solista", invece, chissà: se ne parla, ma vedremo se il progetto andrà avanti.
Riuscirà nel frattempo Mark Ruffalo a sostituire Lou Ferrigno nel cuore dei fan?
Certo, la Marvel ci sta puntando decisamente.
Ma il fatto che l'ex culturista sia stato chiamato a comparire in Hulk e L'Incredibile Hulk come guardia di sicurezza e che presti la sua voce (nella versione originale) al mutante in tutti film da L'Incredibile Hulk compreso in poi, vuol dire che sì, siamo di fronte ad un'"operazione nostalgia", ma anche che, a distanza di tanto tempo, sono tanti ancora quelli che lo identificano col personaggio che lo ha reso celebre.
Sarà dura per il pur bravo Ruffalo: nonostante l'età non più verde, Lou Ferrigno... spacca!
Etichette: Ang Lee, Avengers: Age of Ultron, Avengers: Infinity War, Bana, Ferrigno, Hulk, Iron Man 3, L'Incredibile Hulk, Leterrier, Norton, Ruffalo, The Avengers, Thor: Ragnarok
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