lunedì 28 gennaio 2019

AQUAMAN, TAMARRO FORZA 9

(Clicca sulla locandina per sentire il nostro podcast e per vedere il trailer). 

USA/Australia, 2018
143'
Regia: James Wan
Interpreti: Jason Momoa, Amber Heard, Nicole Kidman, Willem Dafoe, Dolph Lundgren, Patrick Wilson, Yahya Abdul-Mateen II, Temuera Morrison, Djimon Hounsou; voci (in originale) di Julie Andrews e John Rhys-Davies.


Arthur Curry (Momoa) vive in un piccolo villaggio di pescatori del Maine.

Egli è figlio di Atlanna (Kidman), regina di Atlantide che gli ha trasmesso poteri sovrumani ma che è stata riportata negli abissi marini dai suoi simili appena nato, e del locale guardiano del faro (Morrison).

Ogni tanto si diletta a compiere imprese eroiche, ma il compito che lo attende è veramente tosto: fermare una guerra dagli esiti potenzialmente disastrosi che i popoli del mare vogliono muovere contro gli umani, accusati di inquinare le acque e di minacciare la pace e la prosperità delle civiltà sottomarine.

Ad aiutarlo, l'intrepida Mera (Heard) e il saggio Nuidis Vulko (Dafoe).






Tamarri di tutto il mondo, è arrivato il vostro (super)eroe!

Accantonati per un attimo lo stiloso Bruce Wayne/Batman e il normoelegante ma prestante Clark Kent/Superman - in attesa anche di trovare i nuovi attori che re-interpreteranno le due icone fumettare dopo l'addio di Ben Affleck e Henry Cavill - il DC Extended Universe si è focalizzato su un personaggio che nelle strip non ha mai raggiunto il livello di popolarità dei colleghi, ma che al contrario, nella trasposizione cinematografica, ha subito incontrato il gradimento del pubblico.

Apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn Of Justice, Aquaman ha avuto buono spazio in Justice League e ora ha addirittura il suo film solista, che nel mondo finora ha superato l'incasso di un miliardo di dollari.

Finalmente un successo commerciale per la DC - da sempre in lotta (finora persa) con la Marvel - che la ripaga dei risultati deludenti delle pellicole precedentemente citate e del mediocre Suicide Squad e che, nonostante le difficoltà, fa bene sperare per il prosieguo della serie, visto anche l'esito del fortunato Wonder Woman.

Sulla scia di quest'ultimo, il DCEU ha confermato di aver trovato un buon equilibrio tra azione e momenti brillanti, ha migliorato gli effetti speciali e investito sui cosiddetti contributi tecnici (montaggio, fotografia, sonoro...), e ha posto maggiore attenzione ai dialoghi (sulla trama, diciamo che ci sono molti margini di miglioramento).

Però il motivo principale del successo probabilmente va rintracciato nella scelta dell'attore protagonista.

L'ex modello hawaiiano Jason Momoa, già Khal Drogo nella serie Tv Il Trono di Spade e (non memorabilissimo) Conan il Barbaro nel remake omonimo del 2011, ha fatto breccia nei cuori di spettatori e spettatrici.

Grande e grosso, muscoloso, depilato, tautato, capelli e barba lunghi e mossi, vestiti fintamente trasandati, egli rappresenta un unicuum nel panorama supereroistico: mai si era visto un personaggio così "ignorante" (nel senso gergale del termine), tamarro.

Il nostro è perfetto per il ruolo, con il suo fisico imponente e il sorriso marpione e sardonico, e risulta sufficientemente casinaro, fracassone ed esagerato da risultare simpatico.

È lui il centro del film, con buona pace del resto del cast (al quale non sono stati affidati personaggi memorabili, ad essere sinceri), che pur vanta vecchie conoscenze di CINEMA A BOMBA!: dalla superdiva Nicole Kidman a Willem Dafoe (vincitore della Coppa Volpi a Venezia 2018), passando per Dolph Lundgren, la controversa ex di Johnny Depp Amber Heard ( The Rum Diary), il caratterista di origini maori Temuera Morrison (il Jango Fett di L'Attacco dei Cloni e La Vendetta dei Sith) e l'emergente Yahya Abdul-Mateen II (già visto in The Greatest Showman e prossimamente in Us, nuova opera di Jordan Peele dopo le acclamazioni per Get Out).

La sua affermazione ha oscurato anche il lavoro del regista malaysiano-australiano James Wan, già autore delle fortunate serie horror Saw e The Conjuring, che nonostante una sceneggiatura e una trama non propriamente esaltanti e qualche caduta di stile (perché ricostruire quasi interamente e reinventare con particolari inesistenti il bel borgo siciliano di Erice in studio e con effetti speciali? Non sarebbe stato meglio girare direttamente in loco?) è riuscito a confezionare un prodotto gradevole e divertente.

Un prodotto senza tante pretese (se non quella di intrattenere e fare cassa), che risponde alle aspettative della vigilia, che ci eravamo fatto anche noi nella nostra puntata del Bombcast dedicata al trailer del film: quelle di un film veramente "ignorante".

Siamo stati accontentati, e ora speriamo di rivedere presto Aquaman in azione: fossimo nella DC, per evitare un mare di problemi e gli scogli di una critica generalmente ostile alle pellicole della DC Comics, sfrutteremmo il più possibile l'onda lunga del successo del Protettore degli Oceani...




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