A sinistra Kevin Smith (Silent Bob), a destra Jason Mewes (Jay).
Jay (Jason Mewes) è alto, secco, pansessuale come Deadpool e altrettanto loquace.
Silent Bob (Kevin Smith) - che non è proprio muto come il nome lascia intendere - è più basso, grassoccio e riflessivo.
Trattasi della coppia di spacciatori-scoppiati-filosofi che popola l'Askewniverse (ossia l'universo dell'Askew View, la casa di produzione di cui Smith è co-proprietario), una sorta di versione aggiornata di Cheech & Chong.
I due sono apparsi in 7 pellicole di culto, spalmate nell'arco di 25 anni: ve le recensiamo una ad una qui sotto.
E questo senza contare altre fugaci apparizioni non ufficiali: in Scream 3, ad esempio, oppure - più recentemente - nei corti Null & Annoyed e I'm Upset.
Li rivedremo ancora in pellicole future?
Probabilmente sì: Kev ha dichiarato a più riprese l'intenzione di voler girare Clerks III e Twilight of the Mallrats (annunciato in precedenza col titolo MallBrats), oltre alla commedia orrorifica Moose Jaws (che collegherebbe Jay & Silent Bob all'universo di Yoga Hosers).
Ma ad oggi le apparizioni ufficiali sono quelle che riportiamo di seguito.
Scopritele tutte e ricordate: Snootchie bootchies!
Clerks (1994)
Girato da un regista esordiente poco più che ventenne con una troupe di amici e un budget irrisorio, vinse a sorpresa il premio alla regia al Sundance Film Festival e il Gran Premio della Giuria a Cannes, lanciando di conseguenza Kevin Smith nell’empireo di Hollywood.
Girato in un bianco e nero sgranato, è di fatto un collage di gag e battute a ripetizione, ma tra le righe si può leggere anche come satira sociale.
Stilisticamente strizza l’occhio soprattutto a Jim Jarmusch (la fotografia bicromatica e le situazioni surreali osservate con disincanto) e Quentin Tarantino (l’ossessione per la cultura pop), ma vi si trovano anche echi da Richard Linklater e dal primo Spike Lee.
A volte verboso, spesso volgaruccio, ma quasi sempre esilarante.
Diverse le scene memorabili, in primis l'imperdibile confronto tra L'Impero Colpisce Ancora e Il Ritorno dello Jedi.
Mallrats (1995)
Secondo film di Kevin Smith, il primo a colori e con un budget di tutto rispetto, è forse però una delle sue opere più deboli: l’umorismo si è fatto più pecoreccio che spiritoso e non sempre coglie nel segno, nonostante l’illuminante comparsata di Stan Lee e l’abbondanza di situazioni e omaggi fumettistici.
Anche la tematica sociale (se si può dire che ce ne sia una) è cambiata: in Clerks i protagonisti erano proletari disillusi, qui sono figli di papà sfaccendati.
Curiosità: il film è uscito in Italia solo in home video col titolo Generazione X.
In Cerca di Amy (1997)
Terzo capitolo della cosiddetta "Trilogia del New Jersey", il primo a servirsi anche del registro drammatico.
Gli attori sono bravi, qualche battuta è divertente (specie all’inizio), ma alla lunga la commedia - infarcita di dialoghi scabrosi talora gratuiti - rischia di annoiare.
E' tra i film preferiti da Quentin Tarantino e presenta un insolitamente lungo monologo di Silent Bob.
Dogma (1999)
Il film più discusso e contestato di Kevin, ma anche il più ambizioso e sottovalutato.
Fu pubblicamente attaccato dalla destra religiosa americana, però risulta più irriverente che blasfemo.
Si tratta di una satira fanta-religiosa intelligente, pungente e divertente, forse un po’ dispersiva, con un gruppo di attori famosi e affiatati, e una morale non moralista.
Divertenti in piccoli ruoli lo stand-up comedian George Carlin e la cantautrice canadese Alanis Morrisette (che interpreta... Dio!).
Jay e Silent Bob non sono più personaggi di secondo piano, ma svolgono una funzione importante ai fini dell'intreccio narrativo.
Jay & Silent Bob Strike Back (2001)
Passano in rassegna tutti o quasi i personaggi dei precedenti film, ma per la prima volta i protagonisti sono loro: i due spacciatori sboccati e un po’ filosofi che comparivano in tutti i precedenti capitoli.
La trama è solo un pretesto per una serie continua di sketch politicamente scorretti e poco raffinati, ma l’accavallarsi di rimandi, citazioni e autocitazioni (talora incomprensibili per chi non conosce l’opera di Smith nella sua interezza), qua e là funziona, grazie soprattutto alla presenza di un nutrito numero di attori e autori che non teme l’autoironia.
La parte migliore è quella finale, dove l'industria cinematografica viene presa in giro con una certa sagacia.
In Italia uscì scandalosamente in ritardo di 3 anni, solo in home video e col titolo Jay e Silent Bob… Fermate Hollywood!
Clerks II (2006)
Il primo sta per sposarsi e trasferirsi, il secondo vorrebbe impedirglielo.
Fra i due si insinua una bella ragazza (Rosario Dawson), che è anche il loro capo.
Dodici anni dopo il primo film-culto che lo aveva lanciato, Kevin Smith firma la sua opera più matura tornando agli amati working clerks, che ora lavorano nella ristorazione di massa e hanno intorno ai trent’anni, ma continuano a fare scherzi, filosofeggiare, discutere della differenza tra Star Wars e Il Signore degli Anelli (scena impagabile), ma soprattutto sognare un futuro migliore.
Sboccatissimo, spesso esilarante e un po’ malinconico, è un ritratto generazionale che riesce a far riflettere e nel finale persino a commuovere.
Bravissimi gli attori, Rosario Dawson sopra tutti.
Per la cronaca, al termine dell'anteprima notturna al Festival di Cannes, ricevette 8 minuti di standing ovation.
Jay & Silent Bob Reboot (2019)
Trattasi del ritorno dell'Askewniverse dopo 13 anni di pausa e del reboot-remake-sequel di Jay & Silent Bob Strike Back: come allora, i due strafumati amici per la pelle devono correre a Los Angeles per bloccare le riprese di un film su di loro.
In più, stavolta, c'è la figlia adolescente di Jay (Harley-Quinn Smith, nella realtà figlia di Kevin Smith).
Ritornano in cammei più o meno brevi diversi protagonisti delle pellicole precedenti, compreso Ben Affleck in quella che forse è la sequenza più riuscita.
Divertente senza pretese, è una passerella di amici del regista e un sincero tributo ai fan più affezionati.
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