giovedì 18 giugno 2020

JAY E SILENT BOB. IL DUO "STRAFUMATO" DI KEVIN SMITH

A sinistra Kevin Smith (Silent Bob), a destra Jason Mewes (Jay).  


Jay (Jason Mewes) è alto, secco, pansessuale come Deadpool e altrettanto loquace.
Silent Bob (Kevin Smith) - che non è proprio muto come il nome lascia intendere - è più basso, grassoccio e riflessivo.

Trattasi della coppia di spacciatori-scoppiati-filosofi che popola l'Askewniverse (ossia l'universo dell'Askew View, la casa di produzione di cui Smith è co-proprietario), una sorta di versione aggiornata di Cheech & Chong.

I due sono apparsi in 7 pellicole di culto, spalmate nell'arco di 25 anni: ve le recensiamo una ad una qui sotto.
E questo senza contare altre fugaci apparizioni non ufficiali: in Scream 3, ad esempio, oppure - più recentemente - nei corti Null & Annoyed e I'm Upset.

Li rivedremo ancora in pellicole future?
Probabilmente sì: Kev ha dichiarato a più riprese l'intenzione di voler girare Clerks III e Twilight of the Mallrats (annunciato in precedenza col titolo MallBrats), oltre alla commedia orrorifica Moose Jaws (che collegherebbe Jay & Silent Bob all'universo di Yoga Hosers).

Ma ad oggi le apparizioni ufficiali sono quelle che riportiamo di seguito.
Scopritele tutte e ricordate: Snootchie bootchies!






Clerks (1994)

 
Una giornata tipo di due giovani commessi (Brian O’Halloran e Jeff Anderson), alle prese con clienti, ragazze e situazioni tra le più improbabili.

Girato da un regista esordiente poco più che ventenne con una troupe di amici e un budget irrisorio, vinse a sorpresa il premio alla regia al Sundance Film Festival e il Gran Premio della Giuria a Cannes, lanciando di conseguenza Kevin Smith nell’empireo di Hollywood.

Girato in un bianco e nero sgranato, è di fatto un collage di gag e battute a ripetizione, ma tra le righe si può leggere anche come satira sociale.

Stilisticamente strizza l’occhio soprattutto a Jim Jarmusch (la fotografia bicromatica e le situazioni surreali osservate con disincanto) e Quentin Tarantino (l’ossessione per la cultura pop), ma vi si trovano anche echi da Richard Linklater e dal primo Spike Lee.

A volte verboso, spesso volgaruccio, ma quasi sempre esilarante.
Diverse le scene memorabili, in primis l'imperdibile confronto tra L'Impero Colpisce Ancora e Il Ritorno dello Jedi.


Mallrats (1995)

 
Due giovani perdigiorno (Jason London e l'ex campione di skateboarding Jason Lee), lasciati dalle rispettive fidanzate (Shannon Doherty e Claire Forlani), cercano di riconquistarle partecipando a un “gioco delle coppie” in un centro commerciale.

Secondo film di Kevin Smith, il primo a colori e con un budget di tutto rispetto, è forse però una delle sue opere più deboli: l’umorismo si è fatto più pecoreccio che spiritoso e non sempre coglie nel segno, nonostante l’illuminante comparsata di Stan Lee e l’abbondanza di situazioni e omaggi fumettistici.

Anche la tematica sociale (se si può dire che ce ne sia una) è cambiata: in Clerks i protagonisti erano proletari disillusi, qui sono figli di papà sfaccendati.

Curiosità: il film è uscito in Italia solo in home video col titolo Generazione X.






In Cerca di Amy (1997)

 
Un disegnatore di fumetti (il futuro Batman Ben Affleck) si innamora di una collega (Joey Lauren Adams) e, pur avendo scoperto che la ragazza è gay, intreccia con lei una tormentata relazione.

Terzo capitolo della cosiddetta "Trilogia del New Jersey", il primo a servirsi anche del registro drammatico.

Gli attori sono bravi, qualche battuta è divertente (specie all’inizio), ma alla lunga la commedia - infarcita di dialoghi scabrosi talora gratuiti - rischia di annoiare.

