martedì 18 giugno 2019

QUILIANO 2019. SABATO, BRUSCHETTA

Ninni Bruschetta riceve il Premio Quiliano Cinema attorniato da "Quei Bravi Ragazzi". 

Ninni Bruschetta con il nostro inviato. 


Quella appena terminata è stata un'altra riuscitissima edizione del Premio Quiliano Cinema.

Ancora una volta "Quei Bravi Ragazzi" del locale cineforum (che prende appunto il nome dal capolavoro di Martin Scorsese), con l'aiuto del noto critico Steve Della Casa, hanno allestito una serie di appuntamenti tutti molto intriganti (ne avevamo parlato nel nostro post precedente).

Le molte novità - tra le quali l'importantissimo spazio dedicato ai giovani autori emergenti Francesca Pesce, Stefano De Felici e Enrico Bonino - e le interesssanti proiezioni di documentari - Le Grand Bal di Laetitia Carton, già presentato a Cannes 2018, ha aperto la rassegna ligure (dopo una dimostrazione di balli occitani), ma ci sono stati anche omaggi a Riccardo Freda e Mario Bava, maestri dell'horror all'italiana, nonché alla grande Anna Magnani (l'autore, Carlo Cotti, ha anche approfittato dell'occasione per ricordare il Maestro Franco Zeffirelli, per il quale aveva lavorato in veste di aiuto regista per La Bisbetica Domata con Elizabeth Taylor e Richard Burton, morto sabato) - hanno ulteriormente arricchito un programma già piuttosto denso, che comprendeva la masterclass di Steve Della Casa e Alessandro Boschi (sul rapporto tra cinema e Liguria, sul cinema orrorifico dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, sulla casa di produzione Romana Film, specializzata in peplum).

E naturalmente gli incontri con gli ospiti.

Quest'anno sono stati ricompensati con il Premio Quiliano Cinema - un'opera d'arte in ceramica dell'artista Gianni Celano Giannici (per intenderci, suo è il trofeo ATP attibuito ogni anno al numero 1 del tennis mondiale) - l'attore Ninni Bruschetta e i musicisti Pivio (abbiamo cenato al tavolo accanto a lui e con lui abbiamo chiacchierato in fila per il bagno: grande!) e Aldo De Scalzi.

Noi di CINEMA A BOMBA! siamo stati alla premiazione del poliedrico interprete.

Nella presentazione e nell'intervista che ne è seguita, si è parlato soprattutto della situazione dei film indipendenti - tutt'altro che buona.






La prospettiva di Bruschetta è quella di un professionista diventato attore per caso, comparsata dopo comparsata, ma che ha iniziato come regista teatrale e sceneggiatore.

Uno che la gavetta l'ha fatta e ha potuto toccare con mano le storture del sistema produttivo e distributivo italiano, che privilegia i "nomi da cartellone" a scapito delle storie: i produttori costruiscono film attorno all'"attore noto al pubblico", senza curarsi troppo di soggetto e storia, che vengono dopo.

A farne le spese sono gli autori giovani e indipendenti, che molto spesso non possono permettersi grandi nomi e che di conseguenza hanno pochissime possibilità di avere visibilità e di dimostrare il proprio talento.

Senza contare che spesso si preferisce rifugiarsi nella commedia-sempre-uguale, genere sicuro e senza tanti rischi, preferito ad un cinema più impegnato, a torto considerato come commercialmente meno attrattivo.

La lezione di Sorrentino & C. probabilmente non è stata recepita: all'estero le nostre pellicole brillanti non interessano e non le guarda nessuno.

L'argomento era piuttosto centrato, visto che era prevista in serata la proiezione di I Cinghiali di Portici di Diego Olivares, unico film (a basso budget) da protagonista di un attore noto per i suoi ruoli da non protagonista, storia di un gruppo di ragazzi di un centro di recupero uniti dalla passione per il rugby.

Problemi tecnici però hanno impedito la visione dell'opera cult - "È un film talmente indipendente che non vuole partire..." ha commentato un po' amaramente e un po' ironicamente Bruschetta.

Peccato: sembrava interessante.

Ma il siciliano è riuscito comunque a salvare la serata, andando a prendere in albergo il DVD originale di un film che tanto gli ha dato dal punto di vista umano e professionale e che tanto c'entra con quanto discusso precedentemente.

Di quale film si tratta?

Dai, lo sapete che non ci piacciono gli spoiler: lo scoprirete nel prossimo post.

PS. Grazie, Debora, per le foto. ;-)




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