E' tra i film preferiti da Quentin Tarantino e presenta un insolitamente lungo monologo di Silent Bob.


Dogma (1999)

 
Una donna in crisi di fede (Linda Fiorentino) viene incaricata dal portavoce di Dio (Alan Rickman) di fermare due angeli caduti (Ben Affleck e Matt Damon, reduci dal successo e dall'Oscar di Good Will Hunting), prima che questi riescano a rientrare in Paradiso.

Il film più discusso e contestato di Kevin, ma anche il più ambizioso e sottovalutato.
Fu pubblicamente attaccato dalla destra religiosa americana, però risulta più irriverente che blasfemo.

Si tratta di una satira fanta-religiosa intelligente, pungente e divertente, forse un po’ dispersiva, con un gruppo di attori famosi e affiatati, e una morale non moralista.

Divertenti in piccoli ruoli lo stand-up comedian George Carlin e la cantautrice canadese Alanis Morrisette (che interpreta... Dio!).

Jay e Silent Bob non sono più personaggi di secondo piano, ma svolgono una funzione importante ai fini dell'intreccio narrativo.






Jay & Silent Bob Strike Back (2001)

 
Jay e Silent Bob partono per Hollywood con un unico obiettivo: fermare le riprese di un film... su di loro!

Passano in rassegna tutti o quasi i personaggi dei precedenti film, ma per la prima volta i protagonisti sono loro: i due spacciatori sboccati e un po’ filosofi che comparivano in tutti i precedenti capitoli.

La trama è solo un pretesto per una serie continua di sketch politicamente scorretti e poco raffinati, ma l’accavallarsi di rimandi, citazioni e autocitazioni (talora incomprensibili per chi non conosce l’opera di Smith nella sua interezza), qua e là funziona, grazie soprattutto alla presenza di un nutrito numero di attori e autori che non teme l’autoironia.

La parte migliore è quella finale, dove l'industria cinematografica viene presa in giro con una certa sagacia.

In Italia uscì scandalosamente in ritardo di 3 anni, solo in home video e col titolo Jay e Silent Bob… Fermate Hollywood!


Clerks II (2006)

 
Dante (B. O’Halloran) e Randal (J. Anderson), i commessi del primo film, sono finiti a lavorare in uno squallido fast food.

Il primo sta per sposarsi e trasferirsi, il secondo vorrebbe impedirglielo.
Fra i due si insinua una bella ragazza (Rosario Dawson), che è anche il loro capo.

Dodici anni dopo il primo film-culto che lo aveva lanciato, Kevin Smith firma la sua opera più matura tornando agli amati working clerks, che ora lavorano nella ristorazione di massa e hanno intorno ai trent’anni, ma continuano a fare scherzi, filosofeggiare, discutere della differenza tra Star Wars e Il Signore degli Anelli (scena impagabile), ma soprattutto sognare un futuro migliore.

Sboccatissimo, spesso esilarante e un po’ malinconico, è un ritratto generazionale che riesce a far riflettere e nel finale persino a commuovere.
Bravissimi gli attori, Rosario Dawson sopra tutti.

Per la cronaca, al termine dell'anteprima notturna al Festival di Cannes, ricevette 8 minuti di standing ovation.


Jay & Silent Bob Reboot (2019)

 
Per maggiori particolari, rimandiamo alla recensione completa.

Trattasi del ritorno dell'Askewniverse dopo 13 anni di pausa e del reboot-remake-sequel di Jay & Silent Bob Strike Back: come allora, i due strafumati amici per la pelle devono correre a Los Angeles per bloccare le riprese di un film su di loro.

In più, stavolta, c'è la figlia adolescente di Jay (Harley-Quinn Smith, nella realtà figlia di Kevin Smith).

Ritornano in cammei più o meno brevi diversi protagonisti delle pellicole precedenti, compreso Ben Affleck in quella che forse è la sequenza più riuscita.

Divertente senza pretese, è una passerella di amici del regista e un sincero tributo ai fan più affezionati.




Etichette: , , , , , , , , , , , , , , ,

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